Quando penso al surreale in letteratura, subito mi vengono in mente le dichiarazioni di intenti di Breton.
Hanno forse qualcosa di giocoso?
Minchia no.
E anche la sua letteratura è di una pesanteria che haivoglia, mille volte meglio la banalità del quotidiano.
(non a caso il signor Raimondino Queneau lo prendeva per i fondelli)
Vian, l’altra faccia del surrealismo, di certo non dissemina gocce di serenità.
Anche il suo romanzo più brioso e felice, La schiuma dei giorni, ha un epilogo tristissimo.
Nei racconti della raccolta Le formiche, la disperazione e la presenza del Destino cieco (spesso rappresentato da un Maggiore con un occhio di vetro) che frantumano speranze e vite sono i veri protagonisti.
Il surrealismo di Vian ha una cifra particolare, però.
Per quanto cupissime e nere, le sue “narrazioni” hanno sempre qualcosa di “destabilizzante” in senso umoristico.
(Un humor nero. Non è forse umoristico suicidarsi tagliandosi la testa che duole e metterla a bollire nel pentolone per ripulirla?)
E poi c’è la straordinaria carnalità delle invenzioni: attraverso la trasposizione di referenti che si accostano in modo inconsueto, Vian riesce a rendere la “sensazione” tattile ancora più efficace che non attraverso una rigorosissima e ordinaria “interpretazione”.
Ad esempio, come rendere meglio il contrasto dal passaggio tra l’aria viziata di una sala cinematografica e il frizzante dell’aria notturna se non così?
“Peter Gna uscì dal cinema con sua sorella. L’aria fresca della notte, aromatizzata al limone, era un gran bel sollievo, dopo l’atmosfera della sala, dipinta di blu muffa di gorgonzola – se ne avvertivano gli effetti.”
"Le formiche" è uno solo degli 11 racconti della raccolta: una visione altra, scanzonata e pulp, fino alla pagina finale, dello sbarco di Normandia.
Potrei farne l'elenco e la sintesi, ma perdinci, che noia.
Però una menzioncina per quello che mi è piaciuto più più di tutti, nonostante la disillusione finale, la voglio fare.
L’oca blu.
Una storia di amore e di pali in fronte.
Vian è una potenza nel dis-piegare gli effetti dell’innamoramento.
Non ho mai avuto il coraggio di affrontare Vian. Ho sempre cercato momento adatto, ma forse ora, grazie a te, l'ho trovato!
RispondiEliminaNooooo!!! Non dirmi che non hai ancora letto La schiuma dei giorni! :(
Elimina(presto che è tardi, presto che è tardi! :D)
Risatina ad inizio post: mi è tornata in mente la prof.di francese all’università, una simpatica sessantenne, forse anche settanta, con gonne a fiori lunghelunghe, cappelli bislacchi e una malattia incurabile per Breton e per i surrealisti (e non ho fatto studi letterari, sicché avrei potuto evitare sia Breton che il suo amichetto Eluard). Una dichiarazione di intenti e scritti così surreali che ben spiegavano la diffusione di stupefacenti… Comunque, La schiuma dei giorni mi aveva stordita. I racconti non li ho letti. Ci penso su…
RispondiEliminaPer il poco latino imparato sui banchi del liceo, un blog intitolato "Iacta est" non poteva non incuriosirmi.
RispondiEliminaMa di questo blog ho apprezzato non solo il titolo ma anche, e moltissimo, i contenuti.
molto onorata, grazie:)
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