venerdì 15 giugno 2012

Parole e disegni


Ho sempre avuto una discreta passiuncella per i giochi di parole, ed è un grande vantaggio riuscire ad accocchiare in quattrequattrotto  un acrostico o un  anagramma a cambio da un nome proprio per stupire con effetti speciali e fantasmagorici (yeahh) le platee di ingenui ragazzetti. 
Pressorè! siete una poeta!
(faccio o' gallo 'ncoppa 'a munnezza)

Ancora di più mi piacciono  le parole disegnate:  i capolettera dei codici miniati, certe poesie visuali, le fotografie con le texture di parole (e qui ce ne sono di bellissime), e naturalmente, i calligrammi.

parole disegnate
Calligramma
Vitrei ab oculis
Spinta da  amici, avevo sperimentato l’emulazione di Apollinaire, facendo questi:


parole disegnate
Calligramma
Chiave












e ora,  la sabbia bagnata ispira, questo.
Il difficile, non è nel disegnare con le parole.
E’ trovare le  parole.
parole e disegni
Calligramma
orma





domenica 10 giugno 2012

Cocoon


Qualche tempo fa li ho visti per la prima volta, in tv, a casa di altri.
Gli anziani di uomini e donne.

Me lo hanno dovuto spiegare,  non riuscivo mica a capire, che davvero vanno in tv a fare le pustegge.
(oddioddioddio, se i miei nonni  avessero potuto vederli).
Eppure  adoro la quarta età attiva e pimpante.  
Ma la televisione per le pustegge no.
Certo,  assai peggio è farlo da più giovani, almeno gli anziani hanno la scusa del rimbambimento.
Ogni tempo ha un suo tempo?  
Forse sì forse no, boh.
Ne conosco, di attivi e pimpanti che non  ci andrebbero  manco accisi, in televisione per le pustegge.
Una sessantina di partecipanti, al pranzo sociale di fine anno.
L’80% ultrasettantenni.
Belle persone,  acute, ironiche, un poco borbottone, ma tant’è.
 E viaggi, e gite, e magnate, e mostre, e ginnastica e  “voglio imparare a usare il computer!!!
 “E’ un’eta bellissima , diventi padrona del tuo tempo” – dice  Annamaria, 74 anni e bella e elegante più di Sofia Loren,  alla neo arrivata sessantenne  che pare la nonna sua  e che  m’ha quasi incastrata con  il lamento  i figli m’ann abbandunata....

A fine magnata, quando  ormai troneggiano solo i bicchierini di cioccolata fondente da riempire coi liquori, Franco passa con un piattino e un solo dolcino dentro.
Base verde, un quadratino di pasta di mandorle, e crema alla ricotta e un'altra base a richiudere. 
Mirtillino sopra. 
- assaggia, un sol boccone, è l'ultimo, è proprio saporito. 
Passo, ma solo perché lo stomaco, dopo i bucatini alla siciliana, la zuppa di cozze e fagioli con fresellina, la trippa, le frittatine, le melanzane, i peperoni, i formaggi e i salumi, la pastiera e la frolla di crema e il torrone di cioccolato e nocciole,  è diventato impenetrabile. 
La mia vicina di posto  tocca il dolcino e si accorge  che è di gommapiuma. 
Franco  ride, muovendo  3 dita della mano:  - Tre  ci sono cascati. 
Passa qualche  posto oltre, si  imposta,  recita la stessa parte. 
Il marito lo passa alla mugliera  - tiè, Giuseppì, assaggia.
Giuseppina  addenta,  e mastica e  tira, sotto lo sguardo perplesso del marito e quello sghignazzante di Franco.
ma che è, la dentiera?!
Il dolce di gommapiuma non si spezza. 
Rischio di  schiattare dalle risate,  guardando Franco sventolare la mano  con 4 dita aperte.
(marò, ma non è che sto diventando incontinente?)
Ha 80 anni, Franco. 
E' una cosa che mica ce la si aspetta, da un ottantenne.

Mi dispiace  che quando sarò vecchia come loro, saranno tutti morti.

domenica 3 giugno 2012

Il seno


Philip Roth mi indispone.
(talvolta)
Eppure continuo, imperterrita,  a leggere le sue opere, anche se spesso i tanto sbandierati   dramma e  pathos  delle sovra copertine e degli entusiastici commenti dei suoi ammiratori  mi fanno l’effetto della farsa e del  patetico. 
Non vale per  tutti i suoi scritti, naturalmente. 
[Pastorale americana è straordinario] 
Solo per quelli dove il chiodo fisso del sesso, che è vita tout court, senza altro appello o orpello, fa la parte del leone (dell’elefante) 
Da L’animale morente a Lamento di Portnoy.
Ormai non mi irrito più. 
Rido, anzi sghignazzo.

Ho appena terminato di leggere il raccontino Il seno.
Il seno è simbolo della maternità e della vita più ancora del grembo.
( il ventris tui  diventa del seno tuo)
Ho pensato che il seno e  una particolare predilezione per la fellatio,  nei due libri di Roth che hanno come protagonista  David Kepesh , L’animale morente (il seno  di Consuelo) e  Il seno appunto, hanno davvero un ruolo chiave.

“Claire (…) era persino un po’ schizzinosa a ricevere il mio sperma in bocca. Se mai praticava la fellatio, era solo come rapido preludio al rapporto vero, e mai con l’intenzione di farmi venire. Non che la facessi  troppo lunga per questo, ma di tanto in tanto, come succede a tutti gli uomini che non si sono ancora trasformati in un seno, registravo il mio scontento – insomma, la vita non mi dava tutto quello che volevo.” Pag. 52

La frustrazione più grande del professore Kepesh,  non è tanto  di  essersi  trasformato in un seno, quanto di essere diventato una mammella  inutile, un seno che non dà latte, non nutre…
“Sono arcistufo di preoccuparmi di perdere Claire. Lasciamo che se ne vada per i fatti suoi e si trovi un nuovo amante con cui condurre una vita normale e produttiva, e che non le faccia bere lo sperma.”

[Altro che invidia del pene. Devo rivedere il giudizio di misogino e fallocrate che ho appioppato a Roth.
Almeno correggerlo.]







E mentre cercavo sull’internet delle immagini di tette da piazzare nel post, passando dai senoni delle grandi madri al seno di Pero nelle 7 opere della Misericordia di Caravaggio, mi sono imbattuta in questo, che anche se ci appizza come il cavolo a merenda, lo linko uguale.