giovedì 7 agosto 2025

Kato Zakros, locus animae.

 

"Prima o poi ritornerò”. E’ il refrain di ogni fine viaggio, sigillo di esperienze apprezzate.

Ho quasi sempre mentito, non sono mai ritornata, tranne che a Creta.

Creta è un’isola grande: l’estate dello scorso anno l’ho percorsa in lungo e in largo. 

Ma di tutte le località visitate una l’ho eletta locus animae.

E qui sono tornata.

Kato Zakros è un arco  affacciato sul mar Libico e abbracciato da montagne severe e primigenie, quattro taverne, poche case, ulivi e cicale.

Kato Zakros
Foto di Xerocamboscreta.com

          E’ lontano da tutto: Zakros, il villaggio più vicino nel quale c’è la farmacia, due minimarket e la              pompa di benzina, dista vari  chilometri di tornanti.

La strada che dal villaggio porta al mare ha dei tratti che fanno mancare il fiato: una lingua di cemento appoggiata tra cespugli a forma di cuscino (quante sfumature di colori caldi!) che precipita tra cielo e mare.

Kato Zakros era una città minoica. Ci sono i resti del palazzo e la Gola dei morti, nelle cui  grotte vi erano le tombe.

Le montagne, ripide, scoscese, ruvide, hanno cavità e tagli. Da lontano, sulla strada che porta al mare, una grotta sembra  una  porta, il portone della muraglia/montagna.

Kato Zakros non è il luogo più “isolato” in cui sono stata  a Creta; il mare, per le caratteristiche del fondale, non sembra  cristallino come in altri posti, eppure mi affascina in modo difficile da spiegare in modo oggettivo.

Mi servono  metafore.

E’ la bocca che ingoia il cielo e il mare, che si apre alla fine del mondo.

E’ luogo di alba, non di tramonto, anche se di sera il cielo si colora di rosa e viola.

L’alba dal terrazzino del monolocale,* sulla striscia di mare che si vede oltre il giardino fiorito, è un’ungarettiana Mattina.

Le montagne, guardate dal mare, dal centro dell’arco della lunga spiaggia, sembra che mi avvolgano, chiudendo fuori i brutti pensieri.

Beatitudine.

Non so fare di meglio. A volte le parole non sono abbastanza.

 

 



Oltre la spiaggia principale, ad est ci sono altre due calette: alla più lontana si accede tramite una scalinata ed è la meta preferita dei turisti nordici, l’altra, dove sono ormeggiati i gozzi,  è luogo di ritrovo dei pensionati. 





C’è un grande albero sotto il quale prendono posto, signori e signore, sulle loro sedioline pieghevoli a cofecchiare dopo aver cofecchiato a lungo in acqua, tutte e tutti rigorosamente coi cappellini. 

Con l’arrivo a goccia dei vecchietti, ho sbaraccato, anzi, sono stata spinta a sbaraccare. Abusiva, intrusa.  

Al loro posto avrei fatto lo stesso. 


Tutta la zona  vicina a Zakros  è bella. 
Ho bypassato Vai, la spiaggia con le palme visitata lo scorso anno, ma sono ritornata a Xerocambos a sud e ho scoperto quelle di Itanos all’estremo est, stampate da poche vestigia umane.  
Mare trasparente come aria. 
[il mare è mio, tutto mio, tutto mio]
Ad Itanos c’è un sito archeologico sommerso e uno sulla collinetta. Ci sono squadre di archeologi che scavano ancora. 
Tre le calette dominate dalla antica città minoica: una è per nudisti, e il sentiero tra i rovi  per raggiungerla è un pochino arduo. L’altra,  paralia Erimoupolis, l’ho vista solo dall’alto. Già arrampicarmi sulla collinetta, guardare e pensare a discesa e risalita a 40°, mi ha convinto che la migliore è quella più vicina al parcheggio, più comoda da raggiungere, con grandi alberi a fare ombra. 
Cerco il nirvana senza martirio.


Heraklion, da dove partirà l’aereo di ritorno, è davvero lontana, in tutti i sensi. 
Per gettare un occhio su un pezzetto di Creta non ancora visto, ma soprattutto per evitare il trauma [lo scorso anno il passaggio da quiete e silenzio a disorganizzazione e burdello fu brutale], gli ultimi due giorni di vacanza sono di riadattamento agli assembramenti. 
Agios Nikolaos. 
Naturalmente il traffico e l’incubo parcheggio, naturalmente la teoria infinita di negozietti di souvenir e di baretti, taverne, ristoranti. 
Per chi ama sia la movida che il mare bellissimo è un’eccellente località. 
Le spiagge cittadine sono  tutte attrezzate con file di ombrelloni oni oni, quella di Kitroplatia ha anche un margine libero di spiaggia  ombreggiata da alberi. 

Sul lungomare di tanto in tanto ci sono scalette e si può fare una tuffatina dagli scogli, ci sono piattaforme di cemento con anche le docce dove si può stare liberamente in ampia compagnia. 
(ah! Kato Zakros, Xerocambos, Itanos, mare mio tutto mio!)
Ma l’acqua ha bellissimi colori, è trasparente e zeppa di pesci. 
Sono rimasta inebetita a guardare una mezzora  un bambinetto di una decina di anni, munito di  filo, amo, pane e formaggio, pescare una decina di pesci tra il via vai dei bagnanti. 
Ammirazione [non sono in grado] e tenerezza, vedendolo tenere i pesci fermi con la ciabatta per tirar via l’amo e rifare il lancio. 
Bello il tramonto dalla pinetina che sovrasta il lago Voulismeni, il rosso che brucia le case e le riflette sull’acqua.
Sulla cappella dei pescatori, bianca bianca incastonata nella montagna, nutro dubbi di autenticità. 
Nessuna menzione della chiesa nelle guide del sito  e dell’ufficio del turismo. Probabilmente la grotta, rimessa di reti per i pescatori, è stata chiusa da una “facciata” di chiesetta, con tanto di campana che si può suonare a piacimento.  
Fa scena, comunque. 
E per rimanere nell’ambito dell’inautenticità, non posso esimermi dal dire di Elounda e Kritsa. 

Kritsa era un autentico villaggio cretese. Lo era, penso, fino ad una trentina di anni fa. 
Fino a quando non è iniziata la speculazione edilizia sulla costa. 
(e la vuoi mettere un’escursioncina nell’entroterra, non solo natura - vedi gole - ma anche folclore?)
Adesso è un bel luogo dove fare shopping, anche se la stragrande maggioranza dei negozietti non propone souvenir diversi da quelli che si possono trovare ad Agios Nikolaos o in altre città cretesi. 



Elounda, “località balneare di fama mondiale”, è una moltitudine di resort, costruiti e in costruzione. 
Not my cup of tea.
Plaka beach, la spiaggia più a nord raggiungibile senza sterrati, è stata una delusione enorme. Sullo stretto acciottolato prospiciente la riva incasellate una teoria di ombrelloni e lettini. E sul mare, a galleggiare,  schiuma e bollazze. 
(Ah, Kato Zakros, Xerocambos, Itanos!)
Il tempo di sedersi sul lettino, osservare a destra, sinistra, davanti, la decisione di andare via è giunta repente. 
Qualcosa di wild si trova anche nei dintorni però. A nord, scavallando i monti, c’è  Agios Antonios beach. La strada è panoramica e da tachicardia, tornanti su tornanti senza guardrails, si guarda e si spera di non incrociare nessun’auto percorrente l’altra direzione. 
Naturalmente nessuno, ma proprio nessuno ad Agios Antonios. Scogli e sassolini, il mare talmente agitato da consentire solo una sosta meditativa. 
Wild si, incosciente no. 

Di ritorno verso Agios Nikolaos, si ritenta il bagnetto verso la penisola di Kalydon, dove ci sono i mulini a vento di Poros. 


Sulla spiaggia, quantità industriali di munnezza. Lattine, plastica, bottiglie di vetro, mozziconi, ogni tipo di schifezza. Nel mare schiumazza. 
Decisamente Elounda non è proprio cosa. 
Molto meglio, se si è a Agios Nikolaos, burdello per burdello, godersi le spiagge cittadine: pulite e dalle acque sicuramente più invitanti. 
E’ bello pensare che chi vi risiede possa in qualunque momento della giornata fare una pausa, un tuffetto, una nuotatina e via, nonostante i turisti. 
Rivedo le cinque signore, alle prime luci dell’alba [speravo di poter essere la prima  e unica in acqua] incontrarsi sulla spiaggia di Ammoudi, immergersi nel mare e  chiacchierare galleggiando per quasi un’ora. 
Beate loro, a cui sono concessi tutti i giorni dell’estate. 
I miei dieci giorni – otto di beatitudine e due di vacanza ordinaria – sono finiti in un lampo, accelerato dal marasma dell’aeroporto, uno scotto  pesante da pagare per chi parte da Heraklion. 
Appena sarà pronto il nuovo aereoporto internazionale di Heraklion, a Kato Zakros, locus animae, di certo tornerò.  



*L’accoglienza  e la cura che Katerina riserva ai suoi ospiti è un valore aggiunto alla bellezza del luogo. Non si può che alloggiare qui, allo Yiannis Retreat - Kato Zakros rooms


1 commento:

  1. Spettacolare!!!! Natura stupenda, tramonti mozzafiato! Meraviglia delle meraviglie del Creato.😍😍😍

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