domenica 25 settembre 2011

Particelle molto elementari

La mia conoscenza della fisica è pari a quella che ne ha una capra.
Prima Le particelle elementari erano solo il titolo di un libro di Uellebecco.
Ora so che le particelle elementari sono Fermioni e Bosoni, e che i neutrini appartengono alla famiglia dei Fermioni perchè hanno 1/2 Spin (?!?).
Ora so che immaginare l'atomo e basta (neutroni protoni e elettroni che girano attorno come satelliti), non equivale neanche a disegnare un uomo con quattro mazzarelle e un cerchio (la capoccia).
Ora so che i neutrini possono (potrebbero?) viaggiare ad una velocitá superiore a quella della luce.
Come sia venuta a conoscenza di questo fondamentale, è irrilevante.
(non voglio sprecare manco un micropensiero per qualcosa/qualcuna che meriterebbe di evaporare dalla faccia della terra alla velocità della luce - "la noncuranza è il maggior disprezzo", maledetta questa massima a cui talvolta cerco di attenermi, un papagno in faccia e una caterva di maleparole danno più soddisfazione).

Però, ora che so, mi domando: e dunque?
Tra qualche anno potrò andare lontano senza prendere treni e aerei, soltanto infilandomi in un tubo che mi sparerà via scomponendomi in neutrini?
Potrò viaggiare nel passato? (Rinascimento, grazie, possibilmente proprio dentro il palazzo di Lorenzo il Magnifico)
Nel futuro?(ahemm, passo)
Scoprirò che la morte non esiste, e che i neutrini che componevano la materia del corpo di zio Giovanniello sono assemblati sotto forma di ectoplasma che si rivela nei miei incubi e che quando sono sveglia mi sciosciano alle spalle anche se non me ne accorgo?

Il mio "plauso", e fuori da ogni ironia, e per quanto possa contare, massima stima e rispetto verso tutti i ricercatori, compresi quelli che, riciclando provette e carta, facendo nottate e capriole per uno straccio di finanziamento, tutti i giorni aggiungono un tassello alla conoscenza senza che il mondo ne sappia niente.
Non ne sappia niente oggi.
Ma domani.
Domani chissà.

giovedì 22 settembre 2011

Trastola?

Prima classe. Anni e anni di patente e di guida senza mai un incidente, un urto, una cozzatina, una parafangata.
Oggi  avrei potuto uccidere un uomo (omicidio colposo).
Ho investito  un tale in motorino.
Non l’ho proprio visto. Ho guardato la strada, prima di attraversare l’incrocio.
Sinistra. Ho fatto passare le due macchine veloci e anche una lenta, rossa. Strada libera.
Destra. Strada libera.
Ho messo la marcia e mi sono avviata e  buuum. 
“M’hai acciso! M’hai acciso!” 
Un uomo e uno scooter a terra davanti alla macchina.
Avrei potuto uccidere un uomo per distrazione.
(Ma ho guardato la strada, mi dico, e forse pensavo ad altro, ma a guardare ho guardato. Senza vedere. Cazzo.)
Oddio, ho reso un cristiano cionco per sempre, penso.
La folla, una sedia compare sul ciglio della strada, l'acqua, telefonano al 118.
Il tizio  non vuole l’ambulanza.
Consigli dal pubblico:
"Signò, nun ‘o rate retta, nun s’ha fatto niente, nun dicite che non l’avete visto, ha sbagliato isso"
Ma io lo so che l’ho buttato per l’aria,  che veniva da destra e dunque aveva la precedenza e non l’ho visto.
(Penso: quanto conta la faccia. Quanto contano i modi. Tra la folla, io che avevo sbagliato, ero quella da “proteggere” – un bicchiere d’acqua alla signora.
Il  puveriello, vabbè che pareva un giocatore caduto o atterrato in area di rigore, pareva mezzo muorto e invece  forse calcolava,  forse no, certo non  aveva la simpatia della folla. Ingiustamente, comunque. Ma perchè?)
"E' a siconda vota che sta semmana 'na femmina mi vott pe ll'aria 'ncopp 'o motorino! A siconda vota!"
(la ciorta del pover'uomo)
"Voglio essere sicura che non si è fatto niente di grave, l’accompagno in ospedale" dico.
Fa resistenza. Poi cede, però prima si fa aiutare a portare  il motorino che non si mette in moto dal vicino meccanico (30 metri esatti da).
"Ci mettiamo d’accordo." mi dice. 
Ha già un referto ospedaliero per un braccio contuso, l'incidente di qualche giorno fa.
Insiste con la dottoressa perchè gli venga fatta una tac alla testa.
"Ma se non ha perso mai coscienza, ora sta lucidamente parlando con me, non c'è bisogno. Qualche infermiere pulisca il ginocchio escoriato al signore".
Il referto indica contusione ed escoriazione al ginocchio, 7 giorni di riposo.
E poi al drappello dei carabinieri.
E lo scambio dei dati. 

Chiamo l'assicurazione. 
Racconto.
 "Ahhh, una trastola, sicuro." 
Non lo so. 
Anche se fosse stato fermo sul ciglio della strada e si fosse messo in moto mentre stavo per attraversare l'incrocio, certo è  che non l'ho visto.
Io non l'ho visto.
Ed è terribile.


domenica 18 settembre 2011

Il lavoro rende liberi

"L'orario di visite ai degenti è consentito dalle ore 13:00 alle ore 15:00 e dalle ore 18:00 alle ore 19:00.
Ai degenti dell'Azienda Ospedaliera è garantita l'Assistenza Religiosa. E' anche garantita l'assistenza sociale in tutti i reparti."

A meno che il paziente non abbia bisogno di assistenza continua, si sottintende. Perchè in tal caso si chiude non un occhio, ma tutti e due. Anzi, la presenza continuativa del parente (ma che sia rigorosamente uno, e uno solo) è molto più che ben vista, e in caso di impossibilità ci si rivolga pure al servizio di assistenza a pagamento (nell'ospedale, 50 euro dalle 8 del mattino alle 8  di sera e altrettanti per il turno notturno)
Bisogna far salvo il lavoro degli infermieri, dar loro modo di lavorare.  
Tuttavia  mi vien difficile definire quale sia il loro lavoro, considerato che:
- dopo ripetuti inviti a misurare la temperatura, giunge, egli l'infermiere, e piazza un termometro in mano al parente del degente.
-  dopo che il parente del degente ha misurato la temperatura e rilevato che il termometro segna 39° , egli l'infermiere valuta la situazione e, sfinito dalle pressioni continue, consegna due tachipirine al parente dicendo "se il paziente non le ingoia, sbriciolatele nel cucchiaio e fategliele bere con un poco d'acqua"
-  dopo mezzora dal momento in cui il paziente è stata lasciato solo (a volte si è difettosi nel darsi  il cambio nell' assistenza parentelare - notte giorno di alternanze non stop per un totale di ore 72 - "la sedia a sdraio di giorno non si può tenere in reparto, la piegate e la mettete in quella stanzetta là") l'infermiere telefona al parente del degente invitando ad essere veloci nella sostituzione, perchè "il ricoverato  si agita e non putimm faticà"

Sbaglia chi dice che il lavoro (degli altri)  è una missione.
 Il lavoro non è missione, è lavoro. 
Appunto.

martedì 6 settembre 2011

Cronache di elezioni

Il momento dello spoglio era il più temibile e terribile di tutta la tornata elettorale. Fiato sul collo degli impiegati comunali (Le statistiche! I votanti! I maschi! Le femmine!), come i falchi  i rappresentanti di lista.
Contestazioni su croci poste a cavallo, su croci a catenelle  e su croci firmate.
[Scriva il verbale  indicando in modo preciso i motivi della contestazione e io lo trascrivo - unica frase che, unita alla penna e al foglio protocollo,  cioncava  ogni baldanza.
Quando si  deve scrivere, e non solo dare fiato alle trombe, cambiano tutte le prospettive].
Su alcune schede nulle c’era poco da contestare: artistici disegnini di ispirazione fallica o più complessi o sintetici ghirigori, citazioni serie, aforismi, pensierini, maleparole.
Alcune, se il tempo non fosse stato tiranno,  avrebbero meritato una repertorializzazione.
Nel segreto della cabina, nella folla anonima delle centinaia e centinaia di schede, avrà l’elettore il diritto di non votare chicchessia o chiccheccosa, e di esprimere il dissenso secondo i codici comunicativi che conosce?
(io il dubbio non ce l’ho)

Anche nel Collegio dei  Docenti si vota. A voto palese sui provvedimenti, a voto segreto sui nomi (vendette retroattive e antipatie personali in action).
Elezione del comitato per la  valutazione del servizio dei docenti.
Cinque  docenti esprimono la disponibilità, ferma restando l’eleggibilità di tutti i docenti del collegio (fatte salve le norme restrittive)
Due preferenze da indicare sulla scheda di votazione, i tre docenti più votati eletti come membri del comitato.
Si distribuiscono le schede. Si vota.
Infilate tutte le schede piegate  in 4 o 8 parti nella scatola, si procede allo spoglio.
Tiro una  scheda alla volta dalla scatola, la apro, leggo i nomi,  sulla lavagna si appongono via via le crocette.
Mi fermo. 
Leggo ad alta voce Marek  Hamšík e Edinson Cavani.*

Scheda nulla!

(Mai  dire mai. 
Mai avrei immaginato, in un Collegio dei Docenti.
Docenti.
Buon anno, buon anno)




* giocatori del Napoli