tag:blogger.com,1999:blog-89591751367681610272024-03-06T09:32:12.813+01:00iacta estLibri, soprattutto. Viaggi, talvolta..
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.comBlogger275125tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-71900274355477853922023-10-29T12:00:00.002+01:002023-10-29T12:14:07.763+01:00La fredda estate nei Paesi Bassi (5) Nimega, Maastricht, Roermond.<p>Il <b>castello di Doorwerth</b>, non lontano da Nimega in Gheldria, è in perfetto stato di ricostruzione. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdnUEjtzlEoVJzjV3f8T7AkEnFBxWTN1Uo1eIcbOAdZn6t1delCQAVo__2OU5wIhGBnVcvjaJuURUstFXNfJzLCVitvWiqOPKrO6vochCCK57zaAyCtFHXoBzh4ADUPcVh7gixIhRtP8ZW21GG3vqIiBpjJbdK_4wEnTmq9f8i1E4ReueUlaBfOkQhuCb3/s3058/castled.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1595" data-original-width="3058" height="167" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdnUEjtzlEoVJzjV3f8T7AkEnFBxWTN1Uo1eIcbOAdZn6t1delCQAVo__2OU5wIhGBnVcvjaJuURUstFXNfJzLCVitvWiqOPKrO6vochCCK57zaAyCtFHXoBzh4ADUPcVh7gixIhRtP8ZW21GG3vqIiBpjJbdK_4wEnTmq9f8i1E4ReueUlaBfOkQhuCb3/s320/castled.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p>Per una fortunata circostanza la visita è capitata in una delle giornate in cui attori in costume animano alcune stanze del castello. Parlano benissimo l’olandese. Io no.</p><p>Castel & landscape: kastel Doorwerth viene segnalato in binomio. </p><p>Il paesaggio circostante è bellissimo, anche la strada per arrivarci, una galleria tra gli alberi. Non c’è bisogno di conoscere la lingua per leggere il paesaggio. Incantevole. </p><p>Altre due grandi città dei paesi bassi: <b>Nimega</b> e <b>Maastricht</b>. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD72NtrWaZCh-MecOgPJOews5YRws-7P9zo9qXmVcC4FHy1uY0p9-DDdUUqbMl31lMEk3Cp-YfY1HNtCxkNfsaQhIa2a_bbu01GcxyIaSyb3_8l-wnY0Xwj65QpREexHg6GqoYLC9tS2AuDEr5gZ6A5v-1XSVhuNU0VGtDxVgopb4Zl17LlDlK84nuD-zO/s3280/IMG_20230730_191238.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD72NtrWaZCh-MecOgPJOews5YRws-7P9zo9qXmVcC4FHy1uY0p9-DDdUUqbMl31lMEk3Cp-YfY1HNtCxkNfsaQhIa2a_bbu01GcxyIaSyb3_8l-wnY0Xwj65QpREexHg6GqoYLC9tS2AuDEr5gZ6A5v-1XSVhuNU0VGtDxVgopb4Zl17LlDlK84nuD-zO/s320/IMG_20230730_191238.jpg" width="320" /></a></div><b>Nimega</b> è una città universitaria. Immagino tutti i ragazzi rintanati negli studentati a fare burdello: è domenica e non c’è anima viva. Le strade sono completamente deserte e cambia poco anche di lunedì, anche nella strada dello shopping. Anche nei Paesi Bassi ad agosto le città si svuotano. Completamente. <p></p><p><br /></p><p>Forse per meglio farsi notare, i ristoranti e i bar aperti hanno tutti delle file di luci accese. </p><p>Lanterne gialle. </p><p>Si sorprendono del nostro ingresso gli addetti alla visita della torre della cattedrale, la Stevenstoren: con questo tempaccio non aspettavamo nessuno, dicono. </p><p>Ci apre il portone e ci accompagna un gentilissimo ex professore, prodigo di spiegazioni in inglese essenziale (come parlare a bambini).</p><p>Il vento e la pioggia sono sferzanti. </p><p>A Nimega i tetti degli edifici storici sono in ardesia, il lungofiume è in mattoni grigi, l’acqua del fiume è scura, anche il verde – e Nimega è la città più verde d’Europa, si dice - è cupo. </p><p>Anche a <b>Maastricht</b> il sole è ritroso, splende solo dopo scrosci che svuotano improvvisamente le strade. Si sta appiattiti sulle soglie dei negozi o dei palazzi, come sogliole sul fondo del mare. </p><p>Maastricht conserva parte delle mura antiche. Mi sorprendono finestre di abitazioni incuneate nelle feritoie delle mura. </p><p>Da mura difensive a pareti di appartamenti. </p><p>Da magazzino ad archivio a libreria: queste le trasformazioni della chiesa gotica dei domenicani, sconsacrata dal 1794. </p><p>Peccato, una bellissima chiesa. Certo, meglio libreria che magazzino. Ma meglio ancora sarebbe stato biblioteca pubblica, tempio dei libri piuttosto che mercato. </p><p>La basilica di San Servazio - che nome, che nome, il santo della chiave - e la concorrente protestante Sint-Janskerk dominano una grande piazza in un angolo del quale ci sono delle strane sculture, memento del carnevale. </p><p>Dicono che sia sentito quasi come a Rio – con travestimenti più pudici, immagino. </p><p>Anche Maastricht è verde. </p><p>Il parco cittadino, stadspark, accoglie innumerevoli tipi di volatili – ci sono tanti alberi con le casette per uccelli, sculture scolpite nel legno, un triste orso con mani e piedi al posto delle zampe nei pressi di quella che un tempo era la fossa degli orsi, laghettini e fontanelle. Un luogo ameno. </p><p>Però davvero senza sole tutto diventa triste. </p><p>E’ forse il sole che ha brillato senza nascondersi per alcune ore su Roermond, città di cui non conoscevo l’esistenza, a farmela sembrare bella e briosa. </p><p>O forse anche la presenza di “trappoline per turisti”, come gli occhiali da sole giganti davanti al Muziekkoepe, o la sedia a sdraio titanica o la cartolina enorme in cui infilare la testa per fare la foto ricordo. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikg3Ivc1LqDUrnxe57Yk6fQUTiDHsDIYjD-lJSuIsqERC5H_21EeY12qI0EAHZf9w2YLQPG4PPX9xc6hKufTkYnjMeSl3_QRvbTAePghtTEkJi9cv42kmM8T19NNqAPd29qHrHW3veGSFpP-lBIn02Oetzc8WQmu-kaFh6lFvMylvKtFli4yXmCgb1iqo5/s4000/IMG_20230801_115313.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEikg3Ivc1LqDUrnxe57Yk6fQUTiDHsDIYjD-lJSuIsqERC5H_21EeY12qI0EAHZf9w2YLQPG4PPX9xc6hKufTkYnjMeSl3_QRvbTAePghtTEkJi9cv42kmM8T19NNqAPd29qHrHW3veGSFpP-lBIn02Oetzc8WQmu-kaFh6lFvMylvKtFli4yXmCgb1iqo5/s320/IMG_20230801_115313.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p>Ma anche la bella piazza del mercato, il municipio e la torre orologio con figure che fanno girotondo ogni ora accompagnate da scampanio e musichetta. </p><p><br /></p><p><br /></p><p>Un’ultima annotazione. </p><p>Tranne che al Markthal di Rotterdam, dove la varietà etnica è accentuatissima [si può scegliere di mangiare qualunque cosa – greco, indonesiano, cinese, messicano etc etc – preparato e servito da greci, indonesiani, cinesi, messicani etc etc], ho notato pochissimi immigrati. </p><p>Boh, chissà perché. </p><p>Il semel in anno del 2023 è andato. (andò)</p><p>Il vertiginoso turbinio dei funesti eventi mi impedisce di pensare, anzi, di programmare il prossimo. </p><p>Il pensiero c'era già. Ah, il vicino oriente...</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-1.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (1)</a></p><p><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi2.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (2)</a></p><p><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-3.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (3)</a></p><p><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-4-urk.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (4)</a></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-42833093363370216262023-10-29T11:24:00.001+01:002023-10-29T12:01:30.196+01:00La fredda estate nei Paesi Bassi. (4) Urk, Giethoorn, Thorn, Valkenburg aan de Geul<p><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Flevoland – che nome
evocativo – è la dodicesima provincia dei Paesi Bassi.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">E’ terra strappata al
mare, una grandissima isola artificiale. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><b>Urk</b>, ora nel <b>Flevoland</b>, prima
era un’isola. Avevo letto della resistenza delle tradizioni locali: effettivamente
la bandiera con il pesce sventola un po' dappertutto, ma di uomini con
l’orecchino a forma di àncora ne ho visto solo uno.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ7GuJhOqHZvuWDOEVM0D0UNTgoPvMeQU7YPFrxDePFtanIkJU_3FX93gMYTyOKh3v5v53KrYGmQahyphenhyphenjLV9Esf_LTVziadMnSIIfg7ht1CmdvsyUHqYWlYDwGCC80dYOsxhZ3OKrEsVlPDVAIT0gLYDFlRlcbEqaayvHgikKgDP3MjlecBGLV9WscK_exj/s4080/IMG_20230729_122002.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1836" data-original-width="4080" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQ7GuJhOqHZvuWDOEVM0D0UNTgoPvMeQU7YPFrxDePFtanIkJU_3FX93gMYTyOKh3v5v53KrYGmQahyphenhyphenjLV9Esf_LTVziadMnSIIfg7ht1CmdvsyUHqYWlYDwGCC80dYOsxhZ3OKrEsVlPDVAIT0gLYDFlRlcbEqaayvHgikKgDP3MjlecBGLV9WscK_exj/w640-h288/IMG_20230729_122002.jpg" width="640" /></a></div><br /> <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Il vento frustra le dune
e le vele delle imbarcazioni nuove e antiche, eppure c’è chi ha il coraggio di
immergersi nell’acqua scura. Altre tempre. Rimpiango di non aver portato il
piumino pesante in valigia. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><br /></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Non c’è molta gente.
L’unica fila è davanti un localino che vende pesce fritto. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">In ogni città o paesino
dei paesi bassi la fila è sempre lì, davanti ai furgoni che vendono pesce
fresco o già cotto. Sulla cucina olandese è meglio che non dica nulla. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><b>Giethoorn</b> è sicuramente il
paesiello più famoso, il villaggio auto free, solo canali e ponti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Però. Che medaglia dalle
facce opposte<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per i pochi abitanti. Ricchezza
e disagio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Una fiumana enorme di
turisti – asiatici tanti, tanti – ingombra i vialetti e i pochi ponti
percorribili. Le abitazioni su zolle di terra tra i canali, hanno le catenelle
sui ponti d’accesso, o i cancelletti, eccezione olandese per tener freno
all’invadenza del branco.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzxRgPYs35ufcRG5Ol1Z2V7kn9QfZ5y4X6xs6JbJhiABuh98aimKft-sg7mCbtcLOiT4Pd18kxnJQLyuUJja9mcbud6ERggNy8WQMH9K1xJGDD-Olhr9rYG1n1So40PAAEPJWmPuvRMNIDx3tc0WE-8ua46tIie_41gKd7ppVD10t7VqzvLSQt2JJK6pow/s3280/gieth.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzxRgPYs35ufcRG5Ol1Z2V7kn9QfZ5y4X6xs6JbJhiABuh98aimKft-sg7mCbtcLOiT4Pd18kxnJQLyuUJja9mcbud6ERggNy8WQMH9K1xJGDD-Olhr9rYG1n1So40PAAEPJWmPuvRMNIDx3tc0WE-8ua46tIie_41gKd7ppVD10t7VqzvLSQt2JJK6pow/s320/gieth.jpg" width="320" /></a></div><br /> <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Per non dire delle
barche, barchetelle, barconi che in fila indiana attraversano i canali. E sono
arrivata sul finire del giorno. Non oso immaginare lo scenario nell’ora di
punta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Un’oasi di pace
trasformata in giostra. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><span style="mso-spacerun: yes;"><br /></span></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><b>Thorn</b> è un altro
villaggio “anomalo”. Per molti secoli, fino all’occupazione francese nel
1700,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>è stato <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>un principato governato da una badessa. </span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPOI6VVmwvPra21eZSq90rfoulDQPqq2_vgmjB90YtdcYD7ltV5grlhNIsHC0C3dl25R-37X-_7PnvD6ReJDyo9vIzsPVz1c8kMcBTMRVbs9DsS5mWHhZf7dO1VHxgFJqONwDmNz-KruTtneTW6t6tNpDCtbjKZyZccLu6_qMYMsr8VxIl5k9SjyCR_74j/s4000/IMG_20230801_153911.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgPOI6VVmwvPra21eZSq90rfoulDQPqq2_vgmjB90YtdcYD7ltV5grlhNIsHC0C3dl25R-37X-_7PnvD6ReJDyo9vIzsPVz1c8kMcBTMRVbs9DsS5mWHhZf7dO1VHxgFJqONwDmNz-KruTtneTW6t6tNpDCtbjKZyZccLu6_qMYMsr8VxIl5k9SjyCR_74j/s320/IMG_20230801_153911.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Un’enclave
teocratica abbastanza liberale per i tempi. La abitazioni che circondano
l’abbazia sono tutte bianche. </span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Vicino Thorn c’è una spiaggia sul fiume.</span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmyp4_NIyte752_ZM4pzTXksd3B_fnd8VdADsvc0BOvoEDW4AA8j5d8a6KITNqwPQRDkRZlBDKCfYfFEzkdBu_FNAwAxHwJz7EGRo813KkExUHF4NFzAE-DLiukXB56An83CSxFh9nvpweD9hhb-38X88U1TumIcq8J1wzVM0x00DTktjZBzmLON_NbXyR/s4000/IMG_20230801_155408.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmyp4_NIyte752_ZM4pzTXksd3B_fnd8VdADsvc0BOvoEDW4AA8j5d8a6KITNqwPQRDkRZlBDKCfYfFEzkdBu_FNAwAxHwJz7EGRo813KkExUHF4NFzAE-DLiukXB56An83CSxFh9nvpweD9hhb-38X88U1TumIcq8J1wzVM0x00DTktjZBzmLON_NbXyR/s320/IMG_20230801_155408.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"> Anche
qui, con la pioggia intermittente, accanto<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>agli ombrelloni hawaiani con il tetto di paglia prendono l’aria
aspiranti bagnanti. <br /></span><p></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Thorn è proprio sul confine con il Belgio. La riserva
naturale di Koningssteen è il confine. Si può<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>passeggiare con un piede nei Paesi Bassi e uno in Belgio su una stretta
lingua di terra tra i canali che forma la Mosa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Adoro le terre di confine
che non hanno confini. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Anche <b>Valkenburg aan de
Geul</b> è una piccola città a qualche chilometro da Maastricht, vicinissime
entrambe <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sia al Belgio che alla
Germania. In posizione sopraelevata. Collina.</span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><br /></span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2oV8SnASvVuw2nGzzF-H_KupTGtM9y26E2bHc_HAmpqPvRlIXDWr2HcawP0v72vwXLEpXyHSVXerWffgk6sgYo3hyTSgIYkGlvho4fxq7V_kG0ulBWcUwuPcuLLZR6SYMLIIdE9OW1O9kmP-ukbw84Vw63FUm_KaLMMP8x3p55BybxeOAuTjBAuHbYxDr/s4000/IMG_20230803_135357.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh2oV8SnASvVuw2nGzzF-H_KupTGtM9y26E2bHc_HAmpqPvRlIXDWr2HcawP0v72vwXLEpXyHSVXerWffgk6sgYo3hyTSgIYkGlvho4fxq7V_kG0ulBWcUwuPcuLLZR6SYMLIIdE9OW1O9kmP-ukbw84Vw63FUm_KaLMMP8x3p55BybxeOAuTjBAuHbYxDr/s320/IMG_20230803_135357.jpg" width="320" /></a></div><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">E’ questo che la rende
superattrattiva per gli olandesi? Ci sono tantissimi turisti locali. Ho contato
più ristorantini lungo la strada principale che a Maastricht. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Ma oltre le rovine del
castello – rovine, proprio all’inglese -, alle cave di marna trasformate da
guide preparate in meraviglie turistiche (non ho capito una mazza, ma posso
dedurre la bravura della guida dalla teatralità dei gesti e dall’attenzione degli
altri visitatori, bambini compresi) e alle terme di recente costruzione non ho
visto</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">altro.</span></p>
<p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;">Ma sono distratta e anche
poco preparata. <span style="font-size: 14pt;"><o:p></o:p></span></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><br /></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-1.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (1)</a></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi2.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (2)</a></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-3.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (3)</a></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-5.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (5)</a></span></p>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-56614761747417520432023-10-29T11:16:00.003+01:002023-10-29T12:03:22.641+01:00La fredda estate nei Paesi Bassi. (3) Olanda Meridionale<p><span style="font-family: inherit;">Visitata già Amsterdam, la più bella – e ora lo posso dire
con assoluta certezza – città dei Paesi Bassi, sarebbe stato bello fare
puntatina in tutte le altre province olandesi.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">Nonostante la piccola estensione del territorio e le
distanze relativamente brevi, ci sarebbero voluti almeno 20 giorni, tappe di
avvicinamento escluse.<o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">Molte province dei Paesi Bassi vengono sacrificate al giogo del tempo
e del portafoglio. <o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="line-height: 107%;"><span style="font-family: inherit;">Si comincia dall’Olanda Meridionale. <b>Geervliet </b>è un
piccolo borgo ad una ventina di chilometri da Rotterdam. </span><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><o:p></o:p></span></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQGaqyR_hPK9UJYFIc4ZuuZAvYaIu8MCdb_b_BYuje4oL3lv9FOdWTl8qkd4K-uvyqIPwWU4hUA38z7im6NcotawHCiiqNQy0mOI2175F1FXoLxckI4GBPPwP2DPTdmR6a_GkU7QaZLLqIicIFuf61_7FPx-Vq7h_IrsjeVSN-2Fwej0JYooUvlvdGEUiu/s3742/Geervliet%201.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1799" data-original-width="3742" height="154" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQGaqyR_hPK9UJYFIc4ZuuZAvYaIu8MCdb_b_BYuje4oL3lv9FOdWTl8qkd4K-uvyqIPwWU4hUA38z7im6NcotawHCiiqNQy0mOI2175F1FXoLxckI4GBPPwP2DPTdmR6a_GkU7QaZLLqIicIFuf61_7FPx-Vq7h_IrsjeVSN-2Fwej0JYooUvlvdGEUiu/s320/Geervliet%201.jpg" width="320" /></a></div><p style="text-align: left;"></p><p class="MsoNormal" style="text-align: left;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">La casetta in cui abbiamo alloggiato era un tempo un
pollaio, immersa in un enorme giardino, alle spalle il mulino a vento, di
fronte il campanile della chiesetta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Le galline, considerate dei pet – hanno anche i nomi,
impronunciabili naturalmente – razzolano quiete e discrete. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Un’oasi di pace. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Di contro non immaginavo le strade/autostrade <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>olandesi così tanto trafficate. Nu burdell di
auto, camion, file ai semafori, agli incroci, sui ponti, per entrare e uscire
dai parcheggi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Dei malori delle grandi città gli olandesi sono immuni
al senso di insicurezza. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Nessun<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>cancello, recinto, muretto, filo spinato, né siepi altissime<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a chiudere le villette e le basse abitazioni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Nessuna inferriata o grata alle finestre - larghe
finestre alla quota stradale - nessuna porta blindata.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEichXJ805xv0IWP7GnmkLx1CJrtLqTgymXg2w7JPIYUR6NkOwwGcGskcXdQOmiPzRg1IBdul3tsnSNWu08W1pB5nA44WX7jnCIaJ58lnQOzPaBZ4n1XLewjDlnUNYdMVwRlKzCYpkGJ94E-hs6ykhn5QSaDdGSG0jXuxxjv330CqXkZkG03zEkSEQBfFRk1/s3280/IMG_20230725_115725.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEichXJ805xv0IWP7GnmkLx1CJrtLqTgymXg2w7JPIYUR6NkOwwGcGskcXdQOmiPzRg1IBdul3tsnSNWu08W1pB5nA44WX7jnCIaJ58lnQOzPaBZ4n1XLewjDlnUNYdMVwRlKzCYpkGJ94E-hs6ykhn5QSaDdGSG0jXuxxjv330CqXkZkG03zEkSEQBfFRk1/s320/IMG_20230725_115725.jpg" width="320" /></a></div><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">A <b>Brielle</b> – che mi fa pensare all’Irlanda, non so
perchè - <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>sul marciapiede, davanti ad una
finestra, uno scaffale con tanti barattoli di marmellata home made, una scatola
di latta e un cartello con l’indicazione dei prezzi. </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Nessuno a vigilare.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Scegli il vasetto, lo prendi, metti i soldi nella
cassetta e te ne vai.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Un modello improponibile alle mie latitudini.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sui davanzali delle grandi finestre, schermate solo
talvolta da tendine decorative, non mancano vasi con e senza fiori, piantine,
statuine, sculture, cazzimpocchi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Talvolta i davanzali sono talmente affollati di cose
che viene il dubbio se dietro la finestra ci sia un’abitazione privata o un
negozio di chincaglierie. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Poi butti l’occhio oltre il davanzale e vedi il divano
su cui qualcuno legge o guarda la tv. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">[penso ai bassi napoletani e alla mia inversa
percezione della protezione dell’intimità]</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"> </span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Balconi, cortili, terrazze, giardini, sono tutti
attrezzati con poltroncine, tavolini, sedie a sdraio e ombrelloni. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Vorrei sapere quando se ne vedono bene, con la pioggia
semiperenne.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Pioggia fine fine, a volte a scrosci, e un attimo dopo
esce una lenza di sole, anche se per lo più tutto è grigio e per scattare una
foto si aspetta l’attimo fuggente. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><b>Rockaine</b> è una delle località balneari più famose
dell’Olanda meridionale, ci sono centinaia di lettini ripiegati uno sull’altro,
ombrelloni a palma tristemente vuoti, ma un cuofano di gente – pochi in tenuta
da bagno in verità - che si rilassa al freddo vento. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">A me piacciono le dune e gli uccelli padroni della
spiaggia.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp4RXgIr_ojFzoRxiLSoO_WXgNzb4GODXnyZhp_UfITg1S-GvBNznF_CZsEM0RdNqJRKMNPkO8wCC3qM91Ros3em6Rj9hd8xGd04ielv4UP48nNogFIH1_2ImGcfELctL8t3DQyw48oYxl8RrnRZrJ5Aam2wCo__ISAN9pxb7dDRrWxlMYNAAP71o0PtWQ/s4080/IMG_20230725_150641.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1836" data-original-width="4080" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp4RXgIr_ojFzoRxiLSoO_WXgNzb4GODXnyZhp_UfITg1S-GvBNznF_CZsEM0RdNqJRKMNPkO8wCC3qM91Ros3em6Rj9hd8xGd04ielv4UP48nNogFIH1_2ImGcfELctL8t3DQyw48oYxl8RrnRZrJ5Aam2wCo__ISAN9pxb7dDRrWxlMYNAAP71o0PtWQ/s320/IMG_20230725_150641.jpg" width="320" /></a></div> <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Fingo di non vedere lo stabilimento balneare.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Se l’Olanda avesse dalla sua anche il clima benevolo,
sarebbe davvero quasi un paradiso terrestre. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Un paradiso sottile come una piadina romagnola. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Mi spiego come un cocente desiderio di alterità la
smisuratezza dei nuovi palazzi di <b>Rotterdam</b> (e non solo di Rotterdam), o la
fama di Valkenburg -<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>una folla
esagerata, molto più che nelle grandi città -<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>un paesino collinare nel sud dell’Olanda, che non mi sembra davvero
niente di che. Ma il paesaggio è appena appena più verticale.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">A Rotterdam lo spirito di Escher, la compenetrazione
tra più mondi, aleggia su tutta la nuova architettura.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9xIU31iVrQX5vIUl9e-fmHEnjptcclEuqY2YYCnNle51BTJKqc23xUUhrG6PNpfUib4H4-BGxKQECIqMZTIThmsf-G1jpe-0z_CepAG24iFTR2XMwkaJ91ISTHiApydnrKg8oW9Kr_liGlvd1wg5HImxExcEzp8qSlYrIRC5RzqXDUPQ8Hptswnbezo-U/s2741/rotterd.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1648" data-original-width="2741" height="192" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj9xIU31iVrQX5vIUl9e-fmHEnjptcclEuqY2YYCnNle51BTJKqc23xUUhrG6PNpfUib4H4-BGxKQECIqMZTIThmsf-G1jpe-0z_CepAG24iFTR2XMwkaJ91ISTHiApydnrKg8oW9Kr_liGlvd1wg5HImxExcEzp8qSlYrIRC5RzqXDUPQ8Hptswnbezo-U/s320/rotterd.jpg" width="320" /></a></div><br /> <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">I vetri e gli specchi sui grattacieli e sull’astronave
che è il<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>depot Boijmans (una
meraviglia), nel Markthal (il dentro visto da fuori e il fuori riflesso sul
dentro) e anche, per le prospettive improbabili, nelle case cubiche. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Gli edifici o complessi di edifici iconici di
Rotterdam sono davvero imperdibili.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh3m4UIjPmMblK2KAagmhYBVnJKdaN7TRJX4wQcEzN46cy0nBmIzHw0QuoQGzPgOGqYO3fqxLI7w3twUVVdQml0pIKYJmpUYUPVXfLchpiCyns9RmgFsz4uAH-h_Sc_XytXVlZn_CXd8a8AjlrzauLEeSS0KkFd7AjHPXkIJQ1Rs6nu7Et6DARALwP6stg/s3263/IMG_20230726_120414.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1467" data-original-width="3263" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgh3m4UIjPmMblK2KAagmhYBVnJKdaN7TRJX4wQcEzN46cy0nBmIzHw0QuoQGzPgOGqYO3fqxLI7w3twUVVdQml0pIKYJmpUYUPVXfLchpiCyns9RmgFsz4uAH-h_Sc_XytXVlZn_CXd8a8AjlrzauLEeSS0KkFd7AjHPXkIJQ1Rs6nu7Et6DARALwP6stg/w640-h288/IMG_20230726_120414.jpg" width="640" /></a></div><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><span style="text-align: left;">A </span><b style="text-align: left;">Gouda</b><span style="text-align: left;"> il giovedì, nella stagione estiva, nella
piazza davanti allo Stadhius, si inscena con tanto di carretti e cavalli e
giovani vestiti da antichi casari con zoccoli e cappellino, la vendita del
formaggio.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKgVAWd4ff3F7QdViAsiAc6tTFEkrN8yyxc1yXjD2nSKtqluNNxcxejn8qmwwGg8RD1nRcKpkd9lF_fpYju3xEhMr7kOzrIJWazQmTB8pphDjg1SBdjLnTHUF7pn5vylFz5F_zXse-7_8kHPVxE-zBweXLH-2CY5AQtIVnhv5nvVLWnwEYjnHDog8XYoF_/s3280/IMG_20230727_114127.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKgVAWd4ff3F7QdViAsiAc6tTFEkrN8yyxc1yXjD2nSKtqluNNxcxejn8qmwwGg8RD1nRcKpkd9lF_fpYju3xEhMr7kOzrIJWazQmTB8pphDjg1SBdjLnTHUF7pn5vylFz5F_zXse-7_8kHPVxE-zBweXLH-2CY5AQtIVnhv5nvVLWnwEYjnHDog8XYoF_/s320/IMG_20230727_114127.jpg" width="320" /></a></div><br /></span></span></div><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Le grandi forme di plastica formano due ali di fronte
al municipio. Il vero gouda si acquista alle bancarelle, che fanno ala alle ali
del finto formaggio.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">La pioggia non ferma la vendita né la messa in scena. </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Ma con la pioggia è tutto più triste.</span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">Lo stadhius, pur con le bandierine rosse, ha un
inquietante aspetto gotico.</span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">E meno male che la maggior parte dei Gouda hanno la paraffina
gialla e non nera come l’Asiago o il Bella lodi.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">L’Aia, anzi </span><b style="font-family: "Times New Roman", serif;">Den Haag</b><span style="font-family: "Times New Roman", serif;"> è una città</span><span style="font-family: "Times New Roman", serif; mso-spacerun: yes;"> </span><span style="font-family: "Times New Roman", serif;">molto elegante, un salotto buono.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-Yy9oWv9VMfBTIk1yP_i49CAwnj9nnfESOGE-RjNBeSOeL4C7ByUYDlBBneQ3eyOjiwk7cQzRpIZ_F0w92hkwM3shuVupL7rmKxnXVtlmf18UXTmwCSEmtPohZWS9-6pz1rVo02qKOrN-8r5HoPDHzVLWT0zGrZIZlxSm_zsMSH-zpFl0cIo97tel8zHG/s3884/den%20haaaa.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1379" data-original-width="3884" height="229" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi-Yy9oWv9VMfBTIk1yP_i49CAwnj9nnfESOGE-RjNBeSOeL4C7ByUYDlBBneQ3eyOjiwk7cQzRpIZ_F0w92hkwM3shuVupL7rmKxnXVtlmf18UXTmwCSEmtPohZWS9-6pz1rVo02qKOrN-8r5HoPDHzVLWT0zGrZIZlxSm_zsMSH-zpFl0cIo97tel8zHG/w640-h229/den%20haaaa.jpg" width="640" /></a></div><br /> <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Lo si nota anche dai tipi seduti ai tavolini dei
locali: in nessuna altra città dei paesi bassi ho notato così tante signore
con<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cappelli a faldone e<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>foulard (<i>Ambrogio, un cioccolattino</i>), e non
solo nei dintorni della strada delle ambasciate. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Escher in Het Paleis (quanti disegni italiani!) e il
Panorama Museum sono due musei assai belli. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Certo, il costo del biglietto del Panorama Museum
sembra un po' esagerato per un solo quadro (c’è anche altro, ma è decisamente
trascurabile), ma di dipinti così<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non
credo ce ne siano altri. Non immaginavo di trascorrere più di un’ora a guardare
una sola opera. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Un po' per il trastulliamento davanti alle prospettive
aliene di Escher, un po' per l’osservazione minuta del quadrone di paesaggio di
Hendrik Willem Mesdag (14 metri di altezza e 120 metri di circonferenza), la riviera della città me la sono persa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Vabbuò. Ma tanto per cambiare, anche a Den Haag piove
e fa freddo. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-1.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (1)</a></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi2.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (2)</a></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-4-urk.html">La fredda estate nei Paesi Bassi. (4)</a></span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman", serif; line-height: 107%;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-5.htm">La fredda estate nei Paesi Bassi. (5)</a></span></p>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-57807107024794549662023-10-29T11:04:00.002+01:002023-10-29T12:05:38.581+01:00La fredda estate nei Paesi Bassi.(2)<p style="text-align: justify;"><span></span></p><a name='more'></a>Verso e da i Paesi Bassi c’è da attraversare la Svizzera. Meglio evitare la frontiera di Chiasso attraversando la Valle d’Intelvi (tornanti a precipizio). <p></p><p style="text-align: justify;">La dogana di Arogno è sbarrata, non c’è nessuno. Si fila - alla velocità che le strade di montagna consentono – lisci come bisce.</p><p style="text-align: justify;">Ma a sapere dell’esperienza mistica che c’è da vivere nel tunnel del san Gottardo, avrei fatto tutt’altro giro, altri chilometri e altre tappe, per arrivare nei Paesi Bassi.</p><p style="text-align: justify;">Non è solo per l’angoscia che invade percorrendo i 18 km della galleria – l’indicatore di temperatura esterna sale a 36 gradi, mentre prima di entrare nel tunnel ne erano 14 – quanto per le file chilometriche prima di arrivare all’imbocco. </p><p style="text-align: justify;">3 ore per percorrere 10 km. </p><p style="text-align: justify;">[La Svizzera non è un paese per automobilisti.] </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJWKzkg3-OuSKqbN2gKaepVI6-J-cYP2mWKXSVPF1VFnEpdTyfu18448c1Kr1GwrqDKz1GDoVf_KWMXEOR_j0UxHYR44sAX0o4pRXFjlhIgzne32gmwgO4uHVdnrguO4S6UYJqYJMdbEbvjvqwcEuRoyBm89Rr_R7r_sbn3-rgxcd3Ef8b3HkZKYK_HA_e/s4000/cicogna.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="4000" data-original-width="1800" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJWKzkg3-OuSKqbN2gKaepVI6-J-cYP2mWKXSVPF1VFnEpdTyfu18448c1Kr1GwrqDKz1GDoVf_KWMXEOR_j0UxHYR44sAX0o4pRXFjlhIgzne32gmwgO4uHVdnrguO4S6UYJqYJMdbEbvjvqwcEuRoyBm89Rr_R7r_sbn3-rgxcd3Ef8b3HkZKYK_HA_e/s320/cicogna.jpg" width="144" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><b>Colmar</b> è inondata da cicogne. </p><p style="text-align: justify;">Il souvenir tipico, oltre ai pupetti in costume disegnati da Hansi, Jean-Jacques Waltz, che sta all’Alsazia francese come Hergè al Belgio. </p><p style="text-align: justify;">C’è persino un museo a lui dedicato, con un pianterreno/negozio di libero accesso (mi sono limitata a quello). </p><p style="text-align: justify;">Colmar viene definita la piccola Venezia per i suoi canali attraversati da canoe/gondolette. E però. Barchetelle sui canali nelle città attraversate da fiumi ce ne sono a bizzeffe, anche a Bruges in Belgio per non dire in Olanda. </p><p style="text-align: justify;">Ma il centro storico è davvero carino, nonostante la venatura eccessiva di horror vacui. [Che bisogno c’è di impupazzare le case a graticcio, che già sono colorate e decorate, di fiori, cuori, bambullelle, farfalle, nastri, fiocchi?]</p><p style="text-align: justify;">Più di Colmar sono belli i piccoli borghi che distano qualche manciata di chilometri. </p><p style="text-align: justify;">Più di <b>Riquewihr</b>, famosa per la piazza con la fontana che – dicono – abbia ispirato la scenografia de La Bella e la Bestia, delizioso è <b>Eguisheim</b>: la piazza centrale con la chiesa di San Leon IX, sui cui tetti e pinnacoli hanno fatto nidi tante cicogne, è davvero suggestiva. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEB3l3pmGvQgIo8Xfn-CU2mnSzQxyEK-YlZY9k-cRmf8tu4xCJh-_6pdEcve0upti3u6351VXbA8J8DC3kNkQ19r9p4TsuEJYEBWfyyw6yDacm61I48dJlWUb9IeTjsJrhUrtgoG4oxmP8Ee83Qz41FRHYY9NWxoVTZ0jAQPL34-CaQ8Cz8KWdw2ZhxovQ/s3265/eguisc.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1620" data-original-width="3265" height="318" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiEB3l3pmGvQgIo8Xfn-CU2mnSzQxyEK-YlZY9k-cRmf8tu4xCJh-_6pdEcve0upti3u6351VXbA8J8DC3kNkQ19r9p4TsuEJYEBWfyyw6yDacm61I48dJlWUb9IeTjsJrhUrtgoG4oxmP8Ee83Qz41FRHYY9NWxoVTZ0jAQPL34-CaQ8Cz8KWdw2ZhxovQ/w640-h318/eguisc.jpg" width="640" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;">La folla però si concentra nella viuzza più istagrammata, quella in cui una casa stretta segna un bivio. Quasi impossibile vederla senza la fila di fotografi, modelle e selfisti.</p><p style="text-align: justify;">Al ritorno, in linea parallela, altra nazione, la sosta è nella parte più meridionale della Foresta nera. </p><p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQDRqE-I8eIeMcnUGHVYJXIPVFcIlr0gbl2Xbp564BziMU6KU9EfNgq-59JN0g3rFxgemc_tDW3ZI6IyFh2YTPiMnQw5MLhHhgrf8KillTjFS_5f4Vk5K-ZbdlKkOsr-pv7WCnwRRIKGiLgdArSaB-_4Jj-_7zA1SgcCOk7RCDEv0siikhVut8cJj-fZIY/s3118/IMG_20230804_214718.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1836" data-original-width="3118" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQDRqE-I8eIeMcnUGHVYJXIPVFcIlr0gbl2Xbp564BziMU6KU9EfNgq-59JN0g3rFxgemc_tDW3ZI6IyFh2YTPiMnQw5MLhHhgrf8KillTjFS_5f4Vk5K-ZbdlKkOsr-pv7WCnwRRIKGiLgdArSaB-_4Jj-_7zA1SgcCOk7RCDEv0siikhVut8cJj-fZIY/s320/IMG_20230804_214718.jpg" width="320" /></a></div><b><p style="text-align: justify;"><b style="text-align: left;">Munstertal</b><span style="text-align: left;">, tra le valli, a breve – relativamente breve – distanza da </span><b style="text-align: left;">Friburgo</b><span style="text-align: left;">. </span></p></b><p></p><p></p><p style="text-align: justify;">Il clima non è clemente. Piove, fa freddo. </p><p style="text-align: justify;">Ma irresistibile è la voglia di mettere i piedi ammollo nei canaletti di Friburgo, complice un imprevisto e benvenuto cielo luminoso. </p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">I bambini, tenendole con una funicella, lasciano scorrere sui canaletti delle barchette. [Però lo sguazzo con mani o coi piedi è un gioco più divertente]</p><p style="text-align: justify;">La cattedrale di Friburgo è maestosa: è giorno di mercato e la piazza pullula di bancarelle. Frutta, formaggi e salumi e tante piante e fiori. Folla. </p><p style="text-align: justify;">A Friburgo il rapporto tra antico e moderno stride. </p><p style="text-align: justify;">Vedere la scritta Mc DONALD’s a caratteri cubitali sull’edificio attaccato alla Martinstor, o sfrecciare un tram sui binari posti sotto l'antica porta, è pura cacofonia.</p><p style="text-align: justify;">Baviera, Baden, ed è subito birra. </p><p style="text-align: justify;">Ma anche no. </p><p style="text-align: justify;">A <b>Staufen im Breisgau</b>, la collina sulla quale dominano le rovine del castello Burgruine e alle cui pendici si erge un grande Bacco di pietra, è tappezzata di vigne. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCiD3LoO9lb37Ky2wkGbYYHM4XcyP534KZ0rzfTlISndBqEkxRGR0HSJ6-yJzJcrVuDw4KQR4W3hO9gIFKI8wRmNGLxrQDKIksRBtM1-tYFjOhDyYe-S0VF6Ru5yiOqinideKpSX_jBQWFdXZlXD_Seza_wVKYCMJlQcBIHYLAc-JFozj5pQNyA3GkUPwd/s4000/IMG_20230806_115136.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCiD3LoO9lb37Ky2wkGbYYHM4XcyP534KZ0rzfTlISndBqEkxRGR0HSJ6-yJzJcrVuDw4KQR4W3hO9gIFKI8wRmNGLxrQDKIksRBtM1-tYFjOhDyYe-S0VF6Ru5yiOqinideKpSX_jBQWFdXZlXD_Seza_wVKYCMJlQcBIHYLAc-JFozj5pQNyA3GkUPwd/s320/IMG_20230806_115136.jpg" width="320" /></a></div><p style="text-align: justify;">Grappoli pieni, turgidi. </p><p style="text-align: justify;">La festa del vino – quella di Friburgo me la sono persa – ha il carattere della sagra. </p><p style="text-align: justify;">Magna e bevi. </p><p style="text-align: justify;">Alla prima bevuta si paga anche il bicchiere. Lo si porta appresso di stand in stand per la mescita, e alla fine, quando i vini di tutti i produttori sono stati assaggiati – ma anche solo di un paio, gli astemi e i blandi bevitori sono tollerati – lo si consegna per la restituzione del denaro. </p><p style="text-align: justify;">O diventa souvenir. </p><p style="text-align: justify;">Meglio il vino che il bicchiere.</p><p style="text-align: justify;">Meglio il vino che la birra. Anche in Germania.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRjHrt8wAHRzbZJXsFzra8p0oE4sejTgSEu1CStiOFIOKN9s1cwAavQoHD8SLad_7B3rIsMjjyWfaFYMYwW4r3sJoL_dk95-bfrmqNmkseKc48nFF9zyxhrZ6jzl1SKllvf91DdSYEK2Z6Hd5xfgSWHQSD1TiKFTE7DsGpOdYqhFf_U0UyHLfU_4xcEco0/s3280/IMG_20230806_201653.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRjHrt8wAHRzbZJXsFzra8p0oE4sejTgSEu1CStiOFIOKN9s1cwAavQoHD8SLad_7B3rIsMjjyWfaFYMYwW4r3sJoL_dk95-bfrmqNmkseKc48nFF9zyxhrZ6jzl1SKllvf91DdSYEK2Z6Hd5xfgSWHQSD1TiKFTE7DsGpOdYqhFf_U0UyHLfU_4xcEco0/w640-h288/IMG_20230806_201653.jpg" width="640" /></a></div><br /><p style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-1.html" target="_blank">La fredda estate nei Paesi Bassi (1)</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-3.html">La fredda estate nei Paesi bassi (3)</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-4-urk.html">La fredda estate nei Paesi bassi (4)</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-5.html">La fredda estate nei Paesi bassi (5)</a></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><div><br /></div>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-58955071967704225982023-10-25T23:05:00.001+02:002023-10-29T12:10:16.381+01:00La fredda estate nei Paesi Bassi. (1) <p style="text-align: left;">Comincia a far freddo. A questo punto non resta che ricordare i mesi estivi, luglio e agosto 2023, in Olanda. Un ritaglio d'autunno in mezzo ad una lunghissima estate. </p><p>Arrivare con l’auto direttamente nei Paesi Bassi, (epi)centro del viaggio di quest’anno, non sarebbe stata una pazziella, una vacanza, ma una smazzata (manco i camionisti). </p><p>Diviso il percorso e moltiplicate le tappe, il risultato è stato tanti viaggi in uno. Paesi Bassi e verso e da i Paesi bassi: Modena, Como e dintorni, Colmar e dintorni, Friburgo e dintorni. </p><p><b></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><b><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Y-kRP0ABCLnd3JxDzYtwTN-TpNWqtFDoLicrM1Ayq1dvc9ORUZiJQqRGnS00OIrPWOP9lgQGYO3Dm-CkY09phuOnQYehmew6a2FkbALau2QkibW2sOGdVo7CSSlIcUcrcNd63tZvIaLassys6_R4XA-3ivZ0vkAumiPqGCXxh7kr91_oUCRHthVyYBy8/s4080/IMG_20230720_161709.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="4080" data-original-width="1836" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1Y-kRP0ABCLnd3JxDzYtwTN-TpNWqtFDoLicrM1Ayq1dvc9ORUZiJQqRGnS00OIrPWOP9lgQGYO3Dm-CkY09phuOnQYehmew6a2FkbALau2QkibW2sOGdVo7CSSlIcUcrcNd63tZvIaLassys6_R4XA-3ivZ0vkAumiPqGCXxh7kr91_oUCRHthVyYBy8/w144-h320/IMG_20230720_161709.jpg" width="144" /></a></b></div><b><br /><br /></b><p></p><p><b>Modena</b> non era prevista, è stata infilata pochi giorni prima della partenza [la vita è breve, meglio coglier al balzo tutte le occasioni], per fare l’esperienza di un ristorante stellato (monostellato, il firmamento non è alla mia portata). </p><p>Sotto l’afoso solleone, con pochissima gente per strada, mi ricorderò dei portici, rifugio ombroso, della memoria partigiana incardinata sulla torre Ghirlandina, simbolo della città, la cui visita – mappata di scalini – è stata ripagata non esclusivamente dalla vista a 360° ma da un sollazzevole venticello percepibile solo alla quota dell’ultimo piano.</p><p>[e le zanzare, ma quello sono un flagello che non ha nazionalità né campanile]</p><p><br /></p><p><br /></p><p><br /></p><p>Del variegato piccolo assaggio di alcune località del lago Lario, <b>Abbadia Lariana</b>, sul ramo di Lecco, è stata una casuale e bella scoperta. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPE99MWS3AkPo9xZxwmwPcO-hz97DWvD5tXdALSSoUnqV6FMg_hduxlTnNqvM5sPT50x_LiS3vx1bAMcI6kH0l3RKvCDU_TwBHby_BrCygrSXaOCahNOABiWVu4E4b-sZQx0vCyQuxPyO8nefg-FT902SrggRdYB_sndpYOWjynqi1XTtFfsBCdARpmjVF/s4000/IMG_20230721_131158.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPE99MWS3AkPo9xZxwmwPcO-hz97DWvD5tXdALSSoUnqV6FMg_hduxlTnNqvM5sPT50x_LiS3vx1bAMcI6kH0l3RKvCDU_TwBHby_BrCygrSXaOCahNOABiWVu4E4b-sZQx0vCyQuxPyO8nefg-FT902SrggRdYB_sndpYOWjynqi1XTtFfsBCdARpmjVF/s320/IMG_20230721_131158.jpg" width="320" /></a></div>Spiaggia semideserta, più anatroccoli che persone, acque trasparenti, alberi, aucelluzzi. Pace. <p></p><p>Sarà stato il giorno infrasettimanale, sarà stata la tempesta mattutina che ha scoraggiato le gite fuori porta, sarà che la fortuna qualche volta passa. </p><p>Qualche volta. </p><p>La visita di Villa Monastero a Varenna, programmata in anticipo, zompa: parcheggi full. E allora si infila l’alternativa: <b>Fiumelatte</b>, il fiume dal corso più breve che c’è. </p><p>Infatti non c’è proprio. </p><p>Asciutto, completamente secco. Anche a risalire verso la sorgente, in una stradulella dove l’incuria impera, si coglie solo un leggero umidore della terra che la rende culla per zanzare. </p><p>L’arrivo in anticipo al punto di imbarco auto da <b>Varenna</b> per Menaggio offre la possibilità di ingannare l’attesa facendo un rapidissimo giretto. Un tempo era borgo di pescatori. Un tempo. </p><p>La passeggiata sul ponte degli innamorati ha poco di romantico, nel frenetico andirivieni di turisti; l’immaginazione ha la meglio sulla realtà. </p><p><b>Menaggio</b>, sul ramo di Como, è affollata di auto, di persone, di alberghi e ristoranti. </p><p><b>Argegno</b> è un borgo meno caotico. Un bel colpo d’occhio da lontano, ma aggirandosi tra i vicoli stretti del centro storico la percezione è di trascuratezza. </p><p>E’ stata un’ottima scelta aver preferito come base un paesino delle montagne, nella Val d’Intelvi, piuttosto che uno dei rinomati paesi fronte lago. </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQbH1vB-yhnjpQCyvyMI6crANTq2PLVrWaS4IjDilIqLJzhnEN0IABOBqAss13TdP321GzWs1CYDy46PE-vszL-iZ7LYN-1ZfJ7nS9eZQbHX6C2Mf1eRr57RfU1h2pF2zX-lqXHasploiuvftetEOInseSINFTNofQmRdxgW2sCDP8azjukzsq5Eg9n8LS/s4000/IMG_20230807_190935.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgQbH1vB-yhnjpQCyvyMI6crANTq2PLVrWaS4IjDilIqLJzhnEN0IABOBqAss13TdP321GzWs1CYDy46PE-vszL-iZ7LYN-1ZfJ7nS9eZQbHX6C2Mf1eRr57RfU1h2pF2zX-lqXHasploiuvftetEOInseSINFTNofQmRdxgW2sCDP8azjukzsq5Eg9n8LS/s320/IMG_20230807_190935.jpg" width="320" /></a></div><br /><p></p><p>[La folla s’addice ai centri commerciali.] </p><p>E’ a <b>Cerano d’Intelvi</b> che mi sono resa conto della impari lotta – cronopio v/s fama – tra l’ambizione a voler essere montanara e le abitudini cittadine. </p><p><i><br /></i></p><p><i><br />Camminate? </i>Chiede Orso, l’oste allevatore.Il Sentiero delle espressioni è la meta. </p><p>A 20 minuti, recita il cartello, inizia il sentiero. A 5 minuti da lì, con il fiato corto e innumerevoli inciampichi e ruciulamenti, il dietro front. </p><p>Obiettivo fallito ancor prima di avvicinarlo, stante una ripida salita sterrata, adatta agli zoccoli delle caprette, a piedi addestrati e non ai miei sandaletti.</p><p>Eppure è un sentiero facile. Ma quali camminatori. Passeggiatori urbani.</p><p>Urbani e di pianura. </p><p><i>Liscio il caffè?</i> Ho pensato che l’alternativa potesse essere schiumato, macchiato, lungo. Gli anziani a colazione lo bevono con la grappa.</p><p>Mio nonno qualche volta, quando non era troppo vecchio e io assai bambina, aggiungeva l’anice al caffè. Poi di caffè corretti dalle parti mie non ne visti più.</p><p><b>Como</b> città non avrebbe meritato uno sguardo di sfuggita. </p><p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSsb-D8PGiFumhJUsAulb_VQxJvZ0NO5sn1yytaWjBLpCv2cYM9ZAfHUPChnD8TK1gofjy4Mb_UvjT3MocgG2iiIru9wZHxFyx_2WEOlOTgpaYAMdK6Y7mSo-kJvdzrnwmsxVuCgy-9PRyZddYoCT4wzKuTVUkyss0ZVPSN_jj3S4FysmbQFmIgmdQYhJz/s3280/IMG_20230809_125839.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="144" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgSsb-D8PGiFumhJUsAulb_VQxJvZ0NO5sn1yytaWjBLpCv2cYM9ZAfHUPChnD8TK1gofjy4Mb_UvjT3MocgG2iiIru9wZHxFyx_2WEOlOTgpaYAMdK6Y7mSo-kJvdzrnwmsxVuCgy-9PRyZddYoCT4wzKuTVUkyss0ZVPSN_jj3S4FysmbQFmIgmdQYhJz/s320/IMG_20230809_125839.jpg" width="320" /></a></div><p></p><p>Meglio poco che niente: Villa Olmo e la passeggiata Gelpi, il verde – alberi, panchine - che punteggiano la cittadina sono rilassanti anche se animati; freschi, belli. </p><p>Molto meno attraenti le file maestose sotto il sole cocente agli imbarchi per i traghetti: i nebulizzatori proprio sull’uscio della biglietteria mentre il serpentone umano si allunga per metri e metri mi sono sembrati quasi uno sfottò [il premio per aver tanto patito]</p><div><br /></div><div><br /></div><div><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi2.html">La fredda estate dei Paesi Bassi (2)</a></div><div><br /></div><div><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-3.html">La fredda estate dei Paesi Bassi (3)</a></div><div><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-4-urk.html">La fredda estate dei Paesi Bassi (4)</a></div><div><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2023/10/la-fredda-estate-nei-paesi-bassi-5.html">La fredda estate dei Paesi Bassi (5</a>)</div><p style="text-align: left;"><br /></p>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-28860388243439093822023-06-25T08:48:00.038+02:002023-10-29T12:10:54.930+01:00Un anno dopo. Trieste, Plivtice, Dubrovnik<p> </p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Non ricordo più perché non pubblicai il racconto del
viaggio dell’anno scorso. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">L’ho ritrovato, mettendo ordine nel caos del desktop
del pc, in una cartella nella quale non avrebbe dovuto esserci.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Forse avrei voluto scrivere altro. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">(mancano note su Sibenik, Orosac,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Spalato)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ora non posso aggiungere nulla, ma non voglio tenerlo
da parte. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Riprendo la storia, metto una passerella<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tra l’estate scorsa e quella che sta
iniziando, senza guardare il vuoto sotto.<span style="mso-spacerun: yes;">
</span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Luglio/agosto 2022 <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">In principio avevo pensato a Bosnia e Croazia. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Tre<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>i luoghi <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>per <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>determinare l’itinerario: laghi di Plitvice,
Dubrovnik, Sarajevo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Natura, memoria, storia.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Plitvice è nella lista dei <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>posti da visitare: in quella lista uno ne <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>spunto e venti ne aggiungo (non mi basterà una
vita per accorciarla). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Dubrovnik è la madeleine:<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quanto dei ricordi sopravvive a tanti ma
tanti anni? <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Era ancora Yugoslavia quando ci andai la prima volta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">A Sarajevo – che insana smania – avrei fatto
pellegrinaggio tra i segni del conflitto balcanico. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Poi la guerra è arrivata di nuovo in Europa: nei primi
mesi la notizia era quotidiana, anzi, era <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>cronaca minuto per minuto. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Mi è passata la voglia di incontrarla anche nei
simulacri. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Saltata la Bosnia, l’itinerario si è fatto leggero:
qualche città, un’isola, più mare. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Prima tappa, non solo di passaggio, <b>Trieste</b>. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Trieste è una città di mare e di confine, mobile e
varia come le strade del centro che sono saliscendi e spesso <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>te lo scordi di arrivare in due minuti<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>da<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>A a
B, punti distanti in linea d’aria 100 metri: nessuna strada diretta, ma circumnavigazioni
dell’isolato in salita e poi in discesa e ancora in salita e poi in discesa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Meno male che c’è l’ascensore del parcheggio San
Giusto, compensa in parte lo spolmonamento. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Il corridoio che porta all’ascensore è stretto e
lungo. Su una parete ci sono bei murales: polpi e navi, chiese e gabbiani, vicoli
e pesci. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Trieste è una vera città di mare. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">[Napoli non lo è. Il mare non bagna Napoli: oltre
l’Ortese, la rabbiosa esperienza. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Vide 'o mare quant'è bello, spira tanto sentimento. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Vedi, vedi il mare,<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>ma non lo vivi, a meno che non<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>scelga un carestosissimo lido o il mappatella beach, uno ‘ncuoll a n’ato
in un glommero di spiaggetta.]<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Il lungomare di Barcola (anzi, da Grignano a Barcola) è
un lunghissimo solarium. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sul marciapiede asciugamani, seggioline, lettini.
Mancano gli ombrelloni, ma gli alberi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>provvedono all’ombra. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ci sono le scalette per entrare in <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>acqua - dagli scogli sarebbe poco agevole - <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e anche le docce. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Gratis. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Un euro invece per l’ingresso nei bagni La Lanterna
Pedocin. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Da una parte donne e bambini, dall’altra uomini. Non
solo separati in spiaggia, ma anche in mare, dove per molti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>metri si erge un muro divisorio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Allungando l’occhio, il lato maschile è semideserto, invece
quello opposto un vero carnaio. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sotto il porticato decine di donne velate, vestite da
capo a piedi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Val la pena fare capatina – la struttura è ferma
all’anteguerra anche negli arredi - ma l’ insofferenza verso il sovraffollamento,
il principio dell’apartheid e della contraddizione mi ha spinta ad andare via
dopo dieci minuti. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">(Barista e bagnino apparentemente uomini. Se il
principio del genere vale per gli ospiti, perché non vale pure per i dipendenti?)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ma tant’è, di mare da vivere <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>ce n’è per tutti i gusti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Anche con il pescaturismo.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3zzDSAe3L8s-mRTOfSnBiceNJipv4CYhBPtVehaaliI43b1rSBGbHXzEjZxjMBf3o_4ZcfzKIN7BonDDhhsU9GAIAX8aTmJ-6I65yOQG9g_ZgeHdhLPVyVuEENjUt6wGE8ilG9p4BxIPhBWOFUSHiNZDCHdzMOPqbr8qV-p-xrSyPI74ja_OyQ9e_KEY/s3280/IMG_20220716_203416.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgl3zzDSAe3L8s-mRTOfSnBiceNJipv4CYhBPtVehaaliI43b1rSBGbHXzEjZxjMBf3o_4ZcfzKIN7BonDDhhsU9GAIAX8aTmJ-6I65yOQG9g_ZgeHdhLPVyVuEENjUt6wGE8ilG9p4BxIPhBWOFUSHiNZDCHdzMOPqbr8qV-p-xrSyPI74ja_OyQ9e_KEY/w640-h288/IMG_20220716_203416.jpg" width="640" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">E’ una città di confine Trieste, fluida e accogliente,
come i suoi abitanti.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Fanno confidenze i triestini. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Mauro, il pescatore di Muggia, che guida la sua
barchetta fino all’allevamento di mitili<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>non risparmia<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>spiegazioni,
ricordi, aneddoti personali; Andrea che lavora al faro della Vittoria è stato a
Napoli per verificare se Gomorra fosse solo finzione; Lucio, che non ha più
voglia di gestire il b&b da quando non c’è più la sua compagna, guardando con
occhi spenti il frigo, la poltroncina, il portafrutta e le foto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>dice le storie che ci sono dietro ogni
singolo oggetto; Paolo, l’oste, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in menù
ha solo quello che ha voglia di cucinare – <i>c’è la pasta che ho fatto a mano,
c’è il pesce</i> - e come se lo conoscessi da quarantanni<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>incatena<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>racconti sul Carso e sull’Istria<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>dei suoi nonni, poi,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>solo se gli
stai simpatico, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>tira fuori la<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Brinjevec *riserva personale – bottiglia di
vetro avvolta nella carta di giornale. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">(meno male che gli sono simpatica)<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Trieste è i suoi castelli: Duino, Miramare e San
Giusto. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">L’ultimo è una fortezza più che una dimora, tant’è che
la visita, nei fine settimana dei mesi estivi è guidata da <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">una compagnia in costume che <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>racconta l’arte delle armi (ehhh, inquietante
ossimoro).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Duino e Miramare erano residenze: delle carte da
parati abbinate ai tendaggi non me ne può fregar di meno, ma che meraviglia i
panorami dalle finestre. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Il parco di Miramare è aperto e gratuito, e dalla
panchina al centro dell’insenatura delimitata da un lato dalla Sfinge e
dall’altro dalla grotta di Carlotta si può stare ore a guardare il vento che
increspa la superficie del mare in moti che ricordano il volo degli storni.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Per entrare nel parco del castello di Duino, che è
privato, bisogna acquistare il biglietto. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ma c’è il sentiero Rilke che permette di vedere oltre
gli orizzonti dei castellani. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">[Gli occhi sono le vere finestre.]<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">La scelta tra natura e “cultura” innesca il dubbio
amletico. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ma se penso da una parte alle mastodontiche navi da
crociera che stanziano ai piedi di piazza Unità di Italia, chiudendo a
quadrilatero il salotto buono dei triestini e oscurando il tramonto, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>e dall’altra <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>al silenzio, ai colori, alla quiete della foce
dell’Isonzo e poi le vo’ comparando, il dubbio si scioglie.</span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVKDHFnalwRnPFvTWOwYdyYQ7tSaB4EYIrkiVIr0MOYO5m4NkQGj2inCsyTKIvNKCgZQrdbf--HNvI8dXKVOiGi-OYAo0dg8rFaGzbpTzSQ-rjRAil5KL1l1p-h3xz-7mf81Sp4Q1eN2zlvt3dDTIXqO6Fmz8K7Jn_gNarHvYF0mr-vKxb1te9aJtO3pdn/s3000/IMG_20220714_213136.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3000" data-original-width="3000" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVKDHFnalwRnPFvTWOwYdyYQ7tSaB4EYIrkiVIr0MOYO5m4NkQGj2inCsyTKIvNKCgZQrdbf--HNvI8dXKVOiGi-OYAo0dg8rFaGzbpTzSQ-rjRAil5KL1l1p-h3xz-7mf81Sp4Q1eN2zlvt3dDTIXqO6Fmz8K7Jn_gNarHvYF0mr-vKxb1te9aJtO3pdn/w640-h640/IMG_20220714_213136.jpg" width="640" /></a></div><br /> <o:p></o:p><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Della Yugoslavia della mia giovinezza ricordo<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>laghi e<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>cascate –<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>pessime fotografie ne
sono sfocata testimonianza – ma non i loro nomi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Forse, consultando google map, quelle di Kravice, ora
Bosnia. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Chissà come erano i <b>laghi di Plitvice</b> prima di
diventare una destinazione cult del turismo di massa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sono una meraviglia anche con miriadi di omini che
transitano sulle passerelle e attraversano i<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>sentieri. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">(frotte scaricate dai trenini elettrici e dai <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>barconi che fanno spola tra le sponde dei
laghi inferiori). <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">L’esplosione di colori – tutte le sfumature del verde
e del blu -, il continuo ohhh per il sorprendente susseguirsi di cascatelle,
cascatone, rivoli, luccichii, trasparenze, alberi sott’acqua come relitti di
velieri… […] confermano i fiumi di parole versati sulla loro bellezza,
nonostante l’affollamento. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuQ1pXJ4mtorhrl75iEeTP1rzIMvQl_ikey_RTu59fLT2uP85w6F83gDENVJpKPu1fROtezMh5nbPVs25me249AWoDsbq_HHk-FWi6vRJ6z2mzPT6QZsWM-7fhk8nsTI7oVE0wMC4HEgvBJK9U7BkzQ-Wcn3dGbeUnur8gGCurXk3U7zGqvKF7LQBEIpEc/s3280/IMG_20220720_090731.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1476" data-original-width="3280" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjuQ1pXJ4mtorhrl75iEeTP1rzIMvQl_ikey_RTu59fLT2uP85w6F83gDENVJpKPu1fROtezMh5nbPVs25me249AWoDsbq_HHk-FWi6vRJ6z2mzPT6QZsWM-7fhk8nsTI7oVE0wMC4HEgvBJK9U7BkzQ-Wcn3dGbeUnur8gGCurXk3U7zGqvKF7LQBEIpEc/w640-h288/IMG_20220720_090731.jpg" width="640" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Chissà quale scenario si apre in autunno.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">(spuntato dalla lista, rimesso nella lista) <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">L’Adriatico ha figlio e figliastro. Ad uno ha regalato
migliaia di isole e isolotti, insenature, fiordi, penisole, frastagliature. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">All’altro quasi solo sabbia piatta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Quando si ha troppo a disposizione si ha l’imbarazzo
della scelta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sibenik, Orosac - Dubrovnik, Bol sull’isola di Brac e
Trogir, quattro le tappe da cui se ne diramano altre: simili per certi versi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Nessun racconto cronologico, né logico. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Tracce sparse da adesso. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Chiare fresche acque. <o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Il mare in Croazia è trasparente e bello dovunque sono
stata. Magari è complice il fondale, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>raramente di sabbia, solo sassi e rocce. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">(no, dovunque no. A Ciovo, isola appendice della città
di Trogir, collegata con un ponte alla terraferma, il galleggiamento di
munnezza varia e assortita in più di una caletta mi ha costretto a girare la
capa del cavallo. Le correnti sono infami).<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Comunque non vale mai la pena fare, [come ho rifatto
io, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>non mi ha insegnato nulla
l’esperienza greca, Itaca, ah, Itaca], i tour organizzati <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>in barca per ammirare<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>mitiche lagune o isole iperdecantate: meglio
utilizzare i traghetti di linea (Jadrolinija for ever) e stazionare una
giornata su ogni isola piuttosto che il mordi e fuggi di 30 minuti a scalo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Dell’ultimo tour in barcone, da Trogir alla laguna blu
e isola di Solta, mai dimenticherò <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>la
puzza di sgombro arrostito <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>–<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>menù di pesce alternativo al petto di pollo
incluso nel biglietto sotto la voce “pranzo a bordo” – che ha appestato l’aria,
nonostante il mare aperto e il vento, per tutta la durata del viaggio di andata.
<span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Avrei dovuto portare il binocolo per guardare la
laguna blu: a malapena si intravedeva tra la folla di motoscafi e barchetelle. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">In Croazia le spiagge sono quasi tutte libere, ma il
parcheggio è una croce: o a pagamento, o selvaggio, o un terno al lotto, o
distante assai, ma proprio assai dall’agognata meta o tutte queste cose messe
insieme. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Per qualcuna ci si deve addossare la croce.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Della famosissima <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Zlatni
Rat, o Corno d’oro, nell’isola di Brac, non posso che dirne bene.<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnVfeX2pWVnmXRt77wngmkTt3l86ZybYurEtkNbDknXPSoyEqMub7yOFfsibi4kldF5FiXAhSYzr5u9BmDAGy2440tWPI80DuPwLWOheReMGQuzIoAweOO6D5z5ZhCj3BdWxLi9M9wrYhGGg6GlRSd1JtpojSgI9g9pLOXxsKmu2bgZE634TNTdGjo3QRq/s4000/IMG_20220728_115244.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnVfeX2pWVnmXRt77wngmkTt3l86ZybYurEtkNbDknXPSoyEqMub7yOFfsibi4kldF5FiXAhSYzr5u9BmDAGy2440tWPI80DuPwLWOheReMGQuzIoAweOO6D5z5ZhCj3BdWxLi9M9wrYhGGg6GlRSd1JtpojSgI9g9pLOXxsKmu2bgZE634TNTdGjo3QRq/w640-h288/IMG_20220728_115244.jpg" width="640" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ci sarebbe voluto il drone <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>[maledetti ladri, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>quello si sono fottuti insieme a poche bagattelle
poco prima di Natale mettendomi la casa a soqquadro], perché a livello del mare
non si percepisce interamente la sinuosa forma.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ma io so di essere stata proprio sulla punta della
lingua di sassolini, io sola, alle 7 del mattino, un puntino sulla punta. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Meraviglia ed estasi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Kuna e Euro. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p></o:p></span></b></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Non so se dirmi fortunata o scalognata – opto per la
seconda – ad aver fatto l’ultima estate in Croazia munita del doppio
portafoglio, uno per le kune e uno per gli euro. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">A pagare in euro o con la carta ci si rimette sempre,
gli uffici di cambio fanno un po' come gli pare e se hai fortuna riesci a
spuntare quasi il tasso ufficiale. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sarà l’ebbrezza dell’allineamento all’euro, sarà che i
turisti sono arrivati in tanti dopo la pandemia, sarà così o pomì, di fatto la
Croazia, o meglio la costa Dalmata, non è affatto economica. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Non so come facciano e come faranno a far quadrare i
bilanci le famiglie, considerando gli stipendi medi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Diana, la proprietaria del monolocale in cui
pernotto<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>vicino Dubrovnik – una parte
del suo garage riconvertito, carino e curato -<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>dice che i prezzi sono aumentati esageratamente, e per fortuna sulla
costa c’è il turismo, ma nell’interno… lasciando i puntini sospensivi.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Katarina, Dubrovnik, la guerra.</span></b><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Katarina era timida con il suo cartello in mano zimmer,
al porto di Dubrovnik, tra tante donne con gli stessi cartelli. La sua amica
non aveva posto per tutti, così la spinse avanti. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">La sua casa era in collina, costruita mattone su
mattone. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Il secondo piano era nuovissimo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Penso che fummo i primi ad alloggiarvi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Lei, il marito e i due figli, il primo anno furono
invisibili. La cucina e il bagno condivisi<span style="mso-spacerun: yes;">
</span>erano sempre liberi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Penso che facessero la posta, li usavano appena
uscivamo da casa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ci tornai altre due volte, prima della guerra. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">L’ultima volta, erano ospiti anche due ragazze serbe. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">A me erano simpatiche.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">[Natascia e Daliborka. Incredibile. Come sono risaliti
a galla questi due nomi e volti, non me lo spiego]<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Katarina non parlava inglese, ma la gestualità e un
dizionario italiano-serbocroato divennero gli strumenti di chiacchiere e
inciuci, sotto il portico, la sera mentre aspettavo che tutta la truppa fosse
pronta per uscire.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Quando passavano le ragazze serbe, Katarina la mite
arricciava il naso. Non le piacevano. </span></p><p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Loše.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Non ho mai capito perché. <o:p></o:p></span></p>
<blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Quando scoppiò la guerra, prima dell’esistenza di<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>whatsapp e del web (nel pleistocene), scrissi
due lettere alle quali non ebbi risposta. </span></p></blockquote>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Non ho più l’indirizzo. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ho girato su per le colline, ma non ho riconosciuto la
casa, ora ce ne sono troppe. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Le uniche cose che posso sovrapporre alla mia memoria sono
le mura del centro storico, lo <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>stradun e
il maskeron, la pietra a forma di gufo, incassata in un muro e levigata dalle
mani e dai piedi di chi la tocca ancora pensando che porti fortuna. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Dubrovnik straripa di case, di turisti, di ristoranti
e di localini, di barche.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Non mi appartiene più. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Il mio ricordo si è fatto scheletro. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Come <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>a Kupari. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Che strano posto, Kupari, ad una decina di km a sud di
Dubrovnik.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Una baia esclusiva intorno alla quale era stato costruito
un complesso turistico lussuoso, tanti alberghi, una villa. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Degli alberghi, diventati sede dell’esercito yugoslavo
nella guerra d’indipendenza, non restano che gli scheletri. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Sventrati, svuotati: gigantesche carcasse <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>fanno da sentinelle <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>alla baia. Non posso fare a meno di guardarli.
<o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_70OG6C52Z8_1pZEkd_3Cd-eKvxElVF_fQbuSvNZeAPcs1p-UL7ym-HHuJWD2gD8wYhM-4LvRlgU5wcceH3lC8_KpRdhMluP8sm6-GLxz8SMnjQsoGf99x1QtDSO_2t4dgSaE96eAP88EPXLvtiZKHimV8a_3T9YIdz5vn1tZLT61u6uF4AU5aiHS_JJK/s4000/IMG_20220726_100727.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1800" data-original-width="4000" height="288" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi_70OG6C52Z8_1pZEkd_3Cd-eKvxElVF_fQbuSvNZeAPcs1p-UL7ym-HHuJWD2gD8wYhM-4LvRlgU5wcceH3lC8_KpRdhMluP8sm6-GLxz8SMnjQsoGf99x1QtDSO_2t4dgSaE96eAP88EPXLvtiZKHimV8a_3T9YIdz5vn1tZLT61u6uF4AU5aiHS_JJK/w640-h288/IMG_20220726_100727.jpg" width="640" /></a></div><br /><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><br /></span><p></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Impensabile un ripristino. Saranno abbattuti, prima o
poi. <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Di quel monito non resterà più niente.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Finisce qui. Mancano note su Sibenik, Orosac,<span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Spalato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal"><span style="font-family: "Times New Roman",serif; line-height: 107%;">Ora non posso aggiungere nulla, ho da pensare al
domani. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span><o:p style="font-size: 20pt;"></o:p></span></p>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-966403938353794672021-08-30T16:00:00.003+02:002021-08-30T21:46:58.525+02:00Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Città macedoni e altri luoghi ameni (3)<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: large;"><b>Salonicco, </b><span>la principale delle città macedoni, è strana.</span></span></div><span style="font-family: times; font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Anzitutto nel nome. </div><div style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">Per i greci è Tessalonica, non Salonicco. </span></div></span><span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: times; font-size: large;">E’ ambiziosa – ma lo sono, in piccolo, anche le altre –, boulevardizzata– penso al lungomare, una lunghissima passeggiata dove si cammina, si guarda il mare, si va in bici o in skate e si può fare poco altro, un selfie davanti alla statua equestre di Alessandro Magno o agli Ombrelli di Zongopoulos, e penso anche alle stradone parallele che sembrano spaccare in due la città: dall’ana polis, la città vecchia e alta, fino a piazza Aristotele, uniformata dalle facciate degli edifici che la racchiudono.</span></div><div style="font-size: xx-large; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijto8EaOR7e5C_HTWgZR2vPNueBlf2uCspgQeR0jJj0Ulw6bzsu05E8xmctHGV9lZTRD6IvRMa29o3hqjoD1nd-dBmSWncFmBfFL5NpNIoaWkAcF7Ahl4CEPLjcISsH69aHEwVVfZwWRBE/s2048/IMG_20210729_203253.jpg" style="font-size: medium; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEijto8EaOR7e5C_HTWgZR2vPNueBlf2uCspgQeR0jJj0Ulw6bzsu05E8xmctHGV9lZTRD6IvRMa29o3hqjoD1nd-dBmSWncFmBfFL5NpNIoaWkAcF7Ahl4CEPLjcISsH69aHEwVVfZwWRBE/w640-h480/IMG_20210729_203253.jpg" width="640" /></a></div></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><br /></span></div><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Quasi tutto nuovo, dopo l’incendio che distrusse la città nel 1911. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Però il passato – non solo quello remoto – il cantiere degli scavi del foro romano è un fermento – anche il prossimo, fatto di urbanizzazione selvaggia, di case appoggiate a case e ad altre ancora, di catapecchie che rinnovano le finestre e conservano il tetto in lamiera, sbuca da ogni angolo. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Tuttavia Tessalonica ha un fascino indecifrabile. </div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">E’ un fascino </span>immotivato come il rito del guardare il tramonto, che spinge tante, ma tantissime persone a radunarsi sulle scale seminascoste che portano alla città vecchia, sulle mura del castello, alcune correndo manco stessero per perdere il treno, l’attimo fuggente che si rinnova ogni giorno, e stare lì, da soli o in gruppo, a guardare la luce arancione obliqua scivolare sulla città.</div></span><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh75B67YU-k49iPEXEIgm9ML4AvXYm8vsSdjTCPSP_stPphfNGdQlOpDT8de95hsoELuAFZUF2gCxlqMiCAl8dl0CTaiCDb5hl_E4k7pU5dgoblV_aCdTchY71QdPTcJCSPcfsjyTiV-aVe/s2048/IMG_20210729_202820.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh75B67YU-k49iPEXEIgm9ML4AvXYm8vsSdjTCPSP_stPphfNGdQlOpDT8de95hsoELuAFZUF2gCxlqMiCAl8dl0CTaiCDb5hl_E4k7pU5dgoblV_aCdTchY71QdPTcJCSPcfsjyTiV-aVe/w640-h480/IMG_20210729_202820.jpg" width="640" /></a></div><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><b>Kavala </b>sembra riprodurre in piccolo le contraddizioni di Salonicco: un lunghissimo lungomare, le mura delle fortezza e il poco che ne resta a dominarlo dall’alto.</div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Una velleitaria fontana con giochi di acqua e luce nella piazza principale della città nuova. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Il grande acquedotto romano stride – e si impone - tra gli edifici moderni e le case che sono incastonate in alcune sue arcate. </div><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizRTUrFzF9GuuM9PIrLNbvuyKXJiYiGGetgSMlQz0DGk4v6UPA8eFK5B3WrGdavuoBazvMarc1QDTBmRmWmL23DNVREPm88SY733MlbCuwaNyLRO97IemXptF_WcZrXRY9dVQk2MFOAdFr/s2048/IMG_20210726_210058.jpg" style="font-size: medium; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEizRTUrFzF9GuuM9PIrLNbvuyKXJiYiGGetgSMlQz0DGk4v6UPA8eFK5B3WrGdavuoBazvMarc1QDTBmRmWmL23DNVREPm88SY733MlbCuwaNyLRO97IemXptF_WcZrXRY9dVQk2MFOAdFr/w640-h480/IMG_20210726_210058.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><span style="font-size: large;"><span><div style="text-align: justify;"><b>Xanthi </b>è una cittadina universitaria, che ha vissuto la sua belle époque tra le due grandi guerre grazie al commercio del tabacco. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Una città ponte tra Macedonia e Tracia, e in senso ancora più lato tra ovest ed est, dove la convivenza etnica era (è?) la norma, e dove l’abito tradizionale e i comuni mestieri nascondevano le differenze tra ortodossi, musulmani, ebrei. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Ora sono i tanti hijab a rivelarne la multiculturalità. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Dopo la seconda guerra mondiale la decadenza. </div></span><span><div style="text-align: justify;">La memoria è affidata alla mappa della città, che segna in giallo gli edifici più antichi e al museo di storia e di folklore, ospitato in uno tra i pochi palazzi signorili che non sono chiusi e abbandonati, ma ancora di più alla abnegazione dell’unico dipendente che abbiamo incontrato: accoglie ogni singolo visitatore o piccolo gruppo a cui spiega la storia della città e del museo stesso. </div></span><span><div style="text-align: justify;">In inglese, of course, molto lentamente, of course. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Mentre due persone girano tra le stanze, il solerte funzionario stacca il biglietto per i tre che hanno finito la visita e si appresta a ricominciare il racconto per i nuovi due ospiti. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Sette visitatori in due ore, un registro delle firme che rivela quasi solo lettere greche.</div><div style="text-align: justify;"> </div></span><span><div style="text-align: justify;"><b>Edessa </b>è su un altopiano non lontano dai monti Voras, confine naturale con la Macedonia del Nord. </div></span><span><div style="text-align: justify;">E’ una città attraversata dal fiume Edesseos, le cui acque scorrono in canali tra le strade cittadine e si radunano in suggestive cascate.</div></span><span><div style="text-align: justify;">Il parco delle cascate è un luogo ameno, non lontano dal “quartiere” Varosi, il piccolo agglomerato di case che testimoniano la lunga dominazione ottomana, anche se quelle meglio conservate sono state massicciamente restaurate. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Il parco delle cascate è un “giardino” cittadino, un luogo aperto dove poter passeggiare a tutte le ore. </div></span><span><div style="text-align: justify;"><span>A pagamento e in orari determinati è possibile visitare alcuni piccoli musei e la “cava”, la grotta: dieci passi oltre il gabbiottino in cui è rinchiusa l’addetta alla vendita del biglietto di ingresso e non si va oltre. </span>Una piccola cavità nella quale ammirare a distanza ravvicinatissima il gocciolare dell’acqua sulle stalattiti. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Il via/vai nel parco, molto contenuto in verità, si ferma alle prime due terrazze: man mano che si scende aumenta la trascuratezza: la scalinata in pietra è aggredita dalla vegetazione e dalle zanzare. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Ed è un peccato, perché le due cascate gemelle sono quasi più belle di quella principale. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><span><div style="text-align: justify;"><b>Verghina </b>e <b>Loutra Pozar</b>. Luoghi ameni.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div></span><span><div style="text-align: justify;"><b>Verghina </b>è una frazione di Veria, poche casette e campi coltivati ai bordi di un un micro reticolo di stradine. Ma sotto la terra gialla ci sono tesori. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Gli scavi archeologici in quest’area identificata come l’antica Aigai, capitale del regno Macedone, hanno una storia non molto remota. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Negli ultimi anni del secolo scorso è stata portata alla luce la necropoli, cuore del Sito Archeologico delle Tombe Reali. </div></span><span><div style="text-align: justify;">Il sito si espande in tutta l’area circostante: i resti del palazzo reale, del teatro, dell’acropoli, il cui attraversamento sotto il sole a +40° richiede uno spirito da Indiana Jones, ma imperdibile e poco faticosa (anzi freschissima) è la visita del museo, costruito sotto il grande tumulo dove è anche la Tomba di Filippo II, il padre di Alessandro Magno. </div></span></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzCyyHu9aiCvoFeh7jXs2f8k5HCHUw-tAS6UN9-LDw9Uw5dtoGdCMSNdPDnPd_peH77QwUUdV8TlEZGYmWt4KyIYOGHKXuWpjYMBj05Xd-slR9EhsAHkeOHoEFfi0RGaMAnAETF4PQidPs/s2048/IMG_20210730_125116.jpg" style="font-size: medium; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgzCyyHu9aiCvoFeh7jXs2f8k5HCHUw-tAS6UN9-LDw9Uw5dtoGdCMSNdPDnPd_peH77QwUUdV8TlEZGYmWt4KyIYOGHKXuWpjYMBj05Xd-slR9EhsAHkeOHoEFfi0RGaMAnAETF4PQidPs/w640-h480/IMG_20210730_125116.jpg" width="640" /></a></div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Sotto la montagnella dunque il museo, i cui spazi, corridoi, stanze, sono definiti dalle tombe. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Nelle vetrine e nelle teche vi sono i corredi funerari e altri reperti, ed è impressionante la fattura delle piccole sculture in marmo e degli oggetti in oro, lamine finissime intagliate con stupefacente precisione naturalistica. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjov_MsmcWoTHMVPThjOiV_MbV7wbBgIiFVeV-rOTDty6ypSoKpaFbWZHZkDaoKD5zOi_oFwDaOFPDVKbbI6li2EAl7RlQHh6-np5QuXw_BHFM1FMSCDoFXg_FI4twoi2KtPD-FDvcpnJt1/s2048/IMG_20210730_125023.jpg" style="font-size: medium; margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjov_MsmcWoTHMVPThjOiV_MbV7wbBgIiFVeV-rOTDty6ypSoKpaFbWZHZkDaoKD5zOi_oFwDaOFPDVKbbI6li2EAl7RlQHh6-np5QuXw_BHFM1FMSCDoFXg_FI4twoi2KtPD-FDvcpnJt1/w640-h480/IMG_20210730_125023.jpg" width="640" /></a></div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Le <b>terme di Pozar </b> - circa 30 km a nord di Edessa - sono un’incantevole Spa naturale. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Le sorgenti termali sono state “convogliate” anche in una struttura, ma i benefici dell’acqua – fiume, cascatelle, pozze calde e pozze fredde, oltre alla non trascurabile frescura data dagli alberi, sono alla portata di tutti perché l’accesso al “bosco” è gratuito. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Nell’area ci sono un bar, un ristorante, le toilette e persino le docce, ma nulla impedisce di piazzare tavolino e sedie e fare un pranzetto piedi in ammollo sulla riva del fiume. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Alla modica cifra di 2 euro a persona per 30 minuti si può entrare in una delle due piscine esterne, vasche in pietra, con acqua calda, caldissima. </span>(entrata molto più agevole rispetto a quella nelle pozze formatesi naturalmente nel letto del fiume).</div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">Sentieri di trekking partono dalla terme. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">No, non li ho percorsi. </div></span><span style="font-size: large;"><div style="text-align: justify;">La goduria delle chiare fresche e calde acque mi ha trattenuto e intrattenuto in ammollo a lungo, molto a lungo. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">C’è in Italia un posto così, gratuito, con tanti servizi e poco affollato? Dubito, così come non ci sono in spiaggia lettini e ombrelloni gratuiti per i clienti che ordinano anche solo un frappè.</div></span></div><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Non posso che esser ancora una volta contenta di aver potuto varcare i confini, di aver potuto scegliere dove andare.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Soprattutto andare. </span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid.html" target="_blank">Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Macedonia. (1</a>)</p><p style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_30.html" target="_blank">Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Monte Athos, gli ortodossi, la devozione popolare. (2)</a></p><p style="text-align: justify;"><br /></p>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/cXTtOxc4qTI" title="YouTube video player" width="560"></iframe>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-57368571835550766022021-08-30T15:35:00.007+02:002021-08-30T21:40:11.239+02:00Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Monte Athos, gli ortodossi, la devozione popolare. (2)<div style="text-align: left;"><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Del Monte Athos sapevo che l’accesso è rigorosamente vietato alle donne, anzi alle femmine considerando anche molte specie animali. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Pensavo però che fosse un divieto riguardante l’area dei monasteri, e non quasi l’intero terzo dito della penisola calcidica, che ha una superficie di 335,63 km quadrati, maggiore di quella della repubblica di Malta. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Un pezzone di Grecia che di fatto è uno stato a parte, lo Stato Monastico Autonomo del monte Athos. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">La separazione, chi lo avrebbe immaginato, è sancita non solo dalla folta vegetazione che ricopre le montagne, ma anche da muri lungo il confine “marittimo”. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Lunghe mura nell’acqua. </span></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: x-large; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnMYbkuUCz8HKR0xjHyzINNFkTLvS7AKEBPnMoLNKX35D60yAMyY7wpRdOLRDT34w3mn5bBLXyvqKxBfBMbqi-6R2X2mk0hW_arg7sG1T3pTbDkg0Ree-V16emqP_T9g5dfUAfpIUyHCju/s2048/IMG_20210724_144158.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhnMYbkuUCz8HKR0xjHyzINNFkTLvS7AKEBPnMoLNKX35D60yAMyY7wpRdOLRDT34w3mn5bBLXyvqKxBfBMbqi-6R2X2mk0hW_arg7sG1T3pTbDkg0Ree-V16emqP_T9g5dfUAfpIUyHCju/w640-h480/IMG_20210724_144158.jpg" width="640" /></a></div><div style="font-size: x-large; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">[come può uno Stato moderno concedere così tanto spazio, nel senso concreto del termine, a entità religiose che fondano la loro ortodossia sulla discriminazione di genere?] </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Sulla spiaggia di Komitsa, vicino al confine, lontano dagli sparuti bagnanti, sbarcano due monaci. Ad aspettarli un camioncino stracolmo di sacchi di patate. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Almeno 6 volte la barchetta a motore dei religiosi fa spola tra la spiaggia e un non visibile attracco per portare i sacchi di patate nello Stato Monastico. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Gambe in acqua nonostante la nera palandrana. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Cappello calzato nonostante i 40 gradi. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Sacconi sulle spalle nonostante la veneranda età. (Non si vedono bene, ma il barbone bianco non può mentire)</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">I pensieri rotolano senza ordine. Le hanno pagate le patate? Non possono coltivarsele le patate? Orano e poco laborano? Che mangiano i monaci se ogni scambio è così complicato, se neanche le mucche e le pecore che fanno il latte possono circolare nel giardino di Maria? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Mi è stato detto da chi è stato ospitato in un monastero e l’ha trovata esperienza straordinaria di rigenerazione, che sulle coste del dito su cui svetta Monte Athos sbarcò Maria (???), e i monaci si ersero custodi del sacro luogo, impedendo la contaminazione derivante da qualunque altro piede o zampa femminea. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">La persistenza di questa motivazione mi è incomprensibile tanto quanto le affermazioni talebane che i jeans sono sgraditi a Dio.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Ma tant’è. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">Monte Athos è una realtà della Grecia, e il suo fascino è proprio nell’essere caratteristica unica e specifica. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">D’altra parte, una sensibilità religiosa molto forte, almeno in questa parte della Grecia, è evidente dal numero smisurato di cappellette votive (Tabernacoli? Chiesette in miniatura? Casette per le candele? Non ho idea di come si chiamino) che si ergono sui cigli delle strade, davanti alle fabbrichette o agli appezzamenti coltivati, sugli scogli a mare, nei condomini e, in forma più maestosa, anche inseriti nelle mura esterne delle chiese, una porta sempre aperta alla preghiera (o boh, all’accensione delle candele) anche quando il portone della chiesa è sbarrato. </span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixGLc6Ko5ATL0VzZvZLggkqK5_21y1Q9_fsK-gsjopNviO-JlO9Xo-o_ABzGLSvNfK4xlxdv_L5bHgZpoycHM_MlYAmnHig2_FIEpxhe2OlvCpv9OGqyXswk3P8h2Gg3V5p6Er1amS5t3p/s2048/IMG_20210722_090826.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><span style="font-size: large;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEixGLc6Ko5ATL0VzZvZLggkqK5_21y1Q9_fsK-gsjopNviO-JlO9Xo-o_ABzGLSvNfK4xlxdv_L5bHgZpoycHM_MlYAmnHig2_FIEpxhe2OlvCpv9OGqyXswk3P8h2Gg3V5p6Er1amS5t3p/w640-h480/IMG_20210722_090826.jpg" width="640" /></span></a></div><span style="font-size: large;"><br /></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">E il trend è in crescita: percorrendo la circumvallazione esterna di Salonicco si vedono molti "laboratori artigiani" che ne vendono in muratura (Cemento? Gesso? Terracotta?) di infinite fogge e dimensioni; ho scorto cappellette veramente grandi, ma grandi, piantate nei giardini di lussuose ville. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">La chiesetta in muratura in luogo del gazebo. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;">O nel garage, a guardia dell'auto e della moto. </span></div><div class="separator" style="clear: both; font-size: x-large; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKLMY-H4muOh368ldaqSvNGtblBVG9kOB3WxlRSw6k9ZaGi4j9MRCgY3YXtV91PnecdW9yq-xeSte7udtFht2_OrW82xaBUl_iqB4U8bTh-66xZEh94O5dHkoS3TeygC_qDsZ64gdsitEK/s2048/bl.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1089" data-original-width="2048" height="340" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiKLMY-H4muOh368ldaqSvNGtblBVG9kOB3WxlRSw6k9ZaGi4j9MRCgY3YXtV91PnecdW9yq-xeSte7udtFht2_OrW82xaBUl_iqB4U8bTh-66xZEh94O5dHkoS3TeygC_qDsZ64gdsitEK/w640-h340/bl.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="font-size: x-large; text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><h3 class="post-title entry-title" itemprop="name" style="background-color: white; font-stretch: normal; font-variant-east-asian: normal; font-variant-numeric: normal; line-height: normal; margin: 0.75em 0px 0px; position: relative; text-align: start;"><span style="color: #222222; font-family: Times New Roman, Times, FreeSerif, serif;"><span style="font-size: 18.72px; font-weight: 400;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_01920091421.html" target="_blank">Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Macedonia. (1)</a></span></span></h3><div><span style="color: #222222; font-family: Times New Roman, Times, FreeSerif, serif;"><br /></span></div><div><span style="color: #222222; font-family: Times New Roman, Times, FreeSerif, serif;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_01920091421.html" target="_blank">Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Città macedoni e altri luoghi ameni (3)</a></span></div><div><br /></div></div></div><div><br /></div>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-2228551913520916612021-08-27T19:00:00.005+02:002021-08-30T21:32:08.417+02:00Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Macedonia. (1)<div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;">Memore del meraviglioso distanziamento sperimentato in Grecia nell’anno I dell’era Covid (sociale: spiagge e monti vuoti di vestigia umane; mentale: paesaggi marini e montani incantevoli), è stata irrefrenabile la voglia di tornare nell’ellenica terra anche quest’anno, nonostante il rompimento maggiorato delle procedure burocratiche per le uscite dalla madrepatria e ritorno.<br /></span><span style="font-family: times;">Le differenze, da un anno all’altro, non si esauriscono nei pass e plf di cui essere muniti: la Grecia è varia e la Macedonia, la regione scelta questa estate, lo è ancora di più. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;"><br /></span><span style="font-family: times;">Terra di Filippo II e del suo ancor più famoso figlio Alessandro Magno, la Macedonia è una regione amministrativa orientale della Grecia (solo la Tracia è ancora più ad oriente), ricca di contrasti, non solo naturalistici. <br /></span><span style="font-family: times;">Edessa, Xanthi, Kavala e Salonicco, la città più grande e popolosa, sono state tappe del viaggio, oltre alla penisola Calcidica. <br /></span><span style="font-family: times;">Le note a ricordo non seguono né ordine cronologico né logico. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;">Una macedonia, per l’appunto. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;"><br /></span><span style="font-family: times;">1)<span style="white-space: pre;"> </span><b>Halkidik</b>i, come la chiamano i greci, è la <b>penisola Calcidica</b>. <br /></span><span style="font-family: times;">E’ la terra natale di Aristotele, a cui è dedicato un parco tematico di cui non credo che il filosofo andrebbe molto fiero, se non per il democraticissimo costo del biglietto d’ingresso, euro due a persona. <br /></span><span style="font-family: times;">Per il resto, le istallazioni nel piccolo parco, che dovrebbero essere interattive, risentono di un debole apparato di comunicazione e di una scarsa manutenzione per cui il funzionamento, tranne per i dischi ottici che vanno semplicemente ruotati a mano (gira la ruotaaaaaaa), è lasciato più all’immaginazione che alla pratica. <br /></span><span style="font-family: times;">Ma stando in zona, lontano dalla rinomata costa, si può approfittare per visitare il bel paesino di Arnaia, che conserva ancora alcune case in legno tradizionali, una piccola sacca di resistenza all’anonima urbanizzazione che ha trasformato i villaggi dei pescatori in luoghi caratterizzati da palazzine bipiani in cemento armato. <br /></span><span style="font-family: times;">La penisola si allunga con tre propaggini nel mar Egeo, tre dita le cui spiagge sono descritte come i Caraibi della Grecia. <br /></span><span style="font-family: times;">E insomma. <br /></span><span style="font-family: times;">Acqua verde acqua calda, così andrebbe riscritta la canzone da dedicare alla Calcidica. <br /></span><span style="font-family: times;">Strano, strano, perché dalle foto (anche da quelle che ho scattato io) l’acqua sembra azzurra, ma standoci dentro si ha l’impressione di essere immersi in un lago, in cui si rispecchiano boschi.<br /></span><span style="font-family: times;">Acqua verde, verdissima. <br /></span><span style="font-family: times;">(Mare trasparente e pulito, non potrebbe essere altrimenti data la bassissima densità urbana e l’assenza di impianti industriali, però… ho rimpianto il turchese delle isole Ionie, così intenso da far quasi male agli occhi).<br /></span><span style="font-family: times;">Ed è calda. Nessun trauma nel tuffarsi. Ammolli lunghi lunghissimi. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;"><br /></span><span style="font-family: times;">Di <b>Kassandra</b>, il primo dito procedendo da ovest, per un accidente che ha mandato a monte la prima parte dell’itinerario, non ho potuto vedere nulla. <br /></span><span style="font-family: times;"> A <b>Sithonia</b> mi sono accomodata su alcune spiagge supergettonate ed anche abbastanza affollate, come Kalamitsi o Kavourotripes nota come Orange beach, che oltre alla caletta attrezzata dal baretto, offre scogli e micro spiaggette su cui ci si agglomera come neanche al lido mappatella di Mergellina, ma anche su altre molto più rilassanti e vuote come Koviou Beach ( il parcheggio però è piuttosto problematico). <br /></span><span style="font-family: times;">Echelodicoaffare, quella che a me è piaciuta di più è la meno strombazzata in rete, tanto da non essere neanche riportata con il segnalino rosso su google maps, la spiaggia di <b>Porto Koufo. </b></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3HzJCFx63Y5rPLx1OMnhv6LsbMhr8HA3EeV0pkPINLj96rHrWyqsrMX1W5LKz5JRs_LPIg11wYCTgywFwuWj7QfQ3HD-fJeUgBOZTV19KMqsnibx1j5XZjh3_lYKjT3AfhPtYZETcdEa7/s2048/IMG_20210720_185233.jpg" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1153" data-original-width="2048" height="360" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3HzJCFx63Y5rPLx1OMnhv6LsbMhr8HA3EeV0pkPINLj96rHrWyqsrMX1W5LKz5JRs_LPIg11wYCTgywFwuWj7QfQ3HD-fJeUgBOZTV19KMqsnibx1j5XZjh3_lYKjT3AfhPtYZETcdEa7/w640-h360/IMG_20210720_185233.jpg" width="640" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></span><span style="font-family: times;">Porto Koufo è una baia chiusa, dicono il porto naturale più profondo della Grecia, noto per le taverne sul porto. Ma la lunga spiaggia è poco affollata. Da una parte della baia il porto, il relativo burdello di gente e di auto e di barche, all’estremità opposta una laguna e tanti edifici dismessi o la cui costruzione è stata abbandonata prima ancora di essere portata a termine. In questo lembo dal sapore della noncuranza, si accampano campeggiatori di fortuna, con pulmini adibiti a camper e tende montate tra gli sportelli dell’auto. Liberi e selvatici. <br /></span><span style="font-family: times;">Nel mezzo, nel silenzio, io. </span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: large;"><span style="font-family: times;"><br /></span><span style="font-family: times;">Il limite del terzo dito non raggiunge neanche la prima falange, si ferma ad <b>Ouranopoli</b>. Anche nel terzo dito le spiagge più belle sono quelle lontane dalle piccole cittadine e dalla convulsione dei condomini turistici e degli albergoni a tante stelle. <br /></span><span style="font-family: times;">Quella di Ouranopoli e quella di Komitsa, entrambe verso il confine con lo stato teocratico di Monte Athos, e la spiaggia di Agios Georgios ad <b>Ammoulliani</b>, una piccola isola che si raggiunge con una traversata in traghetto di pochi minuti. <br /></span><span style="font-family: times;">Ad Agios Georgios, alle 10 del mattino, ci sono più gabbiani che umani. </span></span></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUBSRBhya-zwPs6S0C9jRyWWIDeJeDS1U-U8yh_kORBSN6p6A0ySAVMhLUq6V460DpEiJlHUZGO1McbvPPc305b1Cbn4NLs43StWZgBajRHNToEAATMJwdLLgRYuT8j-OumQJcP48MKO_6/s2048/IMG_20210725_122548.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1538" data-original-width="2048" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhUBSRBhya-zwPs6S0C9jRyWWIDeJeDS1U-U8yh_kORBSN6p6A0ySAVMhLUq6V460DpEiJlHUZGO1McbvPPc305b1Cbn4NLs43StWZgBajRHNToEAATMJwdLLgRYuT8j-OumQJcP48MKO_6/w640-h480/IMG_20210725_122548.jpg" width="640" /></a></div><br /><div style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_30.html" target="_blank"><br /></a></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_30.html" target="_blank"><br /></a></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_30.html" target="_blank">Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Monte Athos, gli ortodossi, la devozione popolare. (2)</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2021/08/viaggio-in-grecia-anno-ii-era-covid_01920091421.html" target="_blank">Viaggio in Grecia. Anno II era Covid. Città macedoni e altri luoghi ameni (3)</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0Italia41.87194 12.5673813.479012634615618 -22.58887 70.26486736538439 47.72363tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-57297444727920091612020-08-19T17:20:00.001+02:002020-08-19T17:24:36.429+02:00Viaggio in Grecia al tempo del Covid: il mare. Lefkada. (2)<p><span style="text-align: justify;">Dopo una settimana a zonzo con l'auto, tra Meteore e paesi di pietra della Zagoria e altri ameni luoghi dell'Epiro (<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2020/08/viaggio-in-grecia-al-tempo-del-covid.html">qui il racconto</a>), la prima tappa al mare è di decompressione: programmate 48 ore di totale stravacco, macchina a riposo, taverna localizzata a due passi a piedi dall’appartamentino quasi sulla spiaggia, tra Ligia e</span><span style="text-align: justify;"> </span><b style="text-align: justify;">Riza</b><span style="text-align: justify;">.</span></p><div><div style="text-align: justify;">Penso allo sperpetuo che avrei dovuto patire per fare il bagno di prossimità secondo le indicazioni governative e regionali anticovid: prenotazione con app per le spiagge libere, magari in un recinto azzeccato ad altri enne recinti, oppure esborso di cifre esorbitanti per l’affitto di ombrellone e sedie in un lido [sugli stabilimenti balneari che vantano diritti sul mare di tutti potrei tirare una pippa infinita], incasellata pur nel rispetto della distanza di un metro in una soffocante teoria di altri ombrelloni. (senza contare il parcheggio, il traffico, etc etc)</div><div style="text-align: justify;">Il mio ombrellino rosso è l’unica macchia di colore in una lunghissima spiaggia. Altro che distanziamento. Mi sento Robinson Crusoe.</div><div style="text-align: justify;">Ed il tramonto è di una bellezza struggente.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Last but not least, <b>Lefkada</b>, l’isola non isola dell’arcipelago delle Ionie. </div><div style="text-align: justify;">C’è una laguna tra la terraferma e l’isola, uno strettissimo braccio di mare a separarle e un piccolo ponte ad unirle. </div><div style="text-align: justify;">Il ponte, che si solleva ad ogni ora per il passaggio delle barche, non c’è. E’ smantellato, in manutenzione, sostituito dal ventre di un traghetto messo di traverso che a prua ingoia le auto e a poppa le sputa sull’isola. </div><div style="text-align: justify;">Ingegnosa alternativa.</div><div style="text-align: justify;">Non mi è bastata una settimana per esplorare tutte le calette e le spiagge dell’isola: preambolo al desiderio già urgente di ritornarvi. </div><div style="text-align: justify;">Base d’appoggio a Sivota, una baia incuneata a sud dell’isola, protetta dai venti e dal caos: porto turistico per barche a vela che navigano solo a motore; diportisti, pochi, soprattutto inglesi - tutti impunemente e arrogantemente in ogni luogo anche chiuso senza mascherina – che sbarcano per accomodarsi in una delle tante tavernette che punteggiano il borgo. </div><div style="text-align: justify;">Nonostante sia un porticciolo, l’acqua è trasparente, invitante. Forse non sarebbe stato un errore riservare uno spazio della baia alla balneazione: ci sono solo due piccoli angoli lasciati liberi dagli ormeggi. </div><div style="text-align: justify;">Ma ci sono tante spiagge nei dintorni, ed una selvaggia ed aspra proprio sulla penisola che limita Sivota dal mare aperto.</div><div style="text-align: justify;">Percorrendo le strade principali di Lefkada e anche le cittadine costiere, l’edilizia visibile ha un aspetto dimesso: costruzioni semplici e modeste, almeno negli esterni.</div><div style="text-align: justify;">Non si vedono, ma ci sono: le superville sono nascoste dal verde. </div><div style="text-align: justify;">Tantissime, davvero extralussuose, sono in costruzione. </div><div style="text-align: justify;">Ho pensato alla strategia lontano dagli occhi e dalle scoppettate, dall’invidia altrui. </div><div style="text-align: justify;">[La strategia opposta alla pacchiana e volgare ostentazione della ricchezza.] </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Lefkada</b> è un’isola bella perché ha una gran varietà di paesaggi: falesie impressionanti, come quelle che sovrastano le spiagge di Egremni e Porto Katsiki, dove il mare è di un turchese da paura, calette scogliose e calette con i sassolini, spiagge dal sapore lagunare, strisce di ghiaia addossate ad alberi, baie tranquille e baie movidose, e la lunghissima brulla e ventosa spiaggia di Agios Ioannis, paradiso dei kitsurfisti e windsurfisti. </div><div style="text-align: justify;">E il mare - una costante – trasparente, bellissimo. </div><div style="text-align: justify;">Ad Afteli mi sembrava di essere in un acquario: decine e decine di pesci – ma grandi! Enormi! Da griglia, non da frittura! – mi ruotavano intorno come i pellegrini alla Kaʿba.</div><div style="text-align: justify;">E quanto verde! A breve distanza da Nidri, ci sono le cascate. </div><div style="text-align: justify;">L’estate non è il periodo migliore per visitarle, sono poco più di un rigagnolo e la gola è asciutta, ma il luogo è ameno, fresco, ottimo per una pausa da abbrustolimento solare. </div><div style="text-align: justify;">Lungo la strada che percorre l’isola da nord ovest a sud, si attraversano zone montuose completamente rivestite di boschi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Avrei voluto visitare i villaggi dell’interno: lungo la costa i borghi di tradizionale hanno conservato solo le stradine/mulattiere, un mortacci ad ogni mezzo chilometro. [ah, Evgiros!]</div><div style="text-align: justify;">Ma il mare è il tesoro esposto di Lefkada, difficile rinunciarvi anche solo per un pomeriggio, soprattutto se non vi sono accidenti quali piogge e temporali.</div><div style="text-align: justify;">Non ho fatto in tempo neanche ad andare sugli isolotti prospicienti Nidri, Meganisi & Co, se non attraverso la fugace vista dal mare dal barcone che fa crociera giornaliera. </div><div style="text-align: justify;">Anzi, Meganisi soltanto, perché Skorpios e Madouri sono isole private, la prima ex proprietà Onassis.</div><div style="text-align: justify;">Eh, c’è chi può e chi si deve incarrettare sui barconi per strappare un tuffo nell’unica baietta di Skorpios alla quale si può accostare. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Sul barcone però ci ero andata per vedere Itaca, altrimenti irraggiungibile se non in tempi lunghissimi. </div><div style="text-align: justify;">Il “traghetto di linea” Lefkada – Itaca, causa Covid è stato soppresso, e la crociera giornaliera prometteva sosta a Cefalonia e Itaca, oltre che alla spiaggia di Egremni, non accessibile via terra. </div><div style="text-align: justify;">In realtà, la sosta è solo a Cefalonia, un’ora per intrattenersi a Fiskardo, un manipolo di case tramutate in negozi di souvenir e di taverne che attendono lo sbarco dei turisti per sbarcare il lunario, mentre alla petrosa Itaca si getta l’ancora davanti ad una parete rocciosa, dove s’incunea una spiaggia, per un rapido bagno. </div><div style="text-align: justify;">Non è certo questo il luogo in cui Ulisse ha fatto ritorno a casa. </div><div style="text-align: justify;">(dunque si sappia: le crociere giornaliere non portano di fatto ad Itaca)</div><div style="text-align: justify;">Però dal barcone guardo la punta di capo Lefkada, la lingua di roccia da cui – il mito vuole – si lanciò Saffò, e immagino che il vento e le onde, così incisive quando lo si doppia, l’abbiano trascinata lontano lontano.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Durante i sette giorni trascorsi a Lefkada non ho avuto tempo neanche per vedere la penisoletta di Geni e Desimi, pur tanto vicine alla mia base.</div><div style="text-align: justify;">Però. </div><div style="text-align: justify;">Meglio poco che niente. </div><div style="text-align: justify;">E quest’anno, date le contingenze, il poco è davvero tantissimo: poco stress, poca spesa per la massima sicurezza e il distanziamento sociale estremo in luoghi incantevoli. </div><div style="text-align: justify;">Quasi un miracolo. </div></div><div><br /></div>
<iframe allow="accelerometer; autoplay; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/9Ezhv1kJnoA" width="560"></iframe>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-79204949424485281832020-08-18T12:21:00.003+02:002023-04-18T17:56:34.926+02:00Viaggio in Grecia al tempo del Covid: Meteore, Zagoria, Ioannina. (1)<div><div style="text-align: justify;">Covid o non covid, noi, arriveremo in Grecia…</div><div style="text-align: justify;">Così cercavo di tenermi su, quando al tempo del lockdown riguardavo con scoramento l’itinerario organizzato in ogni dettaglio. </div><div style="text-align: justify;">Meteore, Zagoria, Joannina e poi Lefkada. </div><div style="text-align: justify;">Una settimana tra monti, città, villaggi, lago e fiume così come piace a me e l'altra al mare così come piace a lui, per non scontentare nessuno. </div><div style="text-align: justify;">[lei dice in uno si è in pochi, in due si è in troppi]</div><div style="text-align: justify;">Viaggio in nave prenotato a novembre, prezzo più che allettante ma non rimborsabile [il verdoniano Furio delle vacanze che è in me si mette in azione mesi e mesi prima della partenza]</div><div style="text-align: justify;">Cancellare le altre prenotazioni non sarebbe stato un problema ma e’ desolante veder sfumare ciò che a lungo è stato covato.</div><div style="text-align: justify;">Grande sospiro di sollievo alla notizia dell’apertura dei confini greci ai turisti dal primo luglio, un poco di rottura di cazz nel dover compilare i moduli di registrazione uniti all’ansia del tampone random (e se allo sbarco alla lettura del codice mi incolonnano tra i tamponandi? sicura sono di essere negativa, ma non ho mica piacere a trascorrere in autoisolamento le prime 24 ore - o peggio, se lo sbagliano e mi dichiarano positiva? marò, 14 giorni in un albergo covid a spese greche, un’esperienza – mi dice lei – ma non certo quella che voglio fare io)</div><div style="text-align: justify;">E invece tutto è filato liscio, anzi liscissimo. </div><div style="text-align: justify;">Nonostante, o meglio, proprio grazie al covid, a tre settimane dal ritorno (ah, il petulante frastuono della routine quotidiana!) posso con assoluta certezza affermare che è stata la vacanza con l’ indice di distanziamento sociale (e mentale) più elevato: tutti i luoghi goduti nella più assoluta tranquillità, senza file, senza folle, senza ingorghi. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Si comincia con il traghetto Brindisi – Igoumenitsa. Mai fatto un imbarco più veloce, due ore prima della partenza già in cabina. </div><div style="text-align: justify;">Pochissimi i turisti, in verità, sia all’andata che al ritorno. Una nave traghetto piena di tir, di panze e di lingue slave.</div><div style="text-align: justify;">Sbarco rapido, lettura rapida del codice e via (fiuuuuuuuuuu), verso la prima tappa. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>Meteore</b>. </div><div style="text-align: justify;">La strada per arrivare a Kalambaka, o Kalampaka, è deserta. Vabbè che sono le sei del mattino, ora locale, ma davvero non si incrocia anima - auto viva. Pioviggina, il cielo è scuro, le meteore, giganti e irregolari cilindri di pietra, si stagliano all’orizzonte maestose e inquietanti. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">Ai piedi della meteora su cui svetta il monastero di Agías Triádos c’è un sentiero di trekking che conduce sulla sommità. </div><div style="text-align: justify;">La roccia è talmente irta e brulla che mi chiedo come si possa arrivare sulla vetta senza fare il freeclumbing. Non riesco proprio ad immaginare il primo anacoreta avventurarsi lassù, né l’inizio della costruzione dei monasteri.</div><div style="text-align: justify;">Il sentiero è in un bosco fitto, il percorso è segnato da freccette rosse. </div><div style="text-align: justify;">C’è un silenzio ovattato, interrotto da qualche abbaiare di cane che non si vede e dal mio respiro corto (mesi di Dad, condotta sul divano h14/24, hanno ottenuto il loro sporco risultato). </div><div style="text-align: justify;">In realtà il sentiero, che si percorre in poco più di un’ora (i 40’ descritti nelle guide sono calcolati su spiriti agili) arriva a metà del viale lastricato che porta al monastero dal comodo parcheggio sulla strada ad anello che circumnaviga tutte le meteore. </div><div style="text-align: justify;">Restano da salire le scale scavate nella roccia. Tante scale. </div><div style="text-align: justify;">E in cima il portone chiuso.</div><div style="text-align: justify;">Fortunatamente l’attesa è breve, qualcuno apre e scompare lungo un’altra scalinata. </div><div style="text-align: justify;">Nel monastero fervono lavori di ricostruzione, manutenzione, rifacimento. Comprendo che quella che credevo una teleferica turistica, guardandola dal basso, è un montacarichi sospeso che trasporta materiali e operai. </div><div style="text-align: justify;">Dall’altra prospettiva, dall’altra altura, in serata, due donne inviano al papàs solitario che annaffia il giardino, un gigantesco cocomero e dei sacchetti previa telefonata. </div><div style="text-align: justify;">(neanche gli anacoreti sfuggono alla modernità)</div><div style="text-align: justify;">Ma all’apertura vi sono solo i muratori impegnati con la betoniera, il bigliettaio, e un ragazzo che passa meticolosamente l’aspirapolvere nei locali del monastero. </div><div style="text-align: justify;">E’ forse questa prosaicità che smorza l’interesse – in realtà già abbastanza limitato – per la visita dei monasteri. </div><div style="text-align: justify;">Mi affascinano di più le torri di roccia, i ciclopici menhir di arenaria, espressioni dell’irruenza della natura con le sue variazioni improvvise in un più morbido paesaggio e le costruzioni umane che tentano di addomesticarla per arrivare al cielo: di come sono ora gli interni dei monasteri, visto uno, degli altri cinque (solo sei su ventiquattro sono stati recuperati dopo anni di abbandono) non mi importa molto.</div><div style="text-align: justify;">[Le Meteore – termine che in greco significa sospeso in aria e che connota i centri monastici - sono patrimonio dell’Umanità, ma senza le rocce, questi monasteri lo sarebbero stati?]<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzngVKOYFPm1A6wRPEk3hFeFEv8MU19DUj2GMD4M6avGQa-S3L1YrP0CxXSPEdG8lwY7ZTwVF575jsqi5c4NMQ7ErEAZRxuNBfAIUDCEfTXenK5ypOBORr4QTqJPPw8W7GzySJT2daUQOR/s2048/IMG_20200714_181409.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzngVKOYFPm1A6wRPEk3hFeFEv8MU19DUj2GMD4M6avGQa-S3L1YrP0CxXSPEdG8lwY7ZTwVF575jsqi5c4NMQ7ErEAZRxuNBfAIUDCEfTXenK5ypOBORr4QTqJPPw8W7GzySJT2daUQOR/s640/IMG_20200714_181409.jpg" width="640" /></a></div></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Seconda tappa del viaggio è la <b>Zagoria</b>, una regione dell’Epiro. </div><div style="text-align: justify;">Non ho mai amato i luoghi affollati e iperturistici, anche in tempi non sospetti. </div><div style="text-align: justify;">“La vera Grecia” – mi dice l’impiegata dell’ufficio dell’Ente ellenico per il turismo a cui mi sono rivolta per un inghippo nella compilazione del modulo di registrazione per l’ingresso nel paese. </div><div style="text-align: justify;">[Ripenso alle taverne della costa: meglio l’agnello che il pesce. La Grecia è come la Sardegna. Isola/isole di pastori]</div><div style="text-align: justify;">La Zagoria è una zona a nord-ovest, verdissima, vicina all’Albania: i tetti di pietra delle case dei villaggi somigliano a quelli di Argirocastro.</div><div style="text-align: justify;">Quanta frescura! Già la strada che conduce da Kalambaka alla Zagoria, verso Metsovo ha un aspetto alpino: abeti a tappezzare i versanti delle montagne. </div><div style="text-align: justify;">Metsovo. Avrei dovuto inserirlo nell’itinerario. Si può viaggiare virtualmente quanto si vuole, 3D e satellite, ma la percezione reale dello spazio e dei luoghi si ha solo standoci dentro.</div><div style="text-align: justify;">Delle strade strette, tortuose, prive di guardrail che collegano i villaggi della Zagoria sapevo, ma non immaginavo fossero, per alcuni tratti, davvero così strette e tortuose, quasi mulattiere. </div><div style="text-align: justify;">Tanto meno immaginavo si dovesse attraversare un ponte di legno largo appena quanto l’auto, dall’aspetto tienimi che ti tengo, che avrei evitato anche stando a piedi. </div><div style="text-align: justify;">A meno che il navigatore non abbia preso una gran cantonata e la strada meno comoda, facendoci provare il brivido del dove cazz stiamo andando. </div><div style="text-align: justify;">I ponti di pietra per cui la Zagoria è famosa sono tanti. Alcuni davvero suggestivi, altri un po' scofecchiati, tutti vinti dalla natura, che ha ricamato tra i mattoni merletti di erba. </div><div style="text-align: justify;">Acqua che scorre al di sotto dei ponti non ce n’è. Solo pietre, e pietre ed erba e boscaglia. Chissà in inverno. A cosa serve un ponte, mi chiedo, se non a collegare? </div><div style="text-align: justify;">Eppure, questi ponti della Zagoria sembrano astratti, posizionati come draghetti a guardia delle montagne.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3mWGQip-IXdZOksdudfm9w2Bk_xJTCSg9S_cY6w92NkDQUSM8COJpzTLITrvmirVOZAXrFy3qLqJykgx4FG1vIXpDuJ4-jqGS52gXBVpzA7s7mjJlSnaF-bIGa1pr9WrE64BGlcoGMhGt/s2048/IMG_20200715_143633.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1438" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh3mWGQip-IXdZOksdudfm9w2Bk_xJTCSg9S_cY6w92NkDQUSM8COJpzTLITrvmirVOZAXrFy3qLqJykgx4FG1vIXpDuJ4-jqGS52gXBVpzA7s7mjJlSnaF-bIGa1pr9WrE64BGlcoGMhGt/s640/IMG_20200715_143633.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">I villaggi sono distanti, tornanti e tornanti di strade accidentate. </div><div style="text-align: justify;"><b>Kipoi </b>è il paese attorno al quale c’è il maggior numero di ponti. Su google map si contano 9 alberghi. L’impressione passeggiando per il villaggio è di abbandono: ci sono tante case in rovina, le stradine sono disconnesse e piene di erbacce, anche la chiesa sembra desolatamente trascurata, e gli unici edifici ben ristrutturati sono proprio gli hotel boutique (meno di nove, però). </div><div style="text-align: justify;">Ma di turisti non c’è traccia. </div><div style="text-align: justify;">Tranne i tre o quattro avventori, spiccatamente indigeni, che transitano nel baretto in cui facciamo sosta, non incrociamo nessuno. </div><div style="text-align: justify;">O sono tutti a fare escursioni, parapendio, oppure…</div><div style="text-align: justify;">Un tentativo di rinascita stroncato, forse non solo dal Covid. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipx_MmB-52k36BZco7po_9UG0wvAK8ooGYzK0MrU4XBh9PeMowPddDyLUvk0pWJojUeydhExlIzG2nlVhCQ2kBbHHgOIawalsameqey6wP0WmUmWovZCbZ2a0l9Qz-_tiTQD0GC1yJYoCN/s2048/IMG_20200715_122952.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEipx_MmB-52k36BZco7po_9UG0wvAK8ooGYzK0MrU4XBh9PeMowPddDyLUvk0pWJojUeydhExlIzG2nlVhCQ2kBbHHgOIawalsameqey6wP0WmUmWovZCbZ2a0l9Qz-_tiTQD0GC1yJYoCN/s640/IMG_20200715_122952.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Anche a <b>Monodendri</b>, da cui partono i percorsi di trekking per le gole di Vikos, ci sono più alberghi, b&b, lussuose ville vacanza che civili abitazioni. </div><div style="text-align: justify;">Anzi, quasi non ci sono civili abitazioni. </div><div style="text-align: justify;">Molti alberghi sono vuoti, delle tante taverne ne sono aperte solo due. </div><div style="text-align: justify;">Al mattino, gli stormi che solcano il cielo e, ad ondate, si poggiano sui tetti di pietra delle case, sono tantissimi (assembramento di uccelli). </div><div style="text-align: justify;">Dal balconcino posso guardare le montagne verdissime, gli uccelli, i tetti, e la preparazione al lavoro di muratori che tirano su materiali da costruzione in uno scheletro di casa. </div><div style="text-align: justify;">A me non sembra un restauro, ma una costruzione ex novo modellata sulle tipologie edilizie più antiche. </div><div style="text-align: justify;">Monodendri [ma anche Kipoi, e penso anche gli altri villaggi della Zagoria] è un luogo, non un paese: di ciò che un tempo fu, si propone il simulacro, elegante base d’appoggio per godere della pittoresca natura che, per fortuna, resiste alla violenza del tempo.</div><div style="text-align: justify;">A qualche chilometro da Monodendri c'è la foresta di pietra: le formazioni rocciose sono davvero particolari, spuntoni di lastre sovrapposte, molto affascinanti.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_XiW7ba3ASOibDvF8LvvtuX43Iep1WgBDegriMAuTf5QOgTY63WMfdCkTFaxWh_PhUqTYBxlEjRrZ7qggXlJUpxzEvTwN5x95Wh47yIQ5evBwwkHcPwLMW4ZTB2QvFuQQkRCrUtLa-sG7/s2048/IMG_20200716_170403.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1536" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_XiW7ba3ASOibDvF8LvvtuX43Iep1WgBDegriMAuTf5QOgTY63WMfdCkTFaxWh_PhUqTYBxlEjRrZ7qggXlJUpxzEvTwN5x95Wh47yIQ5evBwwkHcPwLMW4ZTB2QvFuQQkRCrUtLa-sG7/s640/IMG_20200716_170403.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Ancora qualche chilometro e si arriva ad un punto panoramico dove è possibile ammirare dall’alto l’ampiezza della <b>gola di Vikos</b>, la più profonda d’Europa. Una vertigine. </div><div style="text-align: justify;">La passeggiata che conduce dal parcheggio al belvedere è serafica: alberi ombra fresco, silenzio cicale e latrati di cani invisibili. </div><div style="text-align: justify;">Anche qui non si incrocia nessuno. </div><div style="text-align: justify;">Mi sembra di avere la Grecia tutta per me. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Chiusa la parentesi montagne, prima di fiondarci al mare, uno sguardo a <b>Ioannina</b>, la città principale dell’Epiro. </div><div style="text-align: justify;">Si sporge sul lago Pamvotida, sul quale sembra galleggiare l’isola senza nome, indicata con l’appartenenza, isola di Giannina. </div><div style="text-align: justify;">Cominciamo da qui. L’imbarco dal pontile di Perama, paesello sulla costa opposta, a poche bracciate dall’isoletta, non è più attivo. L’unico modo per raggiungere l’isola, a meno che non si possegga una barca, è il battello che parte dal lungolago di Giannina. </div><div style="text-align: justify;">Una quindicina di passeggeri, mascherina e distanziamento.</div><div style="text-align: justify;">Una corsa ogni ora, 10 minuti di traversata. </div><div style="text-align: justify;">Sull’isola c’è un piccolissimo borgo, con tante taverne e negozietti di souvenir; ci sono una mappata di monasteri e chiese (che lo dico a fare, manco per l’anticamera del cervello mi passa l’idea di entrarvi), e una strada che corre intorno al perimetro. </div><div style="text-align: justify;">Opto per la passeggiata, un modo per guardare le rive del lago da tante prospettive. </div><div style="text-align: justify;">Ormai è un leitmotiv. </div><div style="text-align: justify;">Non si incrocia nessuno, solo un gruppo di anatre che manco a sfruculiarle danno confidenza.</div><div style="text-align: justify;">Ci sono i pescatori, ne sono segno le reti e le barche ormeggiate tra i canneti. </div><div style="text-align: justify;">E’ qui che assaggio per la prima volta i gamberi di fiume. Assomigliano agli scampi, ma il sapore è molto più delicato. </div><div style="text-align: justify;">Dal battello (o traghetto? Battello mi pare più adatto, viste le dimensioni) la città di Giannina è un ondulato nastro verde sul quale spicca la torre del minareto. </div><div style="text-align: justify;">Il centro storico è quasi tutto racchiuso tra le mura del castello, il Kastro, uno sperone adagiato sul lago.</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, di storico c’è ben poco dentro le mura: passeggiando tra le viuzze, tra le case a due piani recentemente ammodernate, sembra di essere in una borgata extraurbana dell’Italia del dopoguerra, non dentro un castello. </div><div style="text-align: justify;">Solo sulla modesta altura dove un tempo sorgeva la vera residenza di Alì Pascià Telepeni - lui, proprio lui, il leone di Giannina che anche in Albania disseminò castelli e fortezze - restano tracce del passato: ma la moschea è un contenitore vuoto, la tomba di Alì è una ricostruzione, il museo bizantino e quello degli argenti – in cui siamo gli unici visitatori - sono lontani miglia e miglia dalle moderne concezioni museali. </div><div style="text-align: justify;">La bellezza di Giannina è nel suo placido lungolago e nel dedalo di stradine appena fuori dalle mura, puntellate di negozietti, taverne, baretti, ristorantini dove, alleluia, si può magnare a quasi tutte le ore. </div><div style="text-align: justify;">Luogo di pericolosissimi assembramenti, pieno di gggiovani, di movida. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1VluvnP5TJgnf5g3WzJde676z6tFOJGB9eOCjOUeOZVmG4DxpA86CdZOfWCeSxwxqnSgIyIzBU6ozXXTCbryykhawQ9X6FtH6uTbPI-eflue4T1J3-YY6quk7F35j5aCctMNDRGgcXqWN/s2048/IMG_20200717_211922.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1354" data-original-width="2048" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj1VluvnP5TJgnf5g3WzJde676z6tFOJGB9eOCjOUeOZVmG4DxpA86CdZOfWCeSxwxqnSgIyIzBU6ozXXTCbryykhawQ9X6FtH6uTbPI-eflue4T1J3-YY6quk7F35j5aCctMNDRGgcXqWN/s640/IMG_20200717_211922.jpg" width="640" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">A <b>Perama</b>, il paesino dell’altra sponda, vi sono le grotte, tra le più profonde della Grecia. </div><div style="text-align: justify;">La visita è solo guidata (in inglese/greco. La guida snocciola informazioni prima in una lingua e poi nell’altra). Non siamo – mannaggia – soli, stavolta. </div><div style="text-align: justify;">Il gruppo conta una ventina di persone, mascherina obbligatoria, e la risalita, nonostante la temperatura freschissima, è fatta in apnea: una mancanza di fiato stratosferica che mi fa quasi immediatamente dimenticare la bellezza delle stalattiti e stalagmiti. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Montagne, città, lago.</div><div style="text-align: justify;">Mancano il fiume e il mare. </div><div style="text-align: justify;">Nei pressi di <b>Gliki</b>, un minuscolo paese tra Giannina e Preveza, il fiume Acheronte accoglie con amene anse e con le sue gole un cuofano di ospiti. </div><div style="text-align: justify;">Era stato il rimando culturale ad attrarmi: <b>Acheronte</b>, il fiume che porta al regno dei morti, all’Ade, al profondo Inferno. </div><div style="text-align: justify;">E invece. </div><div style="text-align: justify;">Il paesaggio è bucolico - chiare e freschissime (anzi ghiacciatissime) acque – e il contorno turistico: bancarelle di souvenir, taverne coi tavoli quasi nell’acqua, kajak da affittare e gommoni su cui farsi portare, passeggiate a cavallo o con le funi tra gli alberi.</div><div style="text-align: justify;">Non riesco a compenetrarmi nell’immaginazione degli antichi. </div><div style="text-align: justify;">E’ pur vero che non sono riuscita ad addentrarmi nelle gole, avrei avuto bisogno di una muta da sub, o quanto meno di galosce per camminare nell’acqua gelata.</div><div style="text-align: justify;">(c’è chi fa il bagno, pure con la capa sotto. Marò, che coraggio. Mi sa che sono diventata anziana)</div><div style="text-align: justify;">E comunque la sosta – mitologia messa da parte – vale davvero la pena, anche solo per magnare la trota, presa nuotante dalla vasca e passata sulla brace. </div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">Dopo una settimana tra monti e laghi e città, è tempo di andare al mare. </div><div style="text-align: justify;">Lei mi dice che già il papiello è troppo lungo. </div><div style="text-align: justify;">Il racconto prosegue <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2020/08/viaggio-in-grecia-al-tempo-del-covid-il.html">cliccando qui</a>.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div></div><div><br /></div>
<br />Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-1796042459846026652020-06-11T12:39:00.008+02:002020-06-11T18:34:39.166+02:00Post pre covid. Marche, chicche e Carnevale.<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Finita
la Dad [se me l’avessero raccontato che
pur stando a casa si lavora il quadruplo non ci avrei mai creduto], ho trovato
il tempo di scaricare dal cellulare foto e video di un breve viaggio nelle
Marche fatto poco prima che il covid ergesse
barriere tra il dentro e il fuori.</span></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Ora
si rialzano le saracinesche. Il governo invita con proclami ed un esorbitante
bonus [basterà per un drink ad Alassio o a Capri?) a godersi le bellezze
italiane.</span></p><div> </div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Non
c’è bisogno che lo dica il governo che l’Italia è davvero tutta bella,
soprattutto quella meno nota, strombazzata, pubblicizzata.</span><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><b>Numana</b>,
<b>Sirolo</b>, le perle della riviera del <b>Conero</b>, le località più rinomate toccate nei
quattro giorni marchigiani, a febbraio
erano incantevolmente deserte.</span></div><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><br /></span></div><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><font size="4" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="3968" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg21uOs_hnRZ46lDpASaEnhUvl2jNyS1P7DahORToggD4gw2Psq5qttl-OKYqAODYdFJqE6yDrsrywtbllLsAxIODG8c83TjfA05fB7qAIT0QP421ARAB9KjebvSIGhxILFVRC9so4WGcxl/s320/IMG_20200227_223904.jpg" width="320" /></font></div></font></div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Pensavo
allora, mentre affogavo lo sguardo tra gli strapiombi e la macchia mediterranea
e il bianco della ghiaia e della scogliera e la trasparenza abbacinante del
mare, a come sarebbero state diverse in piena estate, con il formicolare e il
vociare di genti.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Chissà
se ci vorrà la prenotazione tramite app
o se ci sarà il vigilante a contingentare gli ingressi.</span></div><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">[Marò
e che guallarite, già immagino il sold out e le capate nel muro.]</span></p><div style="text-align: left;"> </div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><b><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><b><br /></b></span></div>Ancona</b>.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Credevo
fosse una città piatta, un po’ come Pescara. </span></div><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Invece è proprio bella, una Genova senza caruggi.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Nella
mole Antonelliana, o Lazzaretto, c’è il Museo tattile Omero.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">E’
lì che ho potuto conoscere, attraverso la mostra “Toccare la bellezza”, Bruno Munari. Il nome non mi era ignoto,
però.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">(o
‘gnurante, o ‘nzallanuta)</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Bellissime
le riproduzioni dei quadri tattili di Bruno Munari.</span></div><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><br /></span></div><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><br /></span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhngCAiph9D9MnryjrDowisH6wff1wAp_DT5Arsi6W1r2o-ng3uiiN8bNZd_GbCxrTLYjmmFya9dd9W88n1y0woeeDT1DR1TllbNw59zktrtUpKW57TZvzQjFQC0OQNluU9_0sVzTEIV-8w/s960/modificaimmagini.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="712" data-original-width="960" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhngCAiph9D9MnryjrDowisH6wff1wAp_DT5Arsi6W1r2o-ng3uiiN8bNZd_GbCxrTLYjmmFya9dd9W88n1y0woeeDT1DR1TllbNw59zktrtUpKW57TZvzQjFQC0OQNluU9_0sVzTEIV-8w/s320/modificaimmagini.jpg" width="320" /></a></div></div><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Un
impetuoso desiderio di emulazione, la voglia irrefrenabile di comporre su una
tavola di legno forme dimensioni materie per suggerire un’idea, un percorso, un
viaggio su cui far scivolare i polpastrelli, le dita, il palmo, il dorso della
mano.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Da
sfiorare, toccare, palpare, stringere.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Il
tatto: prima era solo senso subalterno alla vista, adesso è respinto, negato.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">[dopo
45 giorni di soli sguardi: ma io ti voglio abbracciare. Ti posso abbracciare
con la mascherina?]</span></div><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">E
se i portici con le arcate vicino al porto ricordano Genova, se le ottocentesche
strade larghe ricordano boulevard di altre
città italiane, se la cattedrale di San Ciriaco rimanda ad altre chiese, il
<b>passetto di Ancona</b> è unico.</span></div><div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;"><br /></span></div><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgACalRr-8gcueqPT7XJDkmhWeBzw00Bl-ESRlsyuYTJUq3-SQ3Tj3y59UYglvDC622RgenZKvgostsRCxpVEaeJXHz39yHRm4vEGtHZSkGFWwaL2HrVz6ccBiGl_DT7pQrDgAPyw_qnaTS/s3968/IMG_20200228_162559.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2976" data-original-width="3968" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgACalRr-8gcueqPT7XJDkmhWeBzw00Bl-ESRlsyuYTJUq3-SQ3Tj3y59UYglvDC622RgenZKvgostsRCxpVEaeJXHz39yHRm4vEGtHZSkGFWwaL2HrVz6ccBiGl_DT7pQrDgAPyw_qnaTS/s320/IMG_20200228_162559.jpg" width="320" /></a></div><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Non lo avevo mai visto neanche in foto random.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Incantevole
d’inverno, nonostante e forse grazie anche all’atmosfera dismessa, rugginosa,
precaria.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Decine
e decine di grotte scavate nella
montagna, tutte chiuse da portoncini
quasi improvvisati, incardinati alla meno peggio alla roccia. Dalle fessure tra
le assi sconnesse o dallo spazio lasciato tra i battenti si intravede qualcosa:
tavoli e sedie, pneumatici, cucine economiche e suppellettili di scarso valore,
damigiane impolverate.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Chiedo
ai pochi locali passeggianti. Cosa sono? Sono proprietà di privati?</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Dei
grottaroli non hanno voglia di parlare,
nicchiano.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Forse
un tempo ricovero per le barche o magazzini, forse ora pied-à-terre semiabusivi.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Chissà
in estate come si trasforma la spiaggia e come appaiono le grotte con i
cancelli spalancati.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">E’
una curiosità che non mi va di soddisfare.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Mi
piace ricordare l’atmosfera sospesa della tiepida mattina di febbraio, con la
luce metallica vibrante sulle pieghe delle rocce e sulle doghe dei cancelli
serrati, sulla montagna scavata e richiusa.</span></div><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">La
baia di <b>Portonovo</b> è l’altra grande spiaggia anconetana.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">A
pochi passi dalla riva ci sono due laghi
salati, dove tra canne e giunchi padroneggiano papere
e strani uccelli.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">(la
mia competenza in fatto di birdwatching è zero)</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Portonovo
è una contrada nella quale quasi tutte le attività economiche vanno in letargo in inverno, e resta viva e pulsante
solo la bellezza naturale del luogo.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Quanta
vibrante quiete.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">[L’apoteosi
del distanziamento sociale per scelta.]</span></div><div><div style="text-align: justify;"><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font></div><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Alle Grotte
di <b>Camerano</b> e <b>Osimo</b> (quanto è carino il microcentro storico di Osimo!) la prenotazione è obbligatoria per la visita guidata in orari prestabiliti.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Le
grotte non sono paragonabili a quelle della Napoli sotterranea
o alle catacombe di San Gennaro.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; text-align: justify;">Ma
le guide sono giovani donne preparate, appassionate e coinvolgenti, e averle ad
personam, essendo gli unici visitatori, è impagabile.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Uno
stralusso involontario.</span></div><div><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Il
vero motivo del viaggetto nelle Marche non è stato la ricerca dell’assoluto dal
colle dell’infinito di Recanati né il desiderio di fuggire dalla pazza folla:
al contrario, è stato il richiamo di un Carnevale storico.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">La
scelta è caduta su quello di <b>Castignano</b>, in provincia di Ascoli Piceno.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Burdello
massimo e assembramenti, e una partecipazione popolare che non avrei mai
immaginato.</span></div><div><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;"><i>Fora
fora li moccoli! Fora fora li moccoli! Fora fora li moccoli!</i></span></div><div><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><i><br /></i></span></font><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">I
moccoli sono delle lanterne di carta velina, fatte in casa a mano, poste su delle
aste. Nelle lanterne si mette una candela.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">La
fine del Carnevale è segnata dalla processione dei moccoli lungo tutto il
paese, vecchio e nuovo, e dal falò nel quale alla fine del percorso, nella piazza
più alta del borgo antico, vengono bruciati.</span></div><div><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Suggestivo,
sfrenato, liberatorio.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Non
si può fare a meno di aprire la bocca e pronunciare un grande oooooooohhhh
quando, radunatisi tutti i moccoli – la grande piazza non basta a contenerli
tutti, straripano nelle tortuose stradine -, si spengono le luci elettriche del paese, e resta solo lo
sfarfallio delle candele tra le veline colorate delle lanterne.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Una
magia.</span></div><div><font face="times new roman, serif"><span style="font-size: 18.6667px;"><br /></span></font><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">L’Italia,
soprattutto quella meno turistica, è davvero meravigliosa.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Però.</span><br /><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;">Decido
io dove come e quando, spinta dallo sghiribizzo della capa e dal limite della
tasca.</span><br /><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;"> <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 107%;">In
estate oltrefrontiera, oppure resto a casa. Per scelta, non per decreto
governativo. <o:p></o:p></span></p><p class="MsoNormal" style="margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 107%;"><br /></span></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</p><h3 style="margin-bottom: 0.0001pt; text-align: left;"><br /></h3><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="266" src="https://www.youtube.com/embed/W3OrMRND5Uc" width="320" youtube-src-id="W3OrMRND5Uc"></iframe></div></div></div><blockquote style="border: none; margin: 0px 0px 0px 40px; padding: 0px;"><div><div style="text-align: left;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt; line-height: 107%;"><br /></span></div></div></blockquote><div>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: left;"><span style="font-family: "times new roman", serif; font-size: 14pt;"><o:p> </o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p></div>Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-74397620047832486092019-08-21T09:37:00.001+02:002019-08-24T17:09:19.250+02:00Viaggio in Albania. Berat e Argirocastro.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
I centri storici delle città di Berat e Argirocastro sono patrimonio Unesco dal 2005. </div>
<div style="text-align: justify;">
Due castelli – in cima, marò e che scarpinetto! -, architetture civili molto particolari.<br />
[di usi e costumi non posso dire].</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXaCpngCxWcIcKxCgPxg0FHFxcLVaK_g2AISmu1Ckp5rdmtkuaf5PpIXnaUd43G6fFgFW0NHSGKIh2tiAlb53C7QO5ip73nZq9TVeSiyxiK9jGeQEWrYjxo1cmAAaRAtWOFBAfdct-Gd3y/s1600/berat.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1160" data-original-width="1600" height="462" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXaCpngCxWcIcKxCgPxg0FHFxcLVaK_g2AISmu1Ckp5rdmtkuaf5PpIXnaUd43G6fFgFW0NHSGKIh2tiAlb53C7QO5ip73nZq9TVeSiyxiK9jGeQEWrYjxo1cmAAaRAtWOFBAfdct-Gd3y/s640/berat.jpg" title="Mangalem, Berat" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Berat</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A <b>Berat</b>, racchiuso nella cinta di quello che era il castello, c’è un piccolo agglomerato di case ancora abitate. Alcune sono diventate b&b e ristoranti, qualcuna è in ristrutturazione o deliziosamente ristrutturata, altre sono abbandonate da poco – ne dicono vasi con i fiori secchi e tende sbiadite alle finestre - , altre ancora sopravvivono alla meno peggio allo scorrere del tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sulle cinta muraria, all’esterno e qua e là tra le viuzze, in esposizione, centrini e babbucce lavorate ai ferri, coperte e tovagliette ricamate.</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Un artigiano, nella penombra della stanza di ingresso di una casa in rovina, scolpisce in bassorilievo, su tavolette di legno, scorci del quartiere dalle mille finestre ai piedi del castello.</div>
<div style="text-align: justify;">
L’hand made del tricot non mi attrae per niente, invece il colpo di scalpello che trasforma un pezzo di legno nella riproduzione stilizzata di un paesaggio…</div>
<div style="text-align: justify;">
Compro alcuni scorci di Berat. </div>
<div style="text-align: justify;">
Li porto con me avvolti in carta di giornale.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmUAZ3SxjxbAszkEXQfaExaG9aMndcPdXL7bVBgn1YiuLRwdNwUrnvOwX3VIEpGcRAD6ot4jLFg3MqDtqAskY5ngACQbLL8wPR96Al5s552IKHQuDkMLaf1k-8tor2HDfVfKjLkyMW2tWe/s1600/b.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjmUAZ3SxjxbAszkEXQfaExaG9aMndcPdXL7bVBgn1YiuLRwdNwUrnvOwX3VIEpGcRAD6ot4jLFg3MqDtqAskY5ngACQbLL8wPR96Al5s552IKHQuDkMLaf1k-8tor2HDfVfKjLkyMW2tWe/s400/b.jpg" title="veduta dal castello di Berat" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">veduta dal castello di Berat.</td></tr>
</tbody></table>
Oltre alle case, tra le mura del castello ci sono i resti della moschea, delle cisterne, di chiesette e il bel<b> museo iconografico Onufri</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ ospitato nella chiesa ortodossa della dormizione di Maria. </div>
<div style="text-align: justify;">
La “dormizione” di Maria è il corrispettivo ortodosso dell’assunzione cattolica di Maria. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nelle icone, la scena rappresenta nella parte bassa Maria distesa sul letto di morte, al centro Gesù che la tiene in braccio bambina, simbolo dell'anima pronta ad essere accolta in cielo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le icone, grazie all’audioguida (anche in italiano, alè!) forniscono informazioni non solo religiose, ma anche relative alla storia politica, civile e culturale dell’Albania, e di Berat in particolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il borgo del castello è affascinante soprattutto di sera, quando il via via di turisti finisce e restano il silenzio e le ombre delle mura proiettate dalle luci sulle torri. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di sera tutto il centro storico di Berat è spettacolare.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT7x4usAR6atc3RbcNpLbuGnmS7Gd5Oa_AzAYNjqEv2Nz9XKfB_R2seRWoqkaRBPtj5kqBCuBEgeuRyaXxP7_Id-GQ1N84V_Kfqn2aRvv45dPO8NpGD0AmqSZ31_wLxb4hw9yYb35xE3ji/s1600/bera.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT7x4usAR6atc3RbcNpLbuGnmS7Gd5Oa_AzAYNjqEv2Nz9XKfB_R2seRWoqkaRBPtj5kqBCuBEgeuRyaXxP7_Id-GQ1N84V_Kfqn2aRvv45dPO8NpGD0AmqSZ31_wLxb4hw9yYb35xE3ji/s640/bera.jpg" title="Mangalem e il fiume Osum" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Mangalem e il fiume Osum</td></tr>
</tbody></table>
<br />
Al di sotto del castello – parecchio al di sotto, e che salita ripida! – si stende il quartiere di <b>Mangalem</b>, separato dal fiume Osum da quello di <b>Gorica</b>.</div>
<div style="text-align: justify;">
E’ soprattutto il quartiere di Mangalem ad aver dato a Berat l’epiteto di Città delle finestre sovrapposte. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non è passeggiando tra le sue stradine che si riesce ad averne piena percezione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Bisogna attraversare il ponte e godere dello sguardo d’insieme, dall’una e dall’altra parte.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le due zone del centro antico, l’una musulmana e l’altra cristiana, sono divise dal fiume ma collegate da due ponti. </div>
<div style="text-align: justify;">
E così come nel castello ci sono moschee e chiese, nei due quartieri la divisione religiosa non era categorica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Berat era emblema della convivenza e tolleranza religiosa, prima che il regime facesse diventare l’Albania, per Costituzione, il primo Stato ateo della Storia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non sono credente, ma la tolleranza religiosa è per me un valore imprescindibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tuttavia non ho potuto fare a meno di notare quante moschee di nuovissima costruzione, o in costruzione o in ristrutturazione punteggino adesso i paesini dell’Albania. </div>
<div style="text-align: justify;">
Imponenti, coi minareti altissimi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non so, davvero non so, se sia un bene. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Anche <b>Argirocastro</b> ha degli epiteti: città d’argento, città di pietra.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPJtgFTFpyWXrXSawneVDekFAdUOVveQfXS9-GxKsd5HHGIrnKyLehDBc2nb9VHqnOj8NOnD4VZHZafE7rhVriGv3zP04hv52y30BHwTSacyOqOM9fJLEJxBxZhuvfz33nv90zw4a_z3J0/s1600/argir.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPJtgFTFpyWXrXSawneVDekFAdUOVveQfXS9-GxKsd5HHGIrnKyLehDBc2nb9VHqnOj8NOnD4VZHZafE7rhVriGv3zP04hv52y30BHwTSacyOqOM9fJLEJxBxZhuvfz33nv90zw4a_z3J0/s640/argir.jpg" title="Argirocastro, veduta dal castello" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Argirocastro </td></tr>
</tbody></table>
<br />
I tetti delle case antiche sono in ardesia; la modalità di costruzione mi ha ricordato quella dei trulli di Alberobello; piccole lastre di pietra incastrate a sbalzo l’una sull’altra. </div>
<div style="text-align: justify;">
La parte inferiore delle abitazioni non ha aperture oltre alla porta d’ingresso: le finestre, decorate, sono al piano superiore, sporgente rispetto alla base.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Si può avere un’idea dell’interno visitando sia il <b>Museo etnografico</b>, collocato nella casa natale di Hoxha (ma è una ricostruzione, in quanto l’edificio originario fu devastato da un incendio), che nella casa Skënduli. </div>
<div style="text-align: justify;">
(vi sono anche altre case/fortezza/monumento visitabili, ma io non vi sono entrata).</div>
<div style="text-align: justify;">
Il museo in verità è muto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non ci sono pannelli esplicativi, né una guida. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un deposito di materiali in una abitazione parzialmente arredata. </div>
<div style="text-align: justify;">
(il senso di mitragliatori e cannoni nello spazio destinato a dispensa, tra otri e giare, non sono proprio riuscita a comprenderlo)<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella <b>casa Skënduli</b> è un membro della famiglia ad accompagnare i visitatori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il membro che ha accompagnato il gruppo del quale facevo parte – un gruppo che si è trovato per caso nello stesso momento nel cortile della casa - e pare una barzelletta, costituito da due spagnoli, due francesi e due napoletani – è un personaggio bizzarro e affascinante. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lo chiamerò signor Sk. </div>
<div style="text-align: justify;">
Magro, quasi allampanato, capelli più bianchi che grigi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il signor Sk è seduto sulla sedia intento a leggere un giornale. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si alza, ripone gli occhiali nel taschino della camicia, e s’informa sulla provenienza dei visitatori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi con nonchalance comincia a snocciolare frasi esplicative in traduzione simultanea italiano-spagnolo-francese sulla storia dell’edificio in cui ha abitato fino all’esproprio – <i>due stanze e cucinino mi hanno dato</i> - , sui 46 camini ad ostentazione della ricchezza della sua progenie, e ci conduce nelle stanze mostrandoci le porte e botole “segrete”, l’uso di alcuni strumenti da lavoro, fino al salone principale, con il camino finemente affrescato e il soffitto intagliato. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un’esperienza, nel vero senso della parola.<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il cuore di Argirocastro è il <b>bazar</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
(convertito ora in bazar di souvenir, a uso e consumo turistico)</div>
<div style="text-align: justify;">
Sulla piccola piazzetta convergono tre strade principali, segnate dalle facciate di altrettanti edifici.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma la piazza è un cantiere aperto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Che disdetta essere qui nel fervore di lavori pubblici per il rifacimento delle strade! </div>
<div style="text-align: justify;">
(e della moschea!)</div>
<div style="text-align: justify;">
Transenne, betoniere, rotoli di cavi e sacchi di materiale da costruzione depotenziano il fascino del luogo.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJah-sdWoze6UagnCx3SLubJdicsZsgQkV-fYcwCW38_l7jULfch0cAvxrQKgy33iJfzBfJMNTdC6tuh7o6tFwrGK-I5q-4dHXirjiidw_d2Lur0ens4Cv2q5QBD5y2P12Kxx2XIOq26N_/s1600/argi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1025" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiJah-sdWoze6UagnCx3SLubJdicsZsgQkV-fYcwCW38_l7jULfch0cAvxrQKgy33iJfzBfJMNTdC6tuh7o6tFwrGK-I5q-4dHXirjiidw_d2Lur0ens4Cv2q5QBD5y2P12Kxx2XIOq26N_/s400/argi.jpg" title="Torre dell'orologio castello di Argirocastro" width="256" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Torre dell'orologio del castello di Argirocastro</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
Il castello è invece una vera e propria fortezza posta in cima alla montagna – naturalmente, che straccquo! - e conserva integra la cinta muraria.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
All’interno c’è il museo delle armi (mi sono rifiutata di vederlo).<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La torre con l’orologio non è visitabile, come un’ala del castello.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma lo sguardo sui tetti d’ardesia, sulle montagne all’orizzonte, sul baratro nel quale si sarebbe gettata, secondo la leggenda, la principessa Argiro con in braccio il suo bambino per non consegnarlo agli invasori, vale interamente la sfacchinata per arrivare e la visita.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitkqtEyt5uY-eJnkRXqMBjOLCRXYQx0fjG_FC6zGPowNRHiITSwAr0o8yozuoMQzOyuGRhmZ35gpCZsg3MIhIqm3xoN-ZP_ru7dj1pzcVkBEsoUw1mBYFSdVnmnkLJBc9JzdppBsPlw10R/s1600/arg.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitkqtEyt5uY-eJnkRXqMBjOLCRXYQx0fjG_FC6zGPowNRHiITSwAr0o8yozuoMQzOyuGRhmZ35gpCZsg3MIhIqm3xoN-ZP_ru7dj1pzcVkBEsoUw1mBYFSdVnmnkLJBc9JzdppBsPlw10R/s640/arg.jpg" title="Castello di Argirocastro" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Castello di Argirocastro</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’Albania è un paese di piccole dimensioni, ma una settimana è davvero un tempo troppo ridotto per visitarla. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho dovuto rinunciare a molto. </div>
<div style="text-align: justify;">
[ <i>Ksamil deve essere un incanto. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- Ma ad agosto? meglio di no. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>E il nord e il lago di Ohrida? </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>- O quello o le città storiche, la giratempo non è ancora nella nostra dotazione</i>.] </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Come ogni volta che torno da un viaggio, mi dico che è stato breve, che ho visto troppo poco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ogni volta penso chissà, forse un domani.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’Albania è vicina, economica, e assai ospitale. E poi ho fatto una promessa. Tornerò, prima o poi.<br />
<br />
<br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank">(1)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank">paese di aquile e colombe</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">(2)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">imbarchi e sbarchi</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">(3)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">Durazzo Tirana Durazzo</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">(4)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">Zvernec, Llogara, il mare e Syri i Kalter.</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-81480122341989161882019-08-20T13:36:00.002+02:002019-08-22T17:00:52.169+02:00Viaggio in Albania. Zvërnec, LLogara, il mare e Syri i kalter.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Rispetto ad altri mezzi di trasporto, viaggiare in auto ha un vantaggio incommensurabile: la libertà. </div>
<div style="text-align: justify;">
Libertà di decidere tempi, ritmi, soste e fermate. </div>
<div style="text-align: justify;">
In Albania viaggiare in auto (la bicicletta sarebbe ancora meglio, ma vuoi mettere la fatica e i bagagli?) è l’unico modo per godere di bellezze che altrimenti…</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Da Berat (di cui dico dopo) si va a <b>Zvërnec</b>, località della laguna riserva naturale di Vlora-Narta, dove c’è un isolotto con un monastero greco-ortodosso.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZAi2pWPwuzpRzGWmkaLWkdfo-IT509VmYR9PjBeKVuZldK8IOB3Ls06E9xkzHrXERUjAz4vRING4D4PA69pRCiETTOzdaa7HPJr6WnSMt4JKcyecpy2SxHT9Zo_DfUlu2cjq2CT3BF3cF/s1600/salina.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1016" data-original-width="1600" height="253" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZAi2pWPwuzpRzGWmkaLWkdfo-IT509VmYR9PjBeKVuZldK8IOB3Ls06E9xkzHrXERUjAz4vRING4D4PA69pRCiETTOzdaa7HPJr6WnSMt4JKcyecpy2SxHT9Zo_DfUlu2cjq2CT3BF3cF/s400/salina.jpg" title="Zvernec salina" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">salina di Zvërnec</td></tr>
</tbody></table>
Poco prima di arrivare, un imprevisto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Stop.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una striscia rosa, una gigantesca salina. </div>
<div style="text-align: justify;">
C’è vento, al bordo della carreggiata. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ come fermare per un attimo il tempo e sentirsi catapultati in un altrove alieno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non era prevista questa fermata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma è un incanto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il navigatore dell’auto non conosce le strade, fa un po’ come gli pare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci fa attraversare un brutto tratto di strada per arrivare da Narta a Zvërnec. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un’area industriale dismessa, trasandata, buche e voragini che costringono le vetture a fare delle vere e proprie gimkane. </div>
<div style="text-align: justify;">
E poi c’è la pineta, bellissima: odore fresco e balsamico. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ un peccato che non vi sia manutenzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Fanno paura gli alberi piegati verso il centro della carreggiata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Alcuni sono letteralmente spezzati e si poggiano su altri alberi. (prefiguro un catastrofico effetto domino). </div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Anche verso l’isola di Zvërnec domina l’incuria: non è tanto la strada sterrata e polverosa, quanto lo sono i cumuli di spazzatura ai bordi, i pochi cassonetti stracolmi. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’isola, una bolla in mezzo alla laguna, è collegata alla terraferma da un pontile di legno che ad un certo punto si biforca: un segmento di ponte conduce ad una piattaforma, location ideale per le fotografie di matrimonio. </div>
<div style="text-align: justify;">
(quante spose! Una qui, più di una per ogni castello, a Berat, ad Argirocastro, un altro paio sulla scalinata dell’Albanian College a Durazzo. Tutte bellissime. Mi chiedo. Le foto sono contestuali al rito? Solo gli sposi e i fotografi. Intimo intimo).</div>
<div style="text-align: justify;">
La passeggiata sul ponte è incantevole.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcPVZa_FKv1TjIMtFDeYm97eGCfZHsWIX2gFFswy0UfttlNPYIgVEnrCKjFuJYYlPW3b8rqAdgy66o-U2yviO_UjrEGxgRVh7stYcvOMm53BHf1chO3Qs3DFY79Y_s6ouS1e7U0f4pg7xa/s1600/zvernec.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="478" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcPVZa_FKv1TjIMtFDeYm97eGCfZHsWIX2gFFswy0UfttlNPYIgVEnrCKjFuJYYlPW3b8rqAdgy66o-U2yviO_UjrEGxgRVh7stYcvOMm53BHf1chO3Qs3DFY79Y_s6ouS1e7U0f4pg7xa/s640/zvernec.jpg" title="Zvërnec isola" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">ponte per l'isola di Zvërnec</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il monastero bizantino è molto grazioso, anche se si respira aria di abbandono. </div>
<div style="text-align: justify;">
A lato un piccolo cimitero, e un po’ oltre un pollaio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sotto la tettoia dell’anonimo edificio all’altro lato della chiesa, un tacchino zompetta.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD9q_8MZ_5_BaX9jd4pYpJEl5nBhb9Exw4NHSxbQrAiJj7lArGwR531ELS4vqxXfv-pTy_XhECpQjWMf68K6l3gLyRA9upFpyXunRwyUVkggC6LbuzFYFSs2YDWg0Qw-y6I3njcapklNgE/s1600/zv.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgD9q_8MZ_5_BaX9jd4pYpJEl5nBhb9Exw4NHSxbQrAiJj7lArGwR531ELS4vqxXfv-pTy_XhECpQjWMf68K6l3gLyRA9upFpyXunRwyUVkggC6LbuzFYFSs2YDWg0Qw-y6I3njcapklNgE/s400/zv.jpg" title="Zvërnec monastero" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">monastero ortodosso sull'isola di Zvërnec</td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />
<br />
I pochi turisti sono discreti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il suono del vento copre ogni rumore. </div>
<div style="text-align: justify;">
C’è un’atmosfera sospesa.<br />
Vorrei essere un uccello. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Da Orikum (un paese bruttarello assai, con un’ampia spiaggia ai suoi piedi, delimitata dalla penisola di Karaburun, che ahimè, non potrò esplorare) si prosegue sulla strada statale per arrivare a Qeparo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si deve valicare il<b> passo di LLogara</b>, ad una altitudine di oltre 1000 metri. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tortuosa, con tratti di pendenza elevatissima, la SH8 è una strada lenta e meravigliosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il paesaggio è straordinario. Dalla montagna al mare in un battito di ciglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per un tratto sembra di essere sulle Alpi, boschi fittissimi, pareti montuose verticali, una frescura pungente. </div>
<div style="text-align: justify;">
Poi a serpentina verso il mare, curve che sono balconi sull’azzurro.</div>
<div style="text-align: justify;">
La costa da Palase a Qeparo è un susseguirsi di baie, insenature, scorci di spiaggette (chissà come ci si arriva). </div>
<div style="text-align: justify;">
Il mare ha tutte le sfumature del blu e dell’azzurro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Che importa se occorrono due ore per coprire una cinquantina di km.</div>
<div style="text-align: justify;">
Vorrei durasse di più.</div>
<div style="text-align: justify;">
I paesini che si attraversano però sono affollati di case, di palazzine, di auto, di persone. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un marasma. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVDSX8cusEUBml3A2axNNyyhKnfuBghIvQHUadVQqe0U4675y3GlGKLHEJN3YqlAz8NMcuBJ95IsBwfXKD6hY_VZFzMrP0-PG56bHDn3QpfMpel3rdRtKD7bb9tPAXNcbKm2cbAEqPU8zQ/s1600/ppal.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="965" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVDSX8cusEUBml3A2axNNyyhKnfuBghIvQHUadVQqe0U4675y3GlGKLHEJN3YqlAz8NMcuBJ95IsBwfXKD6hY_VZFzMrP0-PG56bHDn3QpfMpel3rdRtKD7bb9tPAXNcbKm2cbAEqPU8zQ/s400/ppal.jpg" title="Castello di Ali Pasha Porto Palermo" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dal castello di Alì Pasha a Porto Palermo </td></tr>
</tbody></table>
<b><br /></b>
<b>Porto Palermo</b> è una piccola penisola sulla quale sorge il castello di Alì Pascià, una fortificazione a pianta triangolare, con torri agli angoli. E’ ben conservato e visitabile alla modicissima cifra di 100 lek, poco meno di un euro. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un asinello con campanaccio bruca tranquillo ai lati del sentiero sassoso che conduce alla fortezza.<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Però l’accesso alle spiagge dell’istmo e al castello non è tenuto bene. Scheletri di edifici, forse ex opifici, sterpaglie, una piccola chiesa ortodossa chiusa con catenaccio (appiccicato alla porticina c’è un numero telefonico ) in avanzato stato di degrado, rottami e pezzi di ferro tra i cespugli e il mare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il mare è di una trasparenza che impressiona.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu-4xHtyrIJOh53CgWpZ2aBs9TFOf0HlXBb89sgogNT9NCizDPeZQl_oCX1pXJb7IW5dfgupcsoBfMfmd-_Pv9vqLtq69qA-U7OoIBfeAKOst80evmHExhcDk9m0Ih8XJDQR2Y0dmyAqGO/s1600/portopal.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="565" data-original-width="1600" height="226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgu-4xHtyrIJOh53CgWpZ2aBs9TFOf0HlXBb89sgogNT9NCizDPeZQl_oCX1pXJb7IW5dfgupcsoBfMfmd-_Pv9vqLtq69qA-U7OoIBfeAKOst80evmHExhcDk9m0Ih8XJDQR2Y0dmyAqGO/s640/portopal.jpg" title="baia di Porto Palermo" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">spiaggia sull'istmo di Porto Palermo</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’acqua è gelata, freddissima davvero. Rischiando una sincope, comincio ad immergermi. </div>
<div style="text-align: justify;">
(piano piano, un centimetro di pelle alla volta. Ma che meraviglia).</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
A <b>Qeparo</b> il mare non è cristallino come a Porto Palermo, però ha una varietà di colori che impressiona. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il fondale è basso, e si passa dai sassolini ad una zona a pietre grosse, poi si arriva ad una secca di sabbia sottilissima bianca e soffice e infine, con l’aumentare della profondità, il fondale presenta delle dune con cespuglietti di alghe, tutte regolari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sembra un campo seminato.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un campo subacqueo.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKil2WzSkuw_CwTpK4biKSBRO-F-YY58BAxaL4iJOelaxRPfS7UIKsS3ar4lF_-4ckTxIYbuoujudx8T1AOPbF7IA3JaGIKpjpMBSm7XyRB3eMCbXuU6DkN2ElFhe3RQPeFrVmWCbVCysS/s1600/qeparo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKil2WzSkuw_CwTpK4biKSBRO-F-YY58BAxaL4iJOelaxRPfS7UIKsS3ar4lF_-4ckTxIYbuoujudx8T1AOPbF7IA3JaGIKpjpMBSm7XyRB3eMCbXuU6DkN2ElFhe3RQPeFrVmWCbVCysS/s400/qeparo.jpg" title="lungomare di Qeparo" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">lungomare di Qeparo</td></tr>
</tbody></table>
<br />
A Qeparo è stato costruito un lungomare. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ una larga strada pedonale tra il grappolo di case e la spiaggia che prosegue ben oltre l’abitato, seguendo la linea di costa fino alla montagna.</div>
<div style="text-align: justify;">
Si inerpica ancora per qualche centinaio di metri e si ferma così, improvvisamente, davanti alla parete rocciosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ una passeggiata bellissima, soprattutto nella parte più isolata.<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono un ruscello ed un ponte, i ruderi di un vecchio mulino (così traduce google la scritta a vernice sulle pietre di una delle pareti).<br />
<br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD2c-hF9YbyWmth7uLY2YBu47Feql2E6siQrUzwmPrdpZ7aH9b4XK_cltydaqmIsNHvcfMy4JDOajKbbJyYDWIe5sK_lgUCq55n0VLX0-nyc4OvJ3TjangRIrMkEXnkIm6JXw0VQTEv2bk/s1600/qe.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhD2c-hF9YbyWmth7uLY2YBu47Feql2E6siQrUzwmPrdpZ7aH9b4XK_cltydaqmIsNHvcfMy4JDOajKbbJyYDWIe5sK_lgUCq55n0VLX0-nyc4OvJ3TjangRIrMkEXnkIm6JXw0VQTEv2bk/s400/qe.jpg" title="lungomare di Qeparo" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">dal lungomare di Qeparo</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
Un pastore, dalla SH8, attraverso un varco del guard rail conduce il gregge al ruscello.<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Dal muretto del lungomare guardo le pecore sfrecciarsi verso il rigagnolo, e poi ubbidienti risalire, al comando del pastore, la piccola scarpata.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nel mio viaggio non ho incontrato sulla strada mandrie e greggi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ho visto alcune mucche libere ai margini della carreggiata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una allattava il vitello, un’altra pascolava tra i sacchi di spazzatura aperti fuoriusciti da un cassonetto stracolmo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche galline ho visto razzolare libere tra i rifiuti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Forse sarebbe stato meglio non vedere. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Syri i kalte</b>r è un’altra meraviglia naturale dell’Albania. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ una sorgente carsica, un turbine di acque bianche e turchesi e blu che gorgoglia in un lago attorniato da piante lussureggianti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sembra davvero un occhio aperto nel lago. </div>
<div style="text-align: justify;">
Inquietante, di una bellezza inconsueta e affascinante.<br />
<br />
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxa3_YyLFbzLRwK2SbbRf7CjTNEmq-GSJ23dmEt8gYf4XZLP_gYmTUu15T-izNNWHu5G6I0dmzUztrwNGIRBqVltvrgqU6rvVqeJzfUdTQ6qTSm-pAt0w_xMIEMIAUbH46u3DIU6VZuXsu/s1600/blu.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="" border="0" data-original-height="1086" data-original-width="1600" height="434" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgxa3_YyLFbzLRwK2SbbRf7CjTNEmq-GSJ23dmEt8gYf4XZLP_gYmTUu15T-izNNWHu5G6I0dmzUztrwNGIRBqVltvrgqU6rvVqeJzfUdTQ6qTSm-pAt0w_xMIEMIAUbH46u3DIU6VZuXsu/s640/blu.jpg" title="Syri i kalter occhio blu" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Syri i kalter, l'occhio blu</td></tr>
</tbody></table>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per quanto le fotografie e i video reperiti in rete possano essere eloquenti [si pensa al ritocco, al fotoshop, ai filtri] - vederla con i propri occhi è tutt’altra cosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci si arriva attraverso una strada sterrata, qualche chilometro di polverone e rimbalzi di pietre. Sono tanti i visitatori che giungono alla riserva naturale.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una lunga fila di macchine, così tante che trovare posto nel parcheggio non è semplice. </div>
<div style="text-align: justify;">
Anche qualche moto - pochissime ne ho viste sulle strade, su questa ai due motociclisti non basterà una doccia per rimuovere la polvere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il lago e il bosco sono bellissimi, ma non ci sono sentieri che ne permetterebbero la visita. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dal parcheggio, poche centinaia di metri e si è al cospetto dell’occhio, violato da centinaia di tuffatori, di immersionisti, di bagnanti [Non si potrebbe, non si dovrebbe. Ma nessuno frena, nessuno sanziona], scandagliato da migliaia di cellulari e macchine fotografiche, sfondo vorticoso di innumerevoli selfie. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una folla concentrata sulle rive e abbarbicata sulle strette passerelle e piattaforme, per un mordi e fuggi tra lo spanzamento al mare e la visita di Argirocastro, poco più a Nord.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma d'altra parte, una volta arrivati all’occhio blu, c’è poco da fare, se non ammirare la sorgente e percorrere brevi tratti per giungere in uno dei due centri ristoro e lì bivaccare.</div>
<div style="text-align: justify;">
[nel breve tratto tra l'occhio e uno dei ristoranti, sulle foglie, quasi mimetizzata con le ali chiuse e strette, una farfalla blu elettrico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il suo volo è uno schizzo di colore nell’aria]</div>
<div style="text-align: justify;">
Non solo l’occhio, ma tutta la riserva naturale meriterebbe attenzione (e meriterebbe una fruizione molto più ampia e responsabile. Oltre a maggiori controlli, il periplo del lago attraverso dei sentieri diluirebbe, credo, la massa estasiata.)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Zvernec, Porto Palermo, Syri i kalter. </div>
<div style="text-align: justify;">
Perle albanesi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Né irraggiungibili, nè segrete. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma il contorno…</div>
<div style="text-align: justify;">
Le conchiglie che le contengono dovrebbero essere raschiate dalle incrostazioni.<br />
<br />
<br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank">(1)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank">paese di aquile e colombe</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">(2)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">imbarchi e sbarchi</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">(3)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">Durazzo Tirana Durazzo</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">(5)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">Berat e Argirocastro.</a><br />
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Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-90533127054230545562019-08-19T09:35:00.000+02:002019-08-22T16:59:41.487+02:00Viaggio in Albania. Durazzo Tirana Durazzo.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
L’itinerario albanese, data l’esiguità del tempo a disposizione, è conseguentemente limitato. Un giro circolare che cerca di salvare capra e cavoli, la rinomata costa e le città storiche, con una buttata di occhio su due parchi naturali.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La distanza tra Durazzo e Tirana è più o meno la stessa che intercorre tra Caserta e Napoli, e più o meno lo stesso è il paesaggio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi è sembrato di arrivare a Caserta passando per Lusciano e Marcianise. Stessa bruttura, con capannoni industriali e accumuli di ruggini e lamiere; campagne disordinate e sciatte, faraoniche e iperkitsch costruzioni stile hollywoodiano - colonne e statue e dorature, cavoli a merenda – che si palesano come epifanie.<br />
<br />
[Tutto il mondo è paese, le periferie delle grandi città sono sempre squallide, grrrr.<br />
Però in Bretagna, o in Baveria...<br />
Le periferie delle grandi città sono quasi sempre squallide. Doppio grrrr.]<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ma a differenza, un’infinità di distributori di carburante.<br />
[mi sono rimasti impressi i molteplici Kastrati, il cui simbolo stilizzato, la pompa di travaso inserita nel serbatoio dell'auto, davvero pare un castrato, un montone. Kastrati è un gruppo albanese. Considerando che un tempo l'economia albanese era soprattutto basata sull'agricoltura e sulla pastorizia, c'è del genio in chi ha inventato il logo. Dalla pecora al carburante. Il petrolio come segno dell'evoluzione economica. Mò si dovrebbe trasformare l'agnello in pannello solare.]*</div>
<div style="text-align: justify;">
Ce ne sono tantissimi (anche lungo la strada tra Tirana e Berat), sempre corredati di punto ristoro, bar, albergo. </div>
<div style="text-align: justify;">
(mi chiedo come possano sopravvivere tutti con tale concorrenza)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’Albania è contemporaneamente un paese arcaico e nuovo. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ ammirevole quanto sia riuscita a fare in poco più di venti di anni, dalla caduta del regime.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le statistiche la incasellano tra i paesi più poveri d’Europa (secondo il reddito pro-capite a parità di potere di acquisto - <i>PIL PPA 2015 del Fondo Monetario Internazionale</i> ) , ma l’ambizione alla ricchezza e alla modernità, se fuori da un progetto e fuori da ogni controllo, non sempre porta buone cose. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Le considerazioni su <b>Durazzo</b> e <b>Tirana</b> non possono che essere epidermiche, dato che nella prima città ho trascorso una manciata di ore prima dell' attesa dell’imbarco per Bari, e nella seconda un solo giorno.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih5dmG2JBuoQo_YcU8IydWA0JPqOOrLNQRGQZuHAtSP6KwlmpqYZrnIs5nJv6F4SvVo0dH4I7a5-T1yK2-l6KpABe6A-fDa0I5yBbE1AemV9rPWzS1WSWD-9A4j1drCZmN50nkmiMjQkeQ/s1600/duraz.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1342" data-original-width="1600" height="335" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEih5dmG2JBuoQo_YcU8IydWA0JPqOOrLNQRGQZuHAtSP6KwlmpqYZrnIs5nJv6F4SvVo0dH4I7a5-T1yK2-l6KpABe6A-fDa0I5yBbE1AemV9rPWzS1WSWD-9A4j1drCZmN50nkmiMjQkeQ/s400/duraz.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
<br />
A <b>Durazzo</b> c’è un lungo boulevard, con le palme, i palazzotti buoni (sul terrazzino di uno dei quali, richiamata dal versi, ho scorto una grande gabbia stracolma di piccioni, un piccolo allevamento) e i baretti fichetti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche la piazza su cui si affacciano la grande Moschea e vari edifici pubblici e dove zampillano le fontane è molto bella.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Sul lungomare, tra <i><b>Ventus</b></i> (che è un albergo ristorante costruito sul mare, Dubai style) e <i><b>Sfinksi</b></i>, o capo square, una struttura pubblica in cemento, una piazza/terrazza a gradoni <i>'n punt'o mar</i>, che da un lato ricorda la sfinge e dall’altro una sorta di stratificazione geologica (se fosse meno trascurata, se intorno non ci fosse lo sgarrupo...) e oltre, file di palazzoni sembrano voler fagocitare le onde. </div>
<div style="text-align: justify;">
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhecvtoKr0isne_RzDTgqdMxKdySFvWKIkF0EEayCYr1BUEO7X3LIMzkR61v6oH9pYFY5-vuyLdWxQgUZE1GLQrdQw6KUX2bGWjUHOUB9XYn8-JpKHYySctskSHkQd7KkienUhuKK_JJ12d/s1600/torre+venez.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhecvtoKr0isne_RzDTgqdMxKdySFvWKIkF0EEayCYr1BUEO7X3LIMzkR61v6oH9pYFY5-vuyLdWxQgUZE1GLQrdQw6KUX2bGWjUHOUB9XYn8-JpKHYySctskSHkQd7KkienUhuKK_JJ12d/s400/torre+venez.jpg" title="Torre veneziana Durazzo" width="400" /></a><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhecvtoKr0isne_RzDTgqdMxKdySFvWKIkF0EEayCYr1BUEO7X3LIMzkR61v6oH9pYFY5-vuyLdWxQgUZE1GLQrdQw6KUX2bGWjUHOUB9XYn8-JpKHYySctskSHkQd7KkienUhuKK_JJ12d/s1600/torre+venez.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a></div>
<br />
<br />
<br />
<br />
Nei pressi della torre veneziana, dove lo skyline della merlatura è sovrastata dagli ombrelloni del bar, c’è un grande edificio che è stato costruito inglobando le mura dell’antico castello bizantino. </div>
<div style="text-align: justify;">
Fa strano.<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Ho avuto la sensazione che in Albania ci sia un cortocircuito tra il proprio passato (radici che non si possono - e non si devono - tagliare, ma anche la povertà, le limitazioni imposte dalla dittatura) e l’idea di futuro.<br />
Ciò talora produce situazioni stridenti (e abbandoni, prima ancora del portare a termine).</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRFLLnvBt0u8AsZVCc1G96fH7pfkNcJNSyViNXOip3CwChDKI6-wRvzFhEfvmj-mtEzkE0CRWb3GqOYpZOonrr9aNUt-yV8bDs7wVZVLFT8HRDjUUG4DsDhnuyRXo6PqvGVMCBH9CRsyzZ/s1600/piramide.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1225" data-original-width="1600" height="306" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjRFLLnvBt0u8AsZVCc1G96fH7pfkNcJNSyViNXOip3CwChDKI6-wRvzFhEfvmj-mtEzkE0CRWb3GqOYpZOonrr9aNUt-yV8bDs7wVZVLFT8HRDjUUG4DsDhnuyRXo6PqvGVMCBH9CRsyzZ/s400/piramide.jpg" width="400" /></a></div>
<br />
<br />
Penso alla <b>Piramide di Tirana</b>, costruita come monumento-museo celebrativo di Enver Hoxha. </div>
<div style="text-align: justify;">
Con la caduta del regime, venne adibita ad altri scopi: base Nato, centro eventi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ora è in uno stato di abbandono e di degrado sconcertante.<br />
Una vera damnatio memoriae.**<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
Ho visto però anche realtà di segno opposto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Interessantissimi sono i Bunk’art, due dei bunker, tra le centinaia di migliaia costruiti durante il regime di Hoxha (i dittatori sono tutti paranoici), convertiti in un luogo dove la memoria diventa riflessione e monito. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il <b>Bunk’art 2 </b>fu costruito tra il 1981 e il 1986, destinato ad ospitare la polizia d'elite e il personale del Ministero dell'Interno in caso di un eventuale attacco nucleare.<br />
Ora è un museo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nelle stanze che si aprono sul lato dei lunghi corridoi si racconta la storia “poliziesca” dell’Albania dall’indipendenza fino alla caduta del regime.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5iHCCFVvtnXSldX85IZKS1855X6NbMsR4gC1IWOI6PAobkuijCZ7q3nDIcLRnl48bhcTMNE4HlaR5qWJP78wUCHmxXohRxEjPj9hG8Igd5swxqD18u3JhM06CEI1jDMPyS_zzd-8zMFgg/s1600/bunkart.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Bunk'art" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5iHCCFVvtnXSldX85IZKS1855X6NbMsR4gC1IWOI6PAobkuijCZ7q3nDIcLRnl48bhcTMNE4HlaR5qWJP78wUCHmxXohRxEjPj9hG8Igd5swxqD18u3JhM06CEI1jDMPyS_zzd-8zMFgg/s640/bunkart.jpg" title="Bunk'art 2 Tirana" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
I pannelli esplicativi sono in albanese e in inglese, ma anche senza soffermarsi troppo sulle parole, le immagini (foto, filmati) gli oggetti, ma soprattutto lo spazio stesso [claustofobico, opprimente, labirintico, disorientante] dicono tanto. </div>
<div style="text-align: justify;">
[Ho provato disagio e imbarazzo nelle stanze relative all’occupazione fascista, come se fosse stata colpa mia.] </div>
<div style="text-align: justify;">
Bunk’art 2 è situato a due passi dalla <b>piazza Scanderberg</b>, una piazza gigantesca, così enorme che mi sono sentita una formichina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho immaginato come ci si potesse sentire in mezzo ad una folla oceanica radunata lì per un comizio, ad esempio. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un granello di sabbia.<br />
[non so perchè. anche piazza del Plebiscito a Napoli è vasta - per non dire di Piazza di Spagna a Siviglia - , ma lì non ho provato la sensazione di minuscolità che mi ha pervaso in piazza Scanderbeg].<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tranne che sotto il sole delle tre del pomeriggio, e girovagando ai bordi, è però un luogo accogliente: ai margini, tra il Museo nazionale e il teatro dell’Opera e la torre dell’Orologio, tra la Moschea e la Chiesa Ortodossa, vi sono spazi verdi e panchine, installazioni artistiche e fontane. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di sera, ad intermittenza, luci rosse, blu, viola verdi e gialle illuminano le aiuole.<br />
Lampioni a forma di giganteschi paralumi fanno luce sulle strade che convergono nella piazza.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnvw2cEAFebVOXZ8F5tQcN1bVYpS_44ZY9FN6ajdyg3ZC3Ra0ZZ4a0XKgJY4NZrwjXq5olp7TlnbbGsFI5gbCZairHqIZ-PF_RDEl6BhlsmHvdw9fTJhOL_6Zr-qLu7KzigZfmYCcv-WuM/s1600/parco+tiran.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="Parco sul lago, Tirana" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjnvw2cEAFebVOXZ8F5tQcN1bVYpS_44ZY9FN6ajdyg3ZC3Ra0ZZ4a0XKgJY4NZrwjXq5olp7TlnbbGsFI5gbCZairHqIZ-PF_RDEl6BhlsmHvdw9fTJhOL_6Zr-qLu7KzigZfmYCcv-WuM/s400/parco+tiran.jpg" title="Gran Park di Tirana" width="400" /></a></div>
Bellissimo, molto curato e davvero rilassante è il grande parco pubblico sul lago artificiale, il <i><b>Parku i Madh i Tiranës.</b></i></div>
<div style="text-align: justify;">
Si può correre (non solo atleti, ma intere squadre, con divisa regolamentare e fisicacci, ho visto battere ritmicamente i viali), passeggiare, sedersi a guardare le anatrelle, fare yoga o altri sport più dinamici. C’è anche un teatro all’aperto.<br />
[e le toilette pubbliche sono pulitissime].<br />
Dal tramonto si riempie di gggente. Un vero polmone verde – e un cuore pulsante – nel centro della città.<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBvyBW6BBdfXpqdTRYCvO6-EVf-AGaFADbwcA9vwETsicr3Ue-Wx9v42O4csrObWzctAc4PcPlVicEPD8GaMsOEilbGC5UVSpTVs3ETsKunoXaR5v-todjOed39NJM5BInq2hxrLzKwTDA/s1600/tirana.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="mercato di Tirana" border="0" data-original-height="1058" data-original-width="1600" height="262" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBvyBW6BBdfXpqdTRYCvO6-EVf-AGaFADbwcA9vwETsicr3Ue-Wx9v42O4csrObWzctAc4PcPlVicEPD8GaMsOEilbGC5UVSpTVs3ETsKunoXaR5v-todjOed39NJM5BInq2hxrLzKwTDA/s400/tirana.jpg" title="Pazari i ri, mercato di Tirana" width="400" /></a></div>
<br />
Ho trovato bella la ristrutturazione dell’area dell’antico mercato di Tirana, <b>Pazari i ri</b>. </div>
<div style="text-align: justify;">
I banchi della frutta, delle cianfrusaglie, delle spezie, sono sovrastate da una struttura vetrata, a forma di tenda, nella quale si riflettono i vivaci colori, giallo, viola, rosso nero della tinteggiatura geometrica delle superfici dei moderni palazzi che attorniano la piazza.</div>
<div style="text-align: justify;">
(mi hanno ricordato i motivi dei tappeti tradizionali)</div>
<div style="text-align: justify;">
Un tripudio di colori e odori.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
Tirana è una città a vocazione cromatica. Persino i semafori. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono montati su dei pali che riproducono in modo stilizzato un albero. Non si illumina di verde o di rosso o di arancione solo il faro, ma tutto l’ambaradan. Sfiziosi assai. </div>
<div style="text-align: justify;">
E il caffè a Tirana (ma in tutta l’Albania) è davvero buono.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgJIbhcUqsOJGEVt-QchmVf3VFA0vY-i5PphwdSAkuqbIa9oV9eADNCd47DsX50LB0iZ-TxM60ZcKd9GStvg6WBbCwcu8_ccksflhSBfIrr623MyRLy-wU5TDV_IHJZ7bhKFj3oINdATuk/s1600/tirana.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="" border="0" data-original-height="512" data-original-width="1277" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjgJIbhcUqsOJGEVt-QchmVf3VFA0vY-i5PphwdSAkuqbIa9oV9eADNCd47DsX50LB0iZ-TxM60ZcKd9GStvg6WBbCwcu8_ccksflhSBfIrr623MyRLy-wU5TDV_IHJZ7bhKFj3oINdATuk/s640/tirana.jpg" title="i love Tirana" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
* Sono stata informata che il logo adottato da Kastrati, è in realtà ispirato ad un simbolo di Skanderbeg, la corona o elmo con cui fu incoronato il condottiero. Non lo sapevo, naturalmente. Ho lavorato di immaginazione, associando il logo sia al referente, ovvero il distributore di carburante, che ad un traslato a me noto, ovvero il castrato, anche per associazione di suoni. Sarò perdonata, spero, per questo piccolo volo pindarico. :)<br />
<br />
**C'è un progetto che la renderebbe centro di creatività giovanile, pure discoteca [altro che damnatio memoriae, vera nemesi]. Bisogna far presto.<br />
<a href="https://www.mvrdv.nl/projects/312/the-pyramid-of-tirana" target="_blank">Qui il progetto degli architetti del MVRDV</a><br />
<br />
<br />
<br />
Viaggio in Albania<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank"> (1)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank">Paese di aquile e colombe.</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">(2)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">Imbarchi e sbarchi.</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">(4)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">Zvërnec, LLogara, il mare e Syri i kalter.</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">(5)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">Berat e Argirocastro.</a><br />
<br /></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-24765976894954332552019-08-17T17:19:00.000+02:002019-08-22T16:58:39.840+02:00Viaggio in Albania. Imbarchi e sbarchi.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Me la ricordo la nave strabordante all’inverosimile di persone che fuggivano dall’Albania dopo la caduta del regime. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ forse la prima immagine mentale che ho di questo paese.<br />
Da ggiovane, le mete delle mie vacanze all'estero erano solo Yugoslavia e Grecia.<br />
(questioni di portafoglio, come al solito, ahem)</div>
<div style="text-align: justify;">
L’Albania, incastrata nel mezzo, era invisibile. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non ricordo se mi fossi mai posta il problema [e non è una bella cosa].</div>
<div style="text-align: justify;">
Non ricordo il trattamento riservato ai ventimila a cui venne “concesso” lo sbarco. </div>
<div style="text-align: justify;">
(posso immaginarlo. E non è una bella cosa)</div>
<div style="text-align: justify;">
A Bari forse la memoria di quello sbarco ha segnato per sempre l’idea dell’Est. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Situazione 1: imbarco a Bari.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il grande piazzale dell’ansa di Marisabella, dove si attende per l’imbarco verso la Croazia, il Montenegro, l’Albania, sembra un campo profughi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ho provato una vergogna immensa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Bari Italia, offre ai viaggiatori (non a tutti: i crocieristi hanno un altro terminal, un altro trattamento) uno spettacolo di sporcizia, disorganizzazione, squallore. </div>
<div style="text-align: justify;">
I tendoni, che hanno l’unico merito di proteggere dal sole feroce, da lontano sembrano bianchi, invece sono luridi; le poche panche di pietra dove ci si può sedere sono incrostrate di schifezze e scomodissime; le toilette nei prefabbricati oltrepassano di gran lunga i limiti della decenza. All’esterno dei suddetti prefabbricati ci sono dei lavatoi come quelli che si trovano nei camping di infima categoria.</div>
<div style="text-align: justify;">
In uno dei punti di ristoro che si fregia dell’insegna bar-ristorante ordino un caffè. Prima di berlo, chiedo dell’acqua. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il barista mi risponde che “Non diamo l’acqua. Se la diamo a voi la dobbiamo dare a tutti.”</div>
<div style="text-align: justify;">
Bari, Italia. Che vergogna. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkfXDMulBcJeoU12d-gAvvxq_tuFfg4qSxGjUHILPdg_Guue3CQyaM9IG8GAoJJHe7C8Pz-N8Pl4xJgauKuZbKQ8Wma2eVQOJAOyDn5s5qu_jTtqiO1d_dlahH2rb6-AxW4FacUhcFyf1_/s1600/welcome.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgkfXDMulBcJeoU12d-gAvvxq_tuFfg4qSxGjUHILPdg_Guue3CQyaM9IG8GAoJJHe7C8Pz-N8Pl4xJgauKuZbKQ8Wma2eVQOJAOyDn5s5qu_jTtqiO1d_dlahH2rb6-AxW4FacUhcFyf1_/s400/welcome.jpg" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Situazione 1 bis: imbarco a Durazzo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Due aquile nere su sfondo rosso racchiudono la scritta “Welcome to Albania” che sovrasta la porta a vetri della moderna struttura del terminal traghetti del porto di Durazzo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Sembra di essere in un aereoporto. Aria condizionata all’interno, file di poltroncine in metallo all’interno e all’esterno, sotto la copertura a spioventi (le ali dell’aquila, anzi, della colomba). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ufficio turistico, distributore automatico di bevande, bar, oltre alle postazioni doganali. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono persino due poltrone relax che cullano previo inserimento di monetina. </div>
<div style="text-align: justify;">
Le toilette sono pulitissime. </div>
<div style="text-align: justify;">
La vergogna provata a Bari ha una fiammata di ritorno. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Durazzo/Bari 1 a 0. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Situazione 2: sbarco a Durazzo. </div>
<div style="text-align: justify;">
A prescindere dall’orario di arrivo, che dipende dalle compagnie di navigazione (stendere non un velo ma una coperta pietosa, prego), lo sbarco a Durazzo è rapido e indolore. Molti gabbiotti di polizia di frontiera attendono le auto, per cui la fila per uscire dal porto comporta un’attesa breve. </div>
<div style="text-align: justify;">
Se gli agenti non si trovassero un metro e più oltre il livello del suolo, e i viaggiatori un metro e più sotto, per cui è necessario scendere dall’auto sollevare la testa tendere braccio levato i documenti – le forme dell’autorità hanno mille modi di palesarsi -, sarebbe un passaggio perfetto. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Situazione 2 bis: sbarco a Bari. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sempre prescindendo all’orario di arrivo (vedi sopra), e considerando cosa buona e giusta autorizzare solo il conducente a recarsi nei ponti-garage per prendere l’auto, invitando i passeggeri ad attendere sulla banchina, è inumano lasciare bimbi, anziani e ogni essere vivente sotto il sole cocente per oltre 45 minuti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Neanche la parvenza di un telone, di una tettoia, di una pagliarella. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutti ammassati in attesa che le auto, una volta uscite dal ventre del traghetto, facciano un largo giro per ritrovarsi al punto di partenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il paradosso è che due (solo due) postazioni di controllo doganale sono collocate proprio a ridosso del punto in cui attracca il traghetto, ma ancora più paradossale è che facendo fare il giro alle auto, vengono a formarsi due colonne che si ostacolano a vicenda: da un lato le vetture che devono uscire dalla nave (mentre i passeggeri attendono sotto il sole), dall'altro quelle già uscite che devono passare i controlli. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non credo che occorra un arco di scienza per intuire che basterebbe spostare i gabbiotti in fondo al percorso ad anello che le auto sono costrette a compiere per alleggerire la situazione. </div>
<div style="text-align: justify;">
Attendere comporta una buona dose di pazienza. Attendere in situazioni di disagio può determinare reazioni inconsulte.</div>
<div style="text-align: justify;">
La vergogna provata all’imbarco si riveste di furia. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bari/Durazzo 0 a 1. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bari, Italia. Che scuorno.<br />
<br />
<br />
<br />
Viaggio in Albania.<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank"> (1)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-paese-di-aquile-e.html" target="_blank">Paese di aquile e Colombe</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">(3)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">Durazzo Tirana Durazzo</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">(4)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">Zvërnec, LLogara, il mare e Syri i kalter.</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">(5)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">Berat e Argirocastro.</a></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-63871685362874061092019-08-17T17:05:00.002+02:002019-08-22T16:57:26.438+02:00Viaggio in Albania, paese di aquile e colombe. <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBxXcMREMWRUCXRnDTZh2HWktFpyP4KlGjkdVYxJS6SjT46VyLlGISCDsP3EdyyPN1ON-K-Ll2UCvw2H2jqiPwIN-NSb5w4rv5RCRHG-geL0LNxPSaMkA5TOLeD9UWFPradJu5FqbH_b11/s1600/download.png" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="190" data-original-width="266" height="285" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBxXcMREMWRUCXRnDTZh2HWktFpyP4KlGjkdVYxJS6SjT46VyLlGISCDsP3EdyyPN1ON-K-Ll2UCvw2H2jqiPwIN-NSb5w4rv5RCRHG-geL0LNxPSaMkA5TOLeD9UWFPradJu5FqbH_b11/s400/download.png" width="400" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: justify;">Shqipëria, il paese delle aquile.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: justify;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="text-align: justify;"> Un'aquila nera domina lo sfondo rosso della bandiera albanese, la stessa aquila che era nello stendardo di Skanderberg, il condottiero che riuscì a rendere il paese indipendente dagli ottomani nel XV secolo, seppure per un breve periodo. Sventola dovunque, la bandiera albanese, e l’aquila dovunque è riprodotta. </span><br />
<span style="text-align: justify;">Simbolo di orgoglio e identità. </span></div>
<span style="text-align: justify;"><br /></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
[Scena 1</div>
<div style="text-align: justify;">
Qeparo.Terrazza comune del residence. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un papà e suo figlio, un ragazzino di circa 12 anni, ospiti del residence, il gestore ed io. L’uomo traduce il mio pessimo inglese al gestore, che parla solo albanese e greco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Suo figlio, orgoglioso, mi snocciola paroline in italiano: buongiorno, grazie, amici.</div>
<div style="text-align: justify;">
Gli faccio i complimenti. Da 5 giorni tento di mandare a memoria falenderim ma col caizer che riesco a pronunciare questa unica parola come si deve. </div>
<div style="text-align: justify;">
“Where are you from?” – gli chiedo. </div>
<div style="text-align: justify;">
“America. Illinois. Chicago” </div>
<div style="text-align: justify;">
Il padre lo guarda torvo. </div>
<div style="text-align: justify;">
“No. You live in America. You are from Albania.” </div>
<div style="text-align: justify;">
La differenza che passa tra house e home.]<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBnptzH4Tj1_OxCgua1Mi6tiUjN0N4A-WcU5d2bWqpz4E21k4e6HkJS8SLkQc_lGEDYRdftfIfNP45HAvCEXzIFTPLfAAucAO_znZMPAVXBpc_dmNaRglZ23ezee_T86OqQjmwfLcKDso_/s1600/smile-albania.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="722" data-original-width="649" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBnptzH4Tj1_OxCgua1Mi6tiUjN0N4A-WcU5d2bWqpz4E21k4e6HkJS8SLkQc_lGEDYRdftfIfNP45HAvCEXzIFTPLfAAucAO_znZMPAVXBpc_dmNaRglZ23ezee_T86OqQjmwfLcKDso_/s320/smile-albania.jpg" width="286" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’Albania non è il paese delle aquile. E’ il paese delle colombe. </div>
<div style="text-align: justify;">
In nessun altro luogo che ho visitato ho percepito tanta disponibilità, senso dell’ospitalità, gentilezza. </div>
<div style="text-align: justify;">
Gli albanesi sono un popolo gentile. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
[Scena 2</div>
<div style="text-align: justify;">
Tirana. </div>
<div style="text-align: justify;">
Giri a vuoto alla ricerca della strada in cui è situato l’albergo.<br />
Il navigatore della nostra auto non riconosce le strade, i sensi vietati.<br />
In linea d’aria dovremmo essere vicini, consultando la mappa.<br />
Un automobilista è fermo all’imbocco di un vicoletto.<br />
Scendo e sventolo la prenotazione indicando il nome dell’albergo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Lui prende il cellulare, compone il numero e parla.<br />
Poi mette in moto e fa segno di seguirlo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ci conduce fino davanti al portone dell’hotel. </div>
<div style="text-align: justify;">
Falënderim.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Scena 3</div>
<div style="text-align: justify;">
Argirocastro, nei pressi del centro storico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono dei lavori in corso, la strada per arrivare all’hotel è chiusa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mostro la prenotazione ad un uomo in divisa (vigile urbano? poliziotto?). La gira ad una ragazza che suppongo lavori nell’ufficio turistico o nello stand Smile Albania. </div>
<div style="text-align: justify;">
La ragazza entra in macchina e si sostituisce al navigatore, conducendoci all’albergo.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Da soli non saremmo mai riusciti ad arrivare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non so in quale altrove sarebbe potuto succedere. Due volte su due. </div>
<div style="text-align: justify;">
Falënderim.]<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
In tutti gli alberghi, b&b e appartamenti in cu siamo stati ospiti, all’arrivo ci sono stati offerti caffè, acqua e sterminati sorrisi. </div>
<div style="text-align: justify;">
(alla partenza strette di mano e abbracci)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Quando mi hanno chiesto perché le vacanze proprio in Albania, ho risposto perché no?, ma ero spinta soprattutto dall’idea della vicinanza e della convenienza economica (ellosò).</div>
<div style="text-align: justify;">
Poco più di una settimana (ellosò), da Tirana verso il mare del sud e ritorno, sostando nelle città di Berat e Argirocastro, entrambe patrimonio Unesco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ora posso consigliare di andare in Albania perché è vicina, economica, ma soprattutto accogliente e ospitale, e consiglio di farlo prima che la speculazione, la miopia amministrativa e l’euforia per la modernità divorino del tutto la sua arcaica e maestosa bellezza. <br />
<br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">(2)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-imbarchi-e-sbarchi.html" target="_blank">Imbarchi e sbarchi.</a><br />
<br />
Viaggio in Albania<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank"> (3)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-durazzo-tirana.html" target="_blank">Durazzo Tirana Durazzo</a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">(4)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-zvernec-llogara-il.html" target="_blank">Zvërnec, LLogara, il mare e Syri i kalter.</a><br />
<br />
Viaggio in Albania <a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">(5)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/08/viaggio-in-albania-berat-e-argirocastro.html" target="_blank">Berat e Argirocastro.</a></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-66015665498680531402019-07-22T20:40:00.000+02:002019-08-18T11:03:04.431+02:00 Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Case, vicoli, canali, palazzi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ma come è suggestiva e affascinante Amsterdam, con le sue case strette e lunghe e inclinate, con i ganci penzoloni dalle travi che spuntano delle soffitte a memoria del tempo in cui ogni casa sui canali era bottega/abitazione/deposito. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Quante sono, e come sono ordinate e ritmiche le finestre rettangolari, tante finestre tese a catturare tutto il sole che il capriccioso cielo olandese lascia penetrare!</div>
<div style="text-align: justify;">
Che delizia i frontoni, tutti diversi, coi pinnacoli, a scala, a bottiglia, con le volute: uno skyline fantastico.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Come sono pittoresche le case galleggianti, ex barconi o ex sommergibili o ex pescherecci che non potranno mai più prendere il largo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Alcune sono state trasformate in deliziosi pied a terre, altre – talvolta quattro tavole di legno e tre lamiere tirate su delle chiatte – sembrano più depositi di munnezza dove, tra tendine e finestre scardinate, i vasi di fiori cercano di dare l’idea di una rustica casetta di campagna. </div>
<div style="text-align: justify;">
Però. Col caizer vivrei dentro una <b>houseboat</b>. Mi sembrerebbe di stare in un vascio. </div>
<div style="text-align: justify;">
(Anche i bassi napoletani sono tipici e pittoreschi: e tirittitì). </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Chissà invece come sono belli i giardini e i cortili che si aprono dietro le facciate, se sono serafici e pacifici anche un decimo del cortile del <b>Begijnhof</b>, un’enclave a un passo dalla frenetica piazza Spui (e infatti ci sono entrata dal lato opposto, manco l’avevo notata la porticina marrone tra le altre bianche).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ecco, in una delle 146 abitazioni che vi sono nelle palazzine del Begijnhof ci vivrei volentieri, invece. Chi vive lì, certo non più le beghine, non è neanche disturbato dal via vai dei turisti – c’è una compostezza che manco in una chiesa – disciplinato da un rigido orario di ingresso (10-17 naturalmente) e limitato ai vialetti più lontani dalle case.</div>
<div style="text-align: justify;">
E se vivessi lì, un giorno sì ed uno no andrei a pranzo o a cena al <a href="https://www.theseafoodbar.com/" target="_blank"><b>The Seafood Bar</b></a>, pochi metri e m’abbofferei di pesce e patatine fritti.<br />
[ma chi può, si lanci pure sui tripudi di crudo.]<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh52afU-_VkosVqYsuX8SZ1hCS_J9_wkEhiclWmK3n30Y4n22HtQmnFwRoeCHpV5Xw8T74920osyLFCNQ8OuEsJnmeq-pZSuSoRIwgleuY-BRgKIVpiw2oNKzxrsGcdrKeye6kmaOp7cuMS/s1600/IMG_20190704_110048.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1426" data-original-width="1600" height="355" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh52afU-_VkosVqYsuX8SZ1hCS_J9_wkEhiclWmK3n30Y4n22HtQmnFwRoeCHpV5Xw8T74920osyLFCNQ8OuEsJnmeq-pZSuSoRIwgleuY-BRgKIVpiw2oNKzxrsGcdrKeye6kmaOp7cuMS/s400/IMG_20190704_110048.jpg" width="400" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Com’è suggestiva Amsterdam dopo il tramonto, quando le luci della città colorano le acque dei canali e non si distingue più il marrone scuro del fiume [ci possono vivere i pesci in quell’acqua bruna e opaca? Non ho visto nessuna canna, o meglio, nessun pescatore con canna]<br />
<br />
Come è struggente Amsterdam al mattino presto, quando i palazzi si riflettono tremolanti nell’acqua che non è ancora solcata da decine di battelli, motoscafi, canoe scialuppe e barchetelle e le orde di ciclisti non hanno ancora imbracciato i manubri. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br />
<br />
<br />
Com’è checazzo perdersi tra i vicoli di Amsterdam, un attimo sei nel quartiere cinese e quattro passi più in là in mezzo alle vetriniste. </div>
<div style="text-align: justify;">
(nota a margine. Non ne ho vista neanche una di colore. Tutte bianche, giovani, prosperose, molte con gli occhiali studentessa mode, annoiate più che ammiccanti, intente a chattare, a giocare con il cellulare, a limarsi le unghie o a chiacchierare con la vicina di finestra)</div>
<div style="text-align: justify;">
Ah, il quartiere a luci rosse. Eh. </div>
<div style="text-align: justify;">
Bisogna fare attenzione, perché persino io sapevo che è proibito fotografare le ragazze in vetrina, ma non credevo che fosse rischioso anche fotografare il vicolo, intendendo per vicolo la prospettiva della strada, senza alcuna intenzione e volontà di inquadrare le abitazioni né tantomeno le finestre e chi le occupa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tra le tappe della caccia alle curiosità architettoniche e urbanistiche della città – la casa più stretta, la casa dalla facciata più larga etc etc -, c’era anche il <b>Trompettersteeg</b>, il vicolo più stretto di Amsterdam.</div>
<div style="text-align: justify;">
(I carrugi di Genova gli fanno un baffo)</div>
<div style="text-align: justify;">
Mannaggia alla capa mia quando ho deciso di percorrerlo velocemente con il cellulare spianato.<br />
Ero quasi arrivata alla fine quando sono stata arpionata da una tizia, della cui esistenza giuro giurin giurello non mi ero minimamente accorta che mi ha abbuffato di maleparole in olandese (non capisco l’olandese, ma il tono non lasciava dubbi a riguardo. Ignoro se nella mia corsa nel vicolo sia passata davanti ad altre, più tolleranti, più indulgenti).</div>
<div style="text-align: justify;">
Manco avessi fatto una rapina o un reato ben più grave, vergognosamente ho blaterato qualche sorry but e ho accelerato il passo e fatto ciao ciao a quel reticolo di strade. </div>
<div style="text-align: justify;">
Via, via, proprio dall’altra parte del mare o del lago, boh, chissà cosa è l’IJ.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Alle spalle della stazione centrale c’è il traghetto gratuito per pedoni e ciclisti. Buiksloterweg, c’è scritto.</div>
<div style="text-align: justify;">
Pochi minuti e si è ad Amsterdam Noord, dove elegante si staglia la sagoma dell’<b>EYE</b>, non solo museo del cinema, molto di più. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ su questa parte del lungomare che è stata posizionata la scritta gigante Amsterdam, che fino a qualche tempo fa era collocata davanti al Rijksmuseum. </div>
<div style="text-align: justify;">
(in verità ne ho vista un’altra all’aeroporto di Schiphol, ma mi è sembrata pezzotta)</div>
<div style="text-align: justify;">
Nell’EYE c’è un bar ristorante panoramico molto carino. Mi rinfranco con una birra e un piatto di formaggi e pane alle noci e una strepitosa composta di fichi e mele. </div>
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<br />
Quattro giorni passano in un baleno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ed anche le cinque note. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un piccolo colpo di coda, il panino con l’aringa cruda (ma senza cipolla) in aeroporto.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ6TdO2wF1yT5SuvITUkeAuQYyMFvd-aoZm1PiCkP0ML3QXDeSk0N5Z_DLEIUnFBLHFZ8JIAlNTaNpxJHkWyEh4NeV9EQ5sWe7XhmgiuGd2_nMehi698RVWJ1QrIPlpb2AwI6Jcac1POy7/s1600/IMG_20190704_141420.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiQ6TdO2wF1yT5SuvITUkeAuQYyMFvd-aoZm1PiCkP0ML3QXDeSk0N5Z_DLEIUnFBLHFZ8JIAlNTaNpxJHkWyEh4NeV9EQ5sWe7XhmgiuGd2_nMehi698RVWJ1QrIPlpb2AwI6Jcac1POy7/s640/IMG_20190704_141420.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non avrei potuto lasciare Amsterdam senza pagare questo piccolo e sorprendentemente delizioso tributo.<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
Prima nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note.html" target="_blank">Il museo Van Gogh</a><br />
<br />
Seconda nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_20.html" target="_blank">La I Amsterdam city card</a><br />
<br />
Terza nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_21.html" target="_blank">Micropia e oltre</a><br />
<br />
Quarta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_22.html" target="_blank">Birre, formaggi, fiori e biciclette</a>.</div>
<div>
<br /></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-40116591475500997622019-07-22T07:38:00.000+02:002019-07-22T20:43:22.291+02:00 Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Birra, formaggio, fiori e biciclette.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
L’Heineken è l’unica birra europea che compare nella hit delle dieci birre più vendute al mondo (le prime sono cinesi, inquietante più che sorprendente). </div>
<div style="text-align: justify;">
Non mi va di andare fino ad Amsterdam per bere la birra che posso comprare al supermercato sotto casa.</div>
<div style="text-align: justify;">
(non è come sorseggiare un bicchiere di Porto a Porto guardando il Duero)</div>
<div style="text-align: justify;">
Tanto meno mi solletica l’idea di fare l’Heineken experience, il tour interattivo sulla storia del famoso marchio, con degustazione finale (memento del museo della Mercedes-Benz a Stoccarda: bello, ma dopo due piani su sei di autocelebrazione le scatole mi giravano a 3000).</div>
<div style="text-align: justify;">
Meglio una birra artigianale, meglio se quella del birrificio situato ai piedi dell’unico mulino di Amsterdam, il <b>De Gooyer</b>, il più alto dei Paesi Bassi, integro seppur non funzionante (e neppure visitabile).</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBNVuRhoGoe7749Vh5KOT-LzdLTBhtYufDHiZaAI_Dpn_h4VBbYOqlXuuyphNyNeynVLAWgi_yf40xrrJebQ1U_hen3GrIp0smSOe468havP34EoLFoGro_ZUtkwyq06T17wMj0VRm2mQD/s1600/mulino.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Amsterdam mulino De Gooyer" border="0" data-original-height="1320" data-original-width="1600" height="528" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgBNVuRhoGoe7749Vh5KOT-LzdLTBhtYufDHiZaAI_Dpn_h4VBbYOqlXuuyphNyNeynVLAWgi_yf40xrrJebQ1U_hen3GrIp0smSOe468havP34EoLFoGro_ZUtkwyq06T17wMj0VRm2mQD/s640/mulino.jpg" title="De Gooyer mulino di Amsterdam " width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Al birrificio Brouwerij 't IJ - [altro luogo di analisi fisiognomica: la stragrandissima maggioranza dei consumatori ha meno di 30 anni] - fino alle 17 è possibile degustare cinque diversi tipi di birra, serviti in bicchieri infilati in un vassoio di legno.<br />
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm2wk_QXcU8uzmZNDy6o9LYk_ruH6hk7ND72CaZQmUX3-Whhq5iZw3kT0s14IHSSHocVfsQW3qR1tlL892dPjrOyxBTbKaje5zOznG8zU2wKEP7AWkXGnrs_Yj7mmgKPVMjpubajLgIV2Y/s1600/IMG_20190703_163005.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Brouwerij 't Amsterdam degustazione birre" border="0" data-original-height="765" data-original-width="1600" height="305" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgm2wk_QXcU8uzmZNDy6o9LYk_ruH6hk7ND72CaZQmUX3-Whhq5iZw3kT0s14IHSSHocVfsQW3qR1tlL892dPjrOyxBTbKaje5zOznG8zU2wKEP7AWkXGnrs_Yj7mmgKPVMjpubajLgIV2Y/s640/IMG_20190703_163005.jpg" title="Degustazione birre Brouwerij 't " width="640" /></a></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
E’ possibile accompagnare le birre con stuzzichini come formaggio e salami o salsicce. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nel regno del Gouda, il formaggio che viene servito è belga. (???)</div>
<div style="text-align: justify;">
[ci sono tante botteghe che vendono spicchi o forme del formaggio rivestito di cera gialla. Sembrano più gioiellerie che negozi di alimentari. Ma quale gouda ho finora mangiato? Sono come l’ americana e il parmisan. E comunque. Nei supermercati il gouda che viene venduto è come quello che si trova in Italia, e anche il gouda d’oro non regge il paragone con il parmigiano reggiano. Ci son formaggi e formaggi]</div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre al differente grado alcolico e alla meravigliosa gamma cromatica delle cinque birre, posso dire poco: tutte buone, troppo buone [allegria e leggerezza!] e meno male che soffia il vento freddo.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Il <i><b>Bloemenmarkt</b> è l'unico mercato dei fiori galleggiante al mondo</i>” – Wikipedia dixit. </div>
<div style="text-align: justify;">
Immaginavo gli stand appollaiati su chiatte in legno e barconi, ancorati alla banchina con funi e corde, i fiori riflettersi nelle acque del canale. E invece.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKamG_sp6plACHloDxdXgmR4ZOkpD4FBJn0lE3vOULsyr26onsWzkB_4x_yxWgd-gBrlb0iTrTkrpg-yG0m1DpJYApHDCZUXMbmiY_IXBuehlAfaomcC8jyfnp_wN2NBStyUdy57jZDwvO/s1600/Screenshot_2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="558" data-original-width="642" height="278" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKamG_sp6plACHloDxdXgmR4ZOkpD4FBJn0lE3vOULsyr26onsWzkB_4x_yxWgd-gBrlb0iTrTkrpg-yG0m1DpJYApHDCZUXMbmiY_IXBuehlAfaomcC8jyfnp_wN2NBStyUdy57jZDwvO/s320/Screenshot_2.jpg" width="320" /></a></div>
Mi chiedo come facciano a galleggiare delle piattaforme di cemento (perché tali mi sono sembrate “le chiatte galleggianti”) su cui poggiano gli stand, tutti chiusi verso il fiume da saracinesche (dopo la chiusura) o pannelli bianchi opachi (durante l’apertura). </div>
<div style="text-align: justify;">
[il lato B]</div>
<div style="text-align: justify;">
Effetto container abbastanza squalliduccio.</div>
<div style="text-align: justify;">
La passeggiata dall’altra parte del Singel offre invece una visione estremamente colorata: tulipani di tutti i colori, bulbi di tulipani in svariate confezioni (e dubito, fortemente dubito che fioriranno), mulini e zoccoli in miniatura, calamite.</div>
<div style="text-align: justify;">
[il lato A]</div>
<div style="text-align: justify;">
Un concentrato di bancarelle di souvenir.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
È molto più suggestivo cogliere la passione olandese per i fiori e per il verde passeggiando nelle strade meno battute dai turisti, dove i microcortiletti prospicienti le abitazioni traboccano di piante e fiori. (oibò, le categorie pittoresco v/s sublime risalgono dai meandri della memoria).<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgcGY0fVHPndeat2dDFrydthySWEzafP7tkFH-nR5SIE4ESaLHEU2XN8HtKIAQ1XgwL9cIDryH7a0_ipNSkKTRQDrd2XPVW-PkF4ccLIVa6dkkzRQ1bZsAA9dWjj5hmm0t0WnNpT3tMeho/s1600/IMG_20190704_180441.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1362" data-original-width="1600" height="340" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhgcGY0fVHPndeat2dDFrydthySWEzafP7tkFH-nR5SIE4ESaLHEU2XN8HtKIAQ1XgwL9cIDryH7a0_ipNSkKTRQDrd2XPVW-PkF4ccLIVa6dkkzRQ1bZsAA9dWjj5hmm0t0WnNpT3tMeho/s400/IMG_20190704_180441.jpg" width="400" /></a></div>
In verità, i microcortiletti non traboccano solo di piante ma anche di biciclette. Le biciclette sono dovunque: attaccate alle ringhiere dei ponti, ai pali della luce, agli alberelli, oltre che negli appositi stalli e negli smisurati parcheggi per bici.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ce n’è uno accanto alla stazione centrale, multipiano, che è davvero esagerato. Mi chiedo come faccia il possessore di bici a riconoscere la propria, a ricordarsi dove cazzarola l’abbia messa. </div>
<div style="text-align: justify;">
(ogni volta che vado all’ipermercato con l’auto, dopo la spesa, carrello pieno, faccio il giro delle piazzole innumerevoli volte alla ricerca della mia postazione, mai capita che mi ricordi al primo colpo il posto esatto in cui parcheggio – riconoscere la bici tra un migliaio è per me mission impossible ).</div>
<div style="text-align: justify;">
L’idea che avevo accarezzato di noleggiare una bici per girare Amsterdam al modo degli olandesi è sfumata immediatamente, appena ho intuito quali competenze e abilità occorrano per non essere travolti o abbuffati di maleparole dagli altri ciclisti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Corrono come pazzi (frotte di pazzi) ed è vero che bisogna stare proprio attenti a non invadere le piste ciclabili perché dei pedoni se ne fottono altamente, ma persino ai semafori si devono tenere occhi aperti, si passa quieti solo davanti alle auto ferme. Mi chiedo se il rosso non valga anche per le biciclette.</div>
<div style="text-align: justify;">
(e circolano anche dove sarebbe loro vietato, eh, il rispetto delle regole)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Andare in bici ad Amsterdam è molto meno romantico di quanto si possa immaginare.<br />
<br />
<br />
<br />
Prima nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note.html" target="_blank">Il museo Van Gogh</a>.<br />
<br />
Seconda nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_20.html" target="_blank"> I Amsterdam City Card</a><br />
<br />
Terza nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_21.html" target="_blank">Micropia e oltre</a>.<br />
<br />
Quinta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_89.html" target="_blank">Case, vicoli, canali e palazzi</a>.</div>
<div>
<br /></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-53405910899105307782019-07-21T07:45:00.000+02:002019-07-22T20:45:27.680+02:00Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Micropia e oltre. <div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Dalla marineria alla pipa, dalla borsa ai microbi, dai gatti alla cannabis. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ad Amsterdam ci sono 75 musei, più di 40 sono visitabili gratuitamente con la I Amsterdam City card. </div>
<div style="text-align: justify;">
La scelta è guidata da tre assiomi: varietà (<i>e però che due palle sorbirsi processioni di quadri</i>), localizzazione (<i>un’ora per andare, un’ora per tornare ed è finita la mattinata</i>) interesse (<i>il museo della bibbia???? Ma per carità</i>.)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tra i prescelti (i favoriti, gli eletti) il più sorprendente, affabulante, seducente è stato <b>Micropia</b>.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi55tSRHJ9U6TO9Ng3C50I9fzTUVn46D7fDMTr1XPpBGlQQQ1kQY02HRkrvjet1HZl0JWXcVyUFWfOmq4sPQM1iRuf_Z0_MOPpaB0Ti39QfbJu-4r64yJfX4a9WBQ5s0V7escVbXuYXZ_an/s1600/micro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="387" data-original-width="580" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi55tSRHJ9U6TO9Ng3C50I9fzTUVn46D7fDMTr1XPpBGlQQQ1kQY02HRkrvjet1HZl0JWXcVyUFWfOmq4sPQM1iRuf_Z0_MOPpaB0Ti39QfbJu-4r64yJfX4a9WBQ5s0V7escVbXuYXZ_an/s400/micro.jpg" width="400" /></a></div>
[i musei scientifici sono sempre avanti]. </div>
<div style="text-align: justify;">
Numero totale di visitatori in due ore e trenta minuti: cinque.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Una fortuna per me, un peccato per chi non l’ha scelto.<br />
<br />
Nessuna audioguida, tutte le informazioni sono in inglese e in olandese, ma il museo può contare sull’allestimento soprattutto visuale e sullo spirito di abnegazione di una collaboratrice che a gesti, in uno spagnolo elementare, e poco ci mancava che usasse pure i segnali di fumo, mi ha accompagnata passo passo per quasi tutto il primo piano, dopo aver scoperto la provienenza e aver intuito la limitata capacità di comprensione di idiomi diversi dall’italiano.</div>
<div style="text-align: justify;">
(non tutti gli olandesi sono algidi)</div>
<div style="text-align: justify;">
Il piano inferiore è riservato al peso degli invisibili nel quotidiano.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una sedia costruita con i funghi, uaaaaaa. </div>
<div style="text-align: justify;">
E chi mai avrebbe immaginato che i funghi possano essere trasformati in un materiale simil/legno, resistente, impermeabile, ignifugo, ecologico? </div>
<div style="text-align: justify;">
(e un domani si potranno costruire interi condomini)</div>
<div style="text-align: justify;">
Per non dire degli armadietti – spiazzanti assai – che contengono i segni/effetti/rimedi legati ai cattivissimi virus, quelli responsabili delle terribili malattie, dall’ebola all’aids. </div>
<div style="text-align: justify;">
[Apri l’armadietto su cui è piazzato il virus HIV e ci trovi tante banane – sì, banane – accuratamente protette da preservativi colorati. Ho impiegato alcuni secondi a capire il nesso. Sono tonta.]</div>
<div style="text-align: justify;">
Non ho zompato nessuna postazione e nessun microscopio, e alla fine di tutta la giostra ho pensato che nella prossima vita, oltre a fare l’idraulico, non sarebbe per niente male studiare microbiologia, e che gli appassionati di scienze potrebbero esser colti da una parasindrome di Stendhal visitando il museo.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Oltre Micropia, immaginando di dover indicare solo un altro museo dove mi piacerebbe ritornare, scelgo l’ <b>Het Grachtenhuis</b>, il museo dei canali.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBs12-s-1S2LMs3afZkP_-M84VijhmGy9UPEkihPHc5-WP_jdoQceXmoLcOk3O5DN7j2td3TLq9imzlybVlAM5-ISWnNfqk-Fya3fG52RSDdqC5yJYTphGm4lZtMVM9t46UQFT37QPmcvY/s1600/museo+canal.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="244" data-original-width="824" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBs12-s-1S2LMs3afZkP_-M84VijhmGy9UPEkihPHc5-WP_jdoQceXmoLcOk3O5DN7j2td3TLq9imzlybVlAM5-ISWnNfqk-Fya3fG52RSDdqC5yJYTphGm4lZtMVM9t46UQFT37QPmcvY/s640/museo+canal.png" width="640" /></a></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
E ’il (e in un) bellissimo palazzo situato sull’ Herengracht, il “Canale dei signori”.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il museo racconta la storia urbanistica della città di Amsterdam, il modo in cui si è sviluppata e le modalità di costruzione degli edifici.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1uZ7dosPDBQiWic2ROl5c679I3bj5irBT5VAV4OHmLBSrSNf7-FqXDTf3MuTt6we2xa2n2nD9spb7-ktdKjhLH10N-wlrse0lWAEQd7dZ1saa7bjcQelKxvSgF_uNNva1pfA7HgiZoYE_/s1600/museo+can.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" data-original-height="1254" data-original-width="1600" height="250" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1uZ7dosPDBQiWic2ROl5c679I3bj5irBT5VAV4OHmLBSrSNf7-FqXDTf3MuTt6we2xa2n2nD9spb7-ktdKjhLH10N-wlrse0lWAEQd7dZ1saa7bjcQelKxvSgF_uNNva1pfA7HgiZoYE_/s320/museo+can.jpg" width="320" /></a></div>
La prima parte della visita si fa con l’ausilio di un’audioguida (che in alcune situazioni ostenta una traduzione in italiano venato da diversi e riconoscibilissimi accenti, siciliano milanese pugliese romano, davvero esilarante) attraverso un percorso in cui i progetti, il lavoro, la vita sono esplicitati da ologrammi, proiezioni, visori interattivi, plastici.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
C’è uno spazio, una stanza vuota, sulle cui pareti è disegnato con linee luminose lo skyline del canale, con tutte le facciate dei palazzi che lo dominano, e attraverso veri e propri buchi della serratura si possono vedere gli interni, o altre immagini evocative. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una figata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo, naturalmente, si può continuare la visita nelle stanze originali del palazzo, osservando documenti, quadri, arredi. ( questa parte è arronzabile, ed io l’ho arronzata alla grande)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Non c’è tempo di dire degli altri, sono le cinque e stanno chiudendo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ora si deve bere birra e cazzeggiare. Alè.<br />
<br />
<br />
<br />
Prima nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note.html" target="_blank">Il Museo Van Gogh</a><br />
<br />
Seconda nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_20.html" target="_blank">Il tempo e la I Amsterdam city card </a><br />
<br />
Quarta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_22.html" target="_blank">birra, formaggio, fiori e biciclette</a>.<br />
<br />
Quinta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_89.html" target="_blank">case, vicoli, canali e palazzi.</a></div>
<div>
<br /></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-45687015972811255342019-07-20T11:55:00.002+02:002019-07-22T20:47:05.418+02:00Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Il tempo e la I Amsterdam City card.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Amsterdam non è una meta economica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Passeggiare sui ponti tra i canali, intalliarsi nei parchi o sulle terrazze aperte o sulle banchine, incriccare il collo per ammirare le facciate delle case è gratis e già questo potrebbe bastare, ma. </div>
<div style="text-align: justify;">
Se piove? </div>
<div style="text-align: justify;">
Ad Amsterdam del ciel sereno non c’è certezza, manco ad agosto. </div>
<div style="text-align: justify;">
(Una cipolla: canotta, mezza manica, manica lunga, maglioncino, giacchetta a vento, tutto il contenuto del trolley indossato ogni mattina, con progressiva svestizione fino alle 18, orario di massimo calore, e progressivo rivestimento fino al rientro in albergo. Per un qualche misericordioso volere del destino non è piovuto, ma vento freddo, quanto ne vuoi? Che clima di mm.) </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
“Mica siamo di zucchero” dicono gli olandesi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Forse non è un caso che abbiano così tanti musei e altre strutture accoglienti, superaccessoriati, tutti dotati di caffetteria, ristorante, bibliotecuccia, dove si possono passare ore a fare cose varie e diverse. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma i biglietti, come i pernottamenti, sono piuttosto costosi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Per i residenti olandesi la carta musei, che permette l'ingresso gratuito e illimitato, costa 60 euro e dura un anno. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per i turisti invece con 60 euro si ha il via libera, e solo per un'entrata, per 24 ore. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La <b>I Amsterdam City card*</b>, sul cui sito ho navigato almeno un centinaio di volte prima di decidere l’acquisto, è un pass che comprende sia l’uso dei mezzi pubblici, tram bus e metropolitane (ma è escluso il treno dall’aeroporto al centro e viceversa), sia l’ingresso in molti musei (non in quello di Anna Frank, che a prescindere non avrei visitato – né al Moco, dove c’è una mostra su Bansky che invece volentieri…). </div>
<div style="text-align: justify;">
Dopo certosini incolonnamenti su foglio excel, incrociando costo del biglietto dell’attrazione da visitare, orari di ingresso, tempi presunti di durata della visita, distanza e tempi di percorrenza tra le attrazioni – sono paranoica, lo so – ho optato per quella da 48 ore.<br />
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVsUvQzSuhoLTffEAKcJBx4GI1ceAKo4ocvbBY90xKJua4XxMEe15Q91MIGvVlgk2IgJwvXlN1WI9YHx37QR3r3ADriNmyHl8WBUGWD_LpIIgX0oXPFPr4ydM-8kZnsm0vXxvqpTX5ruM-/s1600/Screenshot_1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="251" data-original-width="1309" height="121" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVsUvQzSuhoLTffEAKcJBx4GI1ceAKo4ocvbBY90xKJua4XxMEe15Q91MIGvVlgk2IgJwvXlN1WI9YHx37QR3r3ADriNmyHl8WBUGWD_LpIIgX0oXPFPr4ydM-8kZnsm0vXxvqpTX5ruM-/s640/Screenshot_1.jpg" width="640" /></a></div>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La maggior parte dei musei ad Amsterdam è aperta al pubblico dalle 10 alle 17. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di fatto 14 ore da dedicare alle visite. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sono riuscita a fare il giro in battello sui canali (incluso nella carta), a prendere tre volte il tram (per principio piuttosto che per necessità), a visitare il Tropenmuseum, Micropia, il Museo marittimo, il Museo dei canali, la casa di Rembrandt, la Chiesa in soffitta e la Sinagoga portoghese.</div>
<div style="text-align: justify;">
E sarei potuta passare anche attraverso l’Artis Zoo senza eccessiva dispersione di tempo se mi avessero dato l’informazione corretta, ovvero che c’è la possibilità di uscire anche dalla parte opposta all’unica entrata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un vero tour de force grazie al quale ho risparmiato più di 30 euro: quasi due bustine di semi.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
*<span style="font-size: x-small;">E’ un pass conveniente solo se ad Amsterdam si trascorrono più di due giorni e se lo si ritira negli uffici VVV in aeroporto o nei pressi della stazione centrale, visto che il costo di spedizione è di 19 euro da aggiungere al costo della card, che varia in funzione della durata, dal momento del primo utilizzo.</span></div>
<div>
<br /></div>
<div>
<br /></div>
<div>
Prima nota. </div>
<div>
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note.html" target="_blank">Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Il Museo Van Gogh.</a><br />
<br />
Terza nota.<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_21.html" target="_blank">Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Micropia e oltre.</a><br />
<br />
Quarta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_22.html" target="_blank">birra, formaggio, fiori e biciclette.</a><br />
<br />
Quinta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_89.html" target="_blank">case, vicoli, canali e palazzi</a>.</div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-74550090870502759642019-07-19T14:04:00.000+02:002019-10-30T22:29:01.211+01:00Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Il Museo Van Gogh.<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Decine e decine
di canali, centinaia e centinaia di ponti, miriadi e miriadi di
biciclette. Volti.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Amsterdam. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Del centro di questa città che forse troppo tardi ho
visitato ciò su cui più volte ho fissato lo sguardo sono stati i visi delle
persone che attraversavano i ponti, brulicavano nelle stradine, sfrecciavano sulle bici. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Facce giovani. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Amsterdam è una città giovane, strabordante di ragazzi
e ragazze. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">“<i>Mi raccomando, vai nei coffee shop e portami i semi</i>” <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Una sì, una no.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">C’è sempre tempo per fare qualsiasi cosa o piuttosto ogni
cosa va fatta al suo tempo? Non so rispondere. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Di certo, se fossi andata ad Amsterdam anni e anni fa la
scelta delle cose imperdibili da vedere
o da fare sarebbe stata diversa da quella che ho fatto nella pianificazione del
viaggio. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">In primis, il museo Van Gogh. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">[vado a Roma a
vedere il Colosseo]<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Le cinque note
a memento del viaggio ad Amsterdam cominciano da qui.<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA2SZHtpk5i9j7Y2i3ZNYdWC91BRQRtrakfk7kVqr-UEicDosnTfckpJLVsi0AR6AVAgpVEC90_1V6x-3sFcW13Yu-zxc5GvW4qekxAhVtSqaa3O4Iol4CBqSUbyN1AC55bMj5RNpk4Pa6/s1600/van+g.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Amsterdam Museo Van Gogh" border="0" data-original-height="344" data-original-width="1600" height="136" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgA2SZHtpk5i9j7Y2i3ZNYdWC91BRQRtrakfk7kVqr-UEicDosnTfckpJLVsi0AR6AVAgpVEC90_1V6x-3sFcW13Yu-zxc5GvW4qekxAhVtSqaa3O4Iol4CBqSUbyN1AC55bMj5RNpk4Pa6/s640/van+g.jpg" title="Museo Van Gogh Amsterdam" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Il <b>museo Van Gogh</b> era così altamente in primis che ho acquistato i biglietti sul sito del
museo un mese prima dell’arrivo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Nel museo si
accede solo prenotando on line, ma il numero di ingressi riservato ai
possessori della </span><span style="font-family: "times new roman" , serif;">I Amsterdam city card*</span><span style="font-family: "times new roman" , serif;"> ( che avevo già acquistato) - è limitato , e dunque, se non si prenota con ampio
anticipo, si rischia di saltarlo. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">(Giammai!)<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Scelto il giorno, scelto l’orario – ad apertura,
sperando in poca folla e grande godibilità, effettuato il pagamento, in un
lampo sono stati inviati i voucher scaricabili anche sul cellulare.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Semplice, rapido, comodo, non proprio economico (19
euro a capoccia).<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Un paio di giorni prima della partenza arriva la mail “<i>We look forward to welcoming you</i>” con la quale le informazioni pratiche riguardo
la visita sono esplicitate da un video “personalizzato” – sorridente olandesino all’ingresso del museo
con cartellone su cui campeggia il nome
dell’aspirante visitatore, il nome che
si materializza nel pannello con l’albero stilizzato degli amici di Van Gogh.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Una figata di video, molto ben promettente [sta casa aspetta ‘a tte], anche se per un attimo mi ha evocato i
libricini di favolette che prendevo raccogliendo i punti dei pannolini, dove in
alcune pagine comparivano i nomi dei miei figli Pinco e Pallina.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">E invece. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Fila all’ingresso, anche se scorrevole. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Folla. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Asetticità negli enormi spazi vuoti dell’atrio a cui
si accede da una scala mobile, che mi ha fatto pensare ad un centro commerciale
più che ad un museo.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">L’audioguida (costo 5 euro, da aggiungere ai 19 del
biglietto di ingresso) fornisce spiegazioni
dal sapore didattico. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Asetticità nelle sale che ospitano i quadri,
moltissime opere giovanili, alcune tele dipinte su ambo i lati, con soggetti
diversissimi, a testimonianza della spasmodica ricerca di Vincenzo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Eppure, le opere sembrano depotenziate dalla struttura
che le accoglie.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Le più note sono ulteriormente depotenziate dalla
quantità di teste e di spalle che sono loro davanti.<span style="text-transform: uppercase;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">L’esposizione permanente è ricca, ma didascalica, senza
tensione né poesia. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">[Non sarebbe piaciuta a Van Gogh.] <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Compensano in parte questa freddezza le mostre
temporanee. </span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"></span><br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivT-0vcoTrbyKpKCeRmYe5_oDj53S7uBBNpBJQGr4VIcXyLXuahr0mOYPVDG5uxR9MtaZvl063P2i85t2UzB8VRW8_InXRGU-3zy9Lg5clPOPBe9aSOgZDq2SsjQJSb6uVykrIBji830gT/s1600/van+go.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img alt="mostra Van Gogh dreams" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="300" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEivT-0vcoTrbyKpKCeRmYe5_oDj53S7uBBNpBJQGr4VIcXyLXuahr0mOYPVDG5uxR9MtaZvl063P2i85t2UzB8VRW8_InXRGU-3zy9Lg5clPOPBe9aSOgZDq2SsjQJSb6uVykrIBji830gT/s400/van+go.jpg" title="Van Gogh dreams" width="400" /></a></span></div>
<br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif;">Ho trovato affascinante l’installazione <b>Van Gogh dreams</b>: cinque
spazi da attraversare in cui suoni luci e colori evocano il travaglio
dell’artista ad Arles, quando era quasi convinto di trovare nel calore della
campagna nel sud della Francia la serenità. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Prima che tutto si arravugliasse
nuovamente. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">(Arles, Arles. Il giardino dell’ex ospedale
psichiatrico in cui era ospitato conserva la stessa tipologia e disposizione di
piante e fiori che dipingeva dalla finestra della sua stanza, e ricordo ancora il
brivido guardando la geometria floreale, la stessa che vedevano i suoi occhi.
Quanta emozione.) <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Restituita l’ audioguida, risalita la scala mobile, riuscita
nella grande piazza dei Musei, avrei potuto fare la tripletta. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Dopo Van Gogh, mi sarei potuta tuffare nel presente dello Stedelijk, il museo dell'arte moderna e nel passato del Rijksmuseum.
<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">E invece, per dirla con le parole di Calvino, “<i>...ogni
scelta ha un rovescio cioè una rinuncia, e così non c'è differenza tra l'atto
di scegliere e l'atto di rinunciare</i>."<o:p></o:p></span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">Non sono pentita di aver scelto e di aver
rinunciato. Non piove.</span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxeVy3dm9BZ_JYSp0a91AV3nUfYrWP3eH5-CeiKMKoTlzcpDaUw_JQLVruPdYT36zfJtDf8dfMeZpdno6Rn0_2OUMM53evfe1_aQztcddPaBxXHvbgLKBcdO-gVxmminWo0AMtR01tB3an/s1600/van+gogh.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="amsterdam piazza dei musei" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxeVy3dm9BZ_JYSp0a91AV3nUfYrWP3eH5-CeiKMKoTlzcpDaUw_JQLVruPdYT36zfJtDf8dfMeZpdno6Rn0_2OUMM53evfe1_aQztcddPaBxXHvbgLKBcdO-gVxmminWo0AMtR01tB3an/s640/van+gogh.jpg" title="piazza dei musei amsterdam" width="640" /></a></div>
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;">*dell'I Amsterdam city card dico nella seconda nota, qui</span><br />
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_20.html" target="_blank">Il tempo e la I Amsterdam city card</a></span><br />
<br />
<br />
la terza nota sugli altri musei<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_21.html" target="_blank">Micropia ed oltre</a><br />
<br />
<br />
Quarta nota:<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_22.html" target="_blank">birra, formaggio, fiori e biciclette</a><br />
<br />
Quinta nota;<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_89.html" target="_blank"> case vicoli canali e palazzi</a>.<br />
<br />
<br />
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2019/07/amsterdam-quattro-giorni-e-cinque-note_20.html" target="_blank"><br /></a></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "times new roman" , serif; line-height: 107%;"><br /></span></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-24062091303835431672018-07-24T07:20:00.000+02:002019-06-25T18:56:27.794+02:00Transfagarasan, Transilvania, Trans-Romania. (5)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
L’itineranza termina. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ ora di riconsegnare l’auto – cauzione salva! – e di prendere il famoso bus 783 dall’aeroporto Otopeni fino al centro di Bucarest. In effetti, non avendo fretta, è davvero molto comodo – ed economico – come mezzo per arrivare nel centro della città.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Prima della riconsegna, c’è il tempo di visitare il <b>monastero di Snagov</b>, dove pare riposino le spoglie mortali di Vlad l’impalatore.<br />
[semp'iss] </div>
<div style="text-align: justify;">
Il parcheggio è vuoto. Ma è un parcheggio? Sembra il cortile di una casa privata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il monastero è su un’isoletta del lago Snagov. Un ponte di legno la collega alla terraferma.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le tavole del ponte sono incurvate, e poiché piove ancora, cariche di acqua. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’apertura di gambe a compasso non mi risparmia i piedi a zuppa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sull’isolotto mi accolgono tre cani. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sembrano pacifici. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ci sono delle case con gli orti. E cavallini liberi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il monastero è piccolino: le pareti, le colonne, le volte, il soffitto sono completamente ricoperti di affreschi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Una selva di facce, di occhi, di espressioni severe e ieratiche. </div>
<div style="text-align: justify;">
Di religione e religiosità capisco poco. </div>
<div style="text-align: justify;">
Entrano due persone. Davanti alle icone, fanno tre volte il segno della croce e poi toccano con la fronte le immagini. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi chiedo però in quanti "contemporaneamente" possano pregare nella biserica di Snagov, o nel monastero di Sinaia, o nella chiesa assai più famosa di Stravrapoleos a Bucarest. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tutte minuscole. </div>
<div style="text-align: justify;">
Erano riservate solo a pochi monaci?<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
La tomba di Vlad – ammesso che lo sia - è una lastra grigia anonima piantata nel pavimento, su cui sono poggiati una cornice con il ritratto ed un lumino rosso. </div>
<div style="text-align: justify;">
[Andare in Romania per seguire le tracce di Dracula mi pare sempre più una strunzata. La Romania ha un fascino che prescinde da]</div>
<div style="text-align: justify;">
Il percorso a ritroso è più animato. Sul lago un motoscafo trascina un giovane sugli sci d’acqua. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nella piscina di una grande villa seminascosta dal ponte e dalla vegetazione, sguazzano alcune signore molto in carne. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Bucarest</b> mi accoglie con un cielo grigio metallico e la pioggia, appena scendo dal bus. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’appartamento che ho prenotato è in un edificio stranissimo, una torre circolare alta un cuofano di piani.</div>
<div style="text-align: justify;">
(scoprirò che è un edificio degli anni’30, un unicum a Bucarest, un esempio di architettura brutale prima che venisse sperimentata nel resto d’Europa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un archetipo).</div>
<div style="text-align: justify;">
L’ascensore non mi sembra affidabile, è piccolissimo e il cigolio che fanno le porte dall’apertura manuale è quasi terrificante. </div>
<div style="text-align: justify;">
Nove piani a piedi mi consentono di osservare con meticolosità lo stato di degrado in cui versa il palazzo, e quasi tutti gli edifici che riesco ad vedere dalle finestre a tutta altezza che segnano una sezione della parete della rampa circolare. </div>
<div style="text-align: justify;">
L’appartamentino invece è carinissimo, pulito, moderno ed ha una terrazza che mi consentirà una ancora più approfondita analisi dei tetti della città, e di ammirare il tramonto in un cielo trapuntato e stridente di gabbiani, e di ascoltare lo spettacolo folkloristico proveniente dalla vicina Terasa Doamnei - a saperlo avrei portato un binocolo e guardato bene anche i ballerini in costume tradizionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il “centro storico” di <b>Bucarest</b> è così: ci sono giganteschi edifici neoclassici, imponenti edifici di rappresentanza che ancora oggi ospitano uffici amministrativi e governativi, ed edifici finto/neoclassici di età ceaușeschiana che cadono a pezzi, palazzoni stile sovietico e negozi eleganti, negozi chiusi e dismessi e localini fighi e multietnici, muri scrostati e strade pulitissime, striscioni di avviso pericolo crollo e verdissimi e curatissimi parchi.<br />
<br />
<h2 style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJxt6rmEInDrwKsBazFjJS2sR_1f7YTCeMRq_sA63maC-NJcwtE0oiXUixzgPIiNu8atT14H-7aFYDe8QhrPGvlYEX8dGGvJBgXTTeF1byPNa0-ZUsjU5VVMyiE8H8kYQks7zd0AEV9k7y/s1600/IMG_20180708_181350.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="libreria Carusel" border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="480" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJxt6rmEInDrwKsBazFjJS2sR_1f7YTCeMRq_sA63maC-NJcwtE0oiXUixzgPIiNu8atT14H-7aFYDe8QhrPGvlYEX8dGGvJBgXTTeF1byPNa0-ZUsjU5VVMyiE8H8kYQks7zd0AEV9k7y/s640/IMG_20180708_181350.jpg" title="Bucarest" width="640" /></a></h2>
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bucarest è ossimorica, e carica di seduzione.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il suo fascino è nella convivenza tra il desiderio di liberarsi del fardello del passato recente e il bisogno di tenere memoria di quel passato, il cui segno distintivo era cancellare ogni traccia della Storia. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il vampiro, il succhiasangue, il dracula dei rumeni è stato Nicolae Ceaușescu.</div>
<div style="text-align: justify;">
La Transfagarasan è bellissima da percorrere, certo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Adesso molti abitanti dei villaggi che la strada attraversa hanno convertito le proprie abitazioni in pensioncine o bed & breakfast e traggono dei benefici dal flusso turistico. </div>
<div style="text-align: justify;">
Eppure non credo che quando decise di costruirla, nel 1970, il conducator pensasse a torme di motociclisti inebriati dall’idea di fare le curve a recchia in uno scenario naturale meraviglioso. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Per edificare la mastodontica <b>Casa del popolo</b>, ora Palazzo del Parlamento (iniziato negli anni ‘80, quando in Europa l’idea di bene culturale era diventata onnicomprensiva ), con tutte le pertinenze annesse e il <b>Bulevardul Unirii</b>, venne rasa al suolo buona parte del centro storico della città. </div>
<div style="text-align: justify;">
Alcune chiese ortodosse vennero traslate letteralmente per salvarle dall’abbattimento. </div>
<div style="text-align: justify;">
E se gli Champs-Élysées avevano un loro perché, il boulevard rumeno è stato una vera e propria follia anacronistica, espressione di un puerile ce l’ho più lungo. </div>
<div style="text-align: justify;">
[la <i>casa del popolo</i> è il ce l’ho più grosso] </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Il mio sguardo su Bucarest è stato epidermico e veloce, dovrò tornare, per fermarmi a fumare il narghilè in uno dei tanti locali del bellissimo <b>Passaggio Macca Villacrosse</b>, per pranzare ancora una volta nell’elegantissimo e iperturistico <b>Caru' cu bere</b> (magari ci vado a mezzogiorno, quando c’è meno folla), per ritornare e comprare qualcosa nella meravigliosa <b>Cărturești Carusel</b>, per scoprire a quale chiesa appartiene la cupola dorata che si vede dalla terrazza dell’appartamento in cui ho alloggiato, e per fare e vedere tutto ciò che non ho fatto e non ho visto.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Tornare a Bucarest e ripartire per il Parco Naturale delle Montagne del Maramures, da attraversare con il treno a vapore, la Mocanita. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
[ - “L’anno prossimo voglio andare in Maramures con Mocanita **”</div>
<div style="text-align: justify;">
-<span style="white-space: pre;"> </span>“E chi è?”</div>
<div style="text-align: justify;">
-<span style="white-space: pre;"> </span>“E’ un treno a vapore.”]</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
** <a href="http://www.cffviseu.com/en/home/" target="_blank">Il sito della Mocanita</a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
* Cărturești Carusel</div>
<div style="text-align: justify;">
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br /></div>
</div>
<iframe allow="autoplay; encrypted-media" allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="https://www.youtube.com/embed/prea3S96DHY" width="560"></iframe>
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans.html" target="_blank"><br /></a>
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans.html" target="_blank"><br /></a>
<br />
Le tappe precedenti:<br />
<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans.html" target="_blank">Transfarasan, Transilvania, Trans.Romania</a><br />
<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans_20.html" target="_blank">Transfarasan, Transilvania, Trans.Romania (2)</a><br />
<h2 style="text-align: left;">
</h2>
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans_21.html" target="_blank">Transfarasan, Transilvania, Trans.Romania (3)</a><br />
<br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans_23.html" target="_blank">Transfarasan, Transilvania, Trans.Romania (4)</a></div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-50805094497432379532018-07-23T07:57:00.001+02:002018-07-24T07:28:11.950+02:00Transfagarasan, Transilvania, Trans-Romania. (4)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ultima chiesa sassone fortificata prima di arrivare a Brasov, in una cittadina distante pochi chilometri. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<b style="text-align: justify;">Prejmer</b><span style="text-align: justify;">. </span><br />
<div style="text-align: justify;">
C’è movimento. Le bancarelle e il palco in montaggio lasciano intuire i preparativi per una festa paesana. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ha una doppia cinta muraria, la chiesa sassone. All’interno della prima, negozietti di souvenir, e miracolo! persino dei pannelli illustrativi sulla distribuzione geografica delle chiese fortificate, sulle loro caratteristiche, pannelli esplicativi in rumeno e inglese (la mia comprensione dell’inglese è assai parziale, ma meglio parziale che nulla).</div>
<div style="text-align: justify;">
La seconda cinta presenta, sul lato interno, vari piani di celle e cellette. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un anello ad alveare al cui centro c’è la chiesa. Molto suggestivo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Si possono percorrere i ballatoi, si può entrare in qualche stanza, si possono salire le scalette in legno che collegano piano e piano. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ la chiesa fortificata più affollata di turisti: ci sono anche dei gruppi di ragazzini, sembrano scolaresche in visita di istruzione (ma in Romania si va a scuola anche a luglio???)</div>
<div style="text-align: justify;">
E’ senza dubbio la più interessante - e pariante - delle tre che ho inserito nell’itinerario. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ancora street food. </div>
<div style="text-align: justify;">
In un furgoncino attrezzato con bancone, piani, friggitrice, e sul retro una grande furnacella, si preparano langos e kurtoskalacs. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il làngos è la pizza fritta rumena (ungherese, ma vabbuò, si magna anche in Romania). </div>
<div style="text-align: justify;">
Una base di pasta fritta, su cui si spalma panna acida e si grattugia una montagna di formaggio (io ho assaggiato questa versione) </div>
<div style="text-align: justify;">
Piegata a portafogli, consegnata al destinatario (moi) e immantinente divorata. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per dessert, un Kurtoskalacs. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ come un trdelník, un rotolo di pasta cotto sulla griglia e ricoperto di mandorle e noccioline che ho mangiato anche in Repubblica Ceca. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quello rumeno è davvero gigante, grande almeno quattro volte quello praghese. </div>
<div style="text-align: justify;">
Un cannone. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ così grande che sono scossa da attimi di titubanza, fino a quando un’altra cliente mi propone (a gesti, of course), di prenderne uno e di dividere cilindrone e costo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Affare fatto, mi strafogo anche il mezzo cannone, che inevitabilmente si gnomma sullo stomaco peggio di un blocco di cemento. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Panza piena e cuor leggero, si arriva a <b>Brasov</b>, una cittadina movidosa. </div>
<div style="text-align: justify;">
Tanta gente, concentrata soprattutto nella pedonale strada Republicii, un tempo la strada delle Gilde degli artigiani, ricca di edifici dalle splendide facciate. </div>
<div style="text-align: justify;">
Sfocia nella grande piazza del mercato. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ai pedoni sono concessi solo i lati della strada, perché il centro è occupato da un’infinita teoria di tavoli sedie poltroncine ombrelloni gazebo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Secondo una tradizione locale, non ad Almaș (così per una variante della fiaba) ma proprio vicino a questa grande piazza sbucarono i 130 bambini portati via dal pifferaio di Hamelin. </div>
<div style="text-align: justify;">
E anche io vengo risucchiata dalla piazza, attirata da una musica. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non è un piffero. E’ un’intera orchestra. </div>
<div style="text-align: justify;">
Su un palco, montato all’estremità della piazza, verso la Chiesa Nera, si esibisce la filarmonica di Brasov. </div>
<div style="text-align: justify;">
I musicisti sono bravissimi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il direttore d’orchestra è pieno di verve, ha il ciuffo ribelle così come lo richiede l’immaginario collettivo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Al termine di una serie di esecuzioni musicali, si volta verso il pubblico, parla, accompagnando le parole con una mimica facciale e una gestualità assai accentuate. Il pubblico ride e applaude. </div>
<div style="text-align: justify;">
Mi dispiace non poter ridere. Posso solo applaudire.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
E’ davvero una meraviglia, un incanto, stare seduta sui gradini della fontana, lo sguardo perso tra i tetti degli storici palazzi e il volo dei gabbiani sul cielo terso e luminoso, la musica nelle orecchie e nell’anima. </div>
<div style="text-align: justify;">
Vorrei durasse in eterno. Omnia transit, invece.</div>
<div style="text-align: justify;">
Una bambina fa cadere l’acqua dalla bottiglina e mi ritrovo con il culo bagnato. </div>
<div style="text-align: justify;">
Meglio alzarsi. </div>
<div style="text-align: justify;">
E anche il concerto finisce. Gli strumenti vengono riposti nelle custodie e il palco diventa uno scheletro di ferro.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nella biserica neagra, imponente e severa all’esterno, negra e cupa anche all’interno, non è possibile fotografare, neanche con il cellulare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Cattiva abitudine, lo schermo del telefono troppe volte sostituisce gli occhi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Ma per quanto tempo ricorderò il coro di voci bianche che fa le prove sull’altare rischiarando di bellezza la cattedrale?</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b>Sinaia</b> è una località d’elite. </div>
<div style="text-align: justify;">
Stazione sciistica, si snoda lungo una strada principale. Ci sono tanti bei palazzetti, tanti bei villini anche sui pendi. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ cresciuta attorno al monastero omonimo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Alla fine del 1800 re Carlo I fece costruire un castello per le vacanze estive, e nell’area della sua tenuta sorsero anche altri edifici in stile similare. </div>
<div style="text-align: justify;">
Probabilmente la presenza delle reali dimore generò una sorta di catena di santantonio, per cui chi poteva si faceva costruire nei dintorni una bella casettina per spararsi un po’ di pose, o andava nei lussuosi alberghi e al casinò (che ora è un centro conferenze, visitabile).</div>
<div style="text-align: justify;">
Ed è rimasta un poco di puzza al naso, a Sinaia.</div>
<div style="text-align: justify;">
(la più cara tra le cittadine rumene che ho visitato.)</div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante la pioggia – la mia solita ciorta –, il freddo, le nuvole grigie che incupiscono tutto, nonostante i giapponesi che stanno ore a turno a fotografarsi davanti ogni cuolldicazz, il <b>parco di Peles </b>e tutti i suoi edifici sono bellissimi. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBW53Rj2kMadmVcC_MWi7ggvDswB9sji8d4N3cZ52VDRxtewj-c3uXUItp2RELPysA0iKkjRf8S0jksEBSKbN_u89PQftZ25K96Hybk5LYQN7jaMgLQyqoaEtCTHmNK-_ZSrhqqFhHcl58/s1600/IMG_20180720_165952.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Castello di Peles, Sinaia" border="0" data-original-height="737" data-original-width="1600" height="294" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjBW53Rj2kMadmVcC_MWi7ggvDswB9sji8d4N3cZ52VDRxtewj-c3uXUItp2RELPysA0iKkjRf8S0jksEBSKbN_u89PQftZ25K96Hybk5LYQN7jaMgLQyqoaEtCTHmNK-_ZSrhqqFhHcl58/s640/IMG_20180720_165952.jpg" title="Parco di Peles, Sinaia" width="640" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’orario di visita dei castelli termina piuttosto presto: l’ultimo ingresso è alle 16,30. </div>
<div style="text-align: justify;">
Piuttosto che stare inculata alla fila e vedere in affanno il castellone, opto per l’entrata nel castello di Pelisor. </div>
<div style="text-align: justify;">
(il fratellino minore)</div>
<div style="text-align: justify;">
All’ingresso, in uno scatolone, ci sono centinaia di pallottoline di plastica azzurra: sono i copriscarpe da indossare per non inzaccherare il pavimento in legno del palazzo. </div>
<div style="text-align: justify;">
(ecco da dove provenivano! Un cuofano di giapponesi nel parco camminavano – senza fare neanche uno sciugliamazzo! - con queste coperture: non le avevano tolte neanche dopo la visita).</div>
<div style="text-align: justify;">
Dalle scarne informazioni in inglese riportate su foglio A4, deduco che ancora una volta la padrona di casa è la regina Maria: lo studiolo di pittura, la camera del ricamo, la stanza per ospitare la sorella, la Camera d’Oro, le cui pareti sono interamente ricoperte da foglie di cardo in oro. </div>
<div style="text-align: justify;">
E che due palle.<br />
La proprietaria del bed and breakfast dove alloggio dice : la regina Maria ha fatto tanto per la Romania.<br />
Io penso che la regina Maria abbia avuto tanto dalla Romania.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
L’itineranza termina. </div>
<div style="text-align: justify;">
E’ tempo di riconsegnare l’auto e di andare a Bucarest. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans.html" target="_blank"><br /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans.html" target="_blank">Transfagarasan, Transilvania, Trans-Romania.</a> </div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans_20.html" target="_blank">Transfagarasan, Transilvania, Trans-Romania. (2)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans_21.html" target="_blank">Transfagarasan, Transilvania, Trans-Romania. (3)</a><br />
<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans_24.html" target="_blank">Transfagarasan, Transilvania, Trans-Romania (5)</a></div>
</div>
Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8959175136768161027.post-4781285664989388942018-07-22T18:49:00.000+02:002018-07-24T07:31:19.641+02:00Transfagarasan, Transilvania, Trans - Romania. (2).<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<br />
<div style="text-align: justify;">
La prima tappa in Transilvania è Sibiu, ma c'è tempo per una sosta al <b>Castelul de Lut Valea Zanelor</b>, ovvero il Castello di argilla della Valle delle Fate, ovvero un bizzarro progetto non completato di albergo esclusivo sulle sponde di un ruscelletto. </div>
<div style="text-align: justify;">
Per raggiungere il complesso, occorre fare una deviazione dalla strada verso il villaggio Porumbacu de sus. C’è il nulla. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<span style="text-align: justify;">Anzi, ci sono campi, pecore mucche cavalli liberi, nidi di cicogne sui pali della luce. </span><br />
<div style="text-align: justify;">
In ogni nido, anzi nidone, ce ne sono almeno tre. </div>
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Ferme immobili come statue. Le inquadro per almeno un quarto d’ora. Nessun battito di ali, giro di collo, alzata di zampa. Manco fossero di plastica o gesso.<br />
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Poco oltre un’infinità di corvi, nei campi, sui fili della luce tra un palo e l’altro. </div>
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Flash di Hitchcockiana memoria.<br />
[chiudi il finestrino, mettiamo l’aria condizionata]<br />
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Castelul de lut sarebbe dovuto essere un esclusivo albergo eco-frendly. E’ possibile entrare nel complesso dietro pagamento di una cifra modesta. Gli edifici, a metà tra le architetture di Gaudì e la realizzazione concreta del villaggio dei puffi, si possono ammirare solo dall’esterno, tranne che per una stanza, completamente vuota. C’è paglia sulla terra battuta al posto del pavimento. </div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6eqkhAS_3WJZWTSb5Jp7zx7Ajw78Vz2OCjpOt4v2-yDe6YXxjd1lI_MbLVAWvq_aDhyeC5rIY8jwo5q4f7RR6a1y7MDsI8_-vlRZAAic0KbCuGMiqTyINhUCsRGjj87n9milbxEYm_R2Z/s1600/cas.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="sibiu castelul de lut" border="0" data-original-height="1600" data-original-width="1600" height="640" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6eqkhAS_3WJZWTSb5Jp7zx7Ajw78Vz2OCjpOt4v2-yDe6YXxjd1lI_MbLVAWvq_aDhyeC5rIY8jwo5q4f7RR6a1y7MDsI8_-vlRZAAic0KbCuGMiqTyINhUCsRGjj87n9milbxEYm_R2Z/s640/cas.jpg" title="castelul de lut" width="640" /></a></div>
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Un comune chalet prefabbricato in legno funge da bar/ristoro/vendita di souvenir. </div>
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Ruscello, alberi, tanti fiori e sedili costituiti da balle di fieno o tronchi di albero su cui sono poggiati cuscini colorati rendono amena la sosta. </div>
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Una coppia di sposi, con l’equipe fotografica, attende il passaggio dei visitatori per essere immortalata nella romantica location. </div>
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Penso che se dovessero completare il progetto, ad usufruire di questo spazio saranno pochi privilegiati. E allora, forse è meglio che resti incompiuto. </div>
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<b>Sibiu</b> è una città che ti guarda. Gli edifici hanno gli occhi. Sui tetti spioventi delle case del centro storico ci sono delle finestre, dei lucernai con una forma rigonfia e allungata che sembrano davvero palpebre.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilYk_tCAnWNpHDrY3KjsGlqJi-Py4LPWXqujsFvT8doGSCfAx5mJd6Bpc2MsvQNRS4JeJUOZdEZNs94I08H3kRIToUcvqSTyexOJyG528dcmruAkrAfCR7rqb5gR7lCETsBIrT87ugARFP/s1600/IMG_4599.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Sibiu Romania" border="0" data-original-height="676" data-original-width="1600" height="268" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEilYk_tCAnWNpHDrY3KjsGlqJi-Py4LPWXqujsFvT8doGSCfAx5mJd6Bpc2MsvQNRS4JeJUOZdEZNs94I08H3kRIToUcvqSTyexOJyG528dcmruAkrAfCR7rqb5gR7lCETsBIrT87ugARFP/s640/IMG_4599.jpg" title="Sibiu case con occhi" width="640" /></a></div>
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La Strada Nicolae Balcescu è un viale pedonale pieno di localini, di negozi, di movida. (non si tira troppo tardi la sera, però. Alle 23 già è abbastanza vuoto e silenzioso). Porta dritto dritto alla Piata Mare, la grande piazza, E’ qui che si realizza lo sguardo della città. Da questo momento in poi, tutti gli altri occhi/finestre non potranno più essere ignorati.<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9zAHt99O9ja3Wwr8S89N3-VncMtt4098zXfEIrKjQRU0p61DJXOhZ7-ymA2zP0sHrBTF0FzPbzs3pfRQ-mqJw6k0u0dBAbgt1qa_IiVa26IDXnWcJKSR9jAfi66tqYKXnWaoNeBrMILXB/s1600/IMG_20180718_145929.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Sibiu" border="0" data-original-height="818" data-original-width="1600" height="326" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh9zAHt99O9ja3Wwr8S89N3-VncMtt4098zXfEIrKjQRU0p61DJXOhZ7-ymA2zP0sHrBTF0FzPbzs3pfRQ-mqJw6k0u0dBAbgt1qa_IiVa26IDXnWcJKSR9jAfi66tqYKXnWaoNeBrMILXB/s640/IMG_20180718_145929.jpg" title="Sibiu case con palpebre" width="640" /></a></div>
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Nella vicina Piața Mică si gioca a beach volley. Fa strano, fa assai strano vedere il campo di sabbia nel mezzo della piazza, c’è pure una striscia di sabbia libera dove i bambini giocano con i secchielli. </div>
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[io non ce l’avrò mai il campo di beach volley nel mezzo della piazza della mia città].<br />
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Salgo sulla torre del Consiglio. Il bigliettaio ha voglia di chiacchierare. Adora l’Italia – dice senza spiccicare una parola in italiano. Vuole fare l’allenatore della squadra di calcio del Napoli. </div>
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I sogni non hanno confini, ma neanche gli esaurimenti nervosi. </div>
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Ogni piano della torre ospita un allestimento corredato da scarne informazioni o una mostra/vendita. I piani sono collegati da scale in legno che scricchiolano ad ogni passo.<br />
Una mandria di giovanissimi turisti inglesi rende il cigolio quasi insopportabile. </div>
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Dall’ultimo piano si può osservare la città dall’alto. Le finestre, mannaggia, sono chiuse e fa un caldo soffocante.<br />
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Primo assaggio di street food rumena: covrigi. Ricordano un po’ i pretzels tedeschi, ma hanno la forma ad anello senza incrocio e possono anche essere farciti. Ne becco uno con il formaggio di capra. (cazz, avrei fatto meglio a indicare quello con la cioccolata, sarei andata sul sicuro)</div>
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Sono buoni ed economicissimi i covrigi. E ho scoperto che c’è anche una catena locale che ne sforna in varie città rumene.<br />
E’ un mcdonald autoctono, ed ha un nome assonante e familiare: Gigi Covrigi.<br />
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<b>Sibiu, Hermannstadt</b>.</div>
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Sibiu, come molte altre città della Transilvania, ha avuto una forte impronta sassone: resiste nella toponomastica.</div>
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A Sibiu cento anni fa più della metà della popolazione era tedesca.</div>
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In Transilvania ci sono moltissime chiese fortificate, ex roccaforti protestanti nel cuore della ortodossia cattolica. </div>
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Sette di queste chiese sono iscritte dall’Unesco tra i siti Patrimonio dell’Umanità. Visito tre tra queste.<br />
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La prima, tra Sibiu e Sighisoara, è quella di <b>Biertan</b>.</div>
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I villaggi che intervallano la strada tra Sibiu e Biertan si somigliano tutti: lungo la carreggiata scorrono casette basse, con il tetto spiovente, tutte attaccate. La facciata è solo una facciata: solo finestrine e portoncini. Sicuramente l’ingresso vero è interno, nella corte. Ancora carretti trainati da cavalli che trasportano fieno, legno, persone. Ancora mucche cavalli pecore. </div>
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Biertan si differenzia dagli altri villaggi per la piazzetta, al centro della quale c’è un giardino fiorito e ben curato. </div>
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La chiesa con la sua cinta muraria è proprio a ridosso della piazza. Addossati alla cinta due edifici: un ristorante e un ostello. Vicine vicine vicine tante altre abitazioni. </div>
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Forse è per questo che non si riesce a percepire il senso della “fortificazione”.<br />
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La chiesa è costruita su un piccolo rilievo. Si arriva passando attraverso la Scara Acoperita, una scalinata coperta, bella.<br />
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Del complesso fortificato, non è possibile visitare nulla se non la chiesa e il piccolo museo di civiltà locale. .</div>
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Tutte le torri sono inaccessibili. </div>
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Non mi sembra che ci sia molta cura, non c’è attenzione per il recupero e il restauro, anche se la chiesa ospita varie manifestazioni nel suo cortile interno. </div>
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Tra le tre chiese fortificate, quella di Biertan è la meno affascinante.<br />
La cosa più curiosa è la gigantesca serratura della porta della sacrestia, ex sala del tesoro. </div>
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Le altre sono a Viscri e a Prejmer, lungo la strada che porta da Sighisoara a Brasov. </div>
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Ma prima, sosta alla città natale di Vlad Tepes Dracul l'impalatore.<br />
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T<a href="https://alea-iactaest.blogspot.com/2018/07/transfagarasan-transilvania-trans.html" target="_blank">ransfagarasan, Transilvania, Trans-Romania. (1)</a><br />
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Aleahttp://www.blogger.com/profile/15855196571755043060noreply@blogger.com0