Miss Charity, la protagonista del romanzo – ispirata da Beatrix Potter, personaggio realmente esistito di cui non conoscevo nulla se non i suoi disegnini, di Potter mi sovvenivano solo Harry & Compagnia - è nata in un tempo sbagliato, quando era SCONVENIENTE per una ragazza, per dirla con le parole della signora madre, studiare le scienze (studiare in generale, tranne che il francese, il canto, il pianoforte), andare ai balli se non per trovare marito, sposare un uomo che lavora per vivere e soprattutto lavorare per vivere.
La respectability di età vittoriana.
Tuttavia, prima ancora che lo auspicasse Virginia Woolf, Charity riesce ad avere una stanza tutta per sé.
Da bambina era la nursey, che condivideva con bestie e bestioline , non solo coniglietti e anatre.
Zoccole.
Topi e ricci (le mancavano solo gli scarrafoni) per riempire la solitudine
Topi e ricci (le mancavano solo gli scarrafoni) per riempire la solitudine
“E poi ripenso a voi, Signora Passettini, a voi che avete salvato quella bambina dalla follia, perché con i vostri occhi come chicchi di caffè, i vostri baffi sfrontati e il calore del vostro corpo, eravate semplicemente la vita, la Vita.”
Amici che animerà con gli acquerelli e che grazie alla doppia regola delle tre S – “Sterline, scellini, soldi” e “… Studio, Saggezza e Sacrificio. Lo studio e l’applicazione svolti con la saggezza dell’esperienza e che poggiano sul paziente sacrificio del lavoro.” - la renderanno, forse, indipendente e libera.
Amici che animerà con gli acquerelli e che grazie alla doppia regola delle tre S – “Sterline, scellini, soldi” e “… Studio, Saggezza e Sacrificio. Lo studio e l’applicazione svolti con la saggezza dell’esperienza e che poggiano sul paziente sacrificio del lavoro.” - la renderanno, forse, indipendente e libera.
Di Marie-Aude Murail avevo già letto due libri deliziosi, immediatamente infilati nella lista letture dei miei ragazzini.
Ha una mano lieve e ironica, la Murail.
Charity, la voce narrante, è un personaggio intenso e affascinante e anche il modo in cui racconta, intessendo il ricordo in prima persona con “stralci liberi” di conversazione, quasi come in un copione teatrale, è vivido e accattivante.
Così:
“Da diversi anni, e forse da quando ero nata, mamma si aspettava di vedermi finire zitella. La notizia del mio matrimonio l’avrebbe certamente sconvolta. Decisi di procedere per tappe, all’ora di cena.
IO
Sarete sicuramente felici di sapere che ho ricevuto una proposta di matrimonio, oggi.
MAMMA, totalmente incredula
Ma sentiamo!
Per l’effetto della sorpresa, papà aveva appoggiato le posate.
IO
Forse desiderate conoscere il nome dell’imprudente che aspira alla mia mano?
PAPA’
In effetti.
IO
Si tratta di Mr Marshall King
[…]
IO
Non è un librario, mamma, è qualcuno che pubblica libri.
MAMMA
E che li vende! E’ qualcuno che si guadagna da vivere vendendo i libri! Albert, dite qualcosa!
PAPA’
Credo che facciate confusione tra libraio e editore.
MAMMA
Uno o l’altro, è comunque uno che si guadagna da vivere.
Ebbe un brivido
MAMMA
Sento che sto per svenire. Chiamate Gladys. "
La Murail riesce perfettamente nell’intento di reinterpretare una certa letteratura “al femminile”, come è esplicitato nell’aletta di copertina - “Un omaggio a Jane Austen, un romanzo per ragazze di ogni età” - attraverso la figura forte e fragile di Charity, capace di travestirsi da uomo ed entrare in una fumeria di oppio ma anche di sospiranti svenimenti, e attraverso tanti altri interessanti personaggi (Tabitha la folle, Ulrich e Mr Ashely, il cuginato) agenti su un tessuto sociale e culturale di notevole concretezza, pur se abitato da pindarismi – far convergere nella vita di Charity sia Bernard Shaw che Oscar Wilde, ad esempio.
“Noi abbiamo, in quanto editori per la gioventù, una missione sacra, Miss Tiddler. Perché i nostri libri devono sì sedurre i nostri piccoli lettori, ma per meglio preparare i loro animi al Bello, al Buono, al Bene.”
Nonostante non siano categorie universali, ma dettate dalla cultura e dalla società, mi sembra che anche il libro della Murail risponda alla regola delle tre B.
Nonostante non siano categorie universali, ma dettate dalla cultura e dalla società, mi sembra che anche il libro della Murail risponda alla regola delle tre B.
Tuttavia.
Non mi piacciono i “libri per ragazze”, ne scoraggio la lettura in ogni modo.
Non credo di inserire Miss Charity nella lista di libri consigliati ai miei alunni, come ho fatto per Oh, boy e Mio fratello Simple, perché non immagino nessuno dei miei ragazzini leggerlo con piacere.
(Già lo vedo, Pasquale il lettore, a sbuffonchiare e borbottare)
Ma le contraddizioni sono la linfa dell’animo umano, e non posso negare che alla ragazza della mia età che sono io, sia piaciuto parecchio.
(lo suggerirò in via informale solo alle femmine)