giovedì 23 aprile 2015

#ioleggoperchè...

Je m’accuse. 
Sono un messaggero.
In tempo utilissimo, appena l’iniziativa prese  il via, feci  richiesta di diventare messaggero di #ioleggoperchè. 
Ero mossa da un nobilissimo intento, cuccarmi i 24 libri della collana – pure se in edizione economica,  pensavo,  non potranno mai fare più schifo di quelli della storica collana millelire, e fa niente per i  libri che ho  letto o che possiedo già,  i doppioni  li porterò alla biblioteca scolastica.  
Che delusione quando dopo pochi giorni il pacco di libri fu ridotto a 12 titoli, e che  massima scazzatura quando a distanza di pochissimo ci fu  data comunicazione che avremmo ricevuto  sì 12 libri, ma riferiti a solo due titoli della collana, sei e sei copie, a discrezione della libreria presso la quale era previsto il ritiro. 

Ecchemarina, se mi capitano sei  copie di Acciaio di Avallone  o sei  di Oceano mare di Baricco che cavolo me ne faccio?
Davvero  va a finire ch’ aggia fa il messaggero, e lasciare i libri  in mano a chi,  boh,  li prende e li lancia nella munnezza, o mi butta le jastemmie  che regalo per regalo sarebbe stato meglio un buono caffè o un biglietto della lotteria , o si fa rincorrere manco gli volessi dare una busta esplosiva, o si piglia il libro mi dice grazie e poi se lo va a vendere per 50 centesimi al banchetto dei libri usati. 

Nonostante  legga davvero e pure tanto e   faccia molto più che messaggero nella quotidianità,   penso che  l’iniziativa di #ioleggoperchè - evento straordinario e unatantum -   sia  autoreferenziale assai. 
Lettore chiama lettore, passo. 
Lettore risponde a lettore, pronto.
Dubito fortemente che tanto burdello possa convertire i refrattari per natura o per cultura ad aprire e sciropparsi immantinente un libro, specie se donato ad capocchiam.
Vero è che l’entusiasmo è contagioso, e  può pure darsi che spargendo  centomila semi si ottengano una decina di piantine, però…

Je m’accuse e je m’acquitte. 
Il libraio, introducendomi nello stanzino deposito in cambio di un abbraccio,  mi ha fatto scegliere i due blocchi da sei copie: ho preso libri che potrei far  leggere ai miei alunni, Il cacciatore di aquiloni e Come un romanzo,  e li ho portati nella biblioteca scolastica, la cui dotazione, ad eccezione delle sparute copie che mendico ai rappresentanti , è stabile da anni.  
Non ci sono fondi, non ci sono soldi da  sprecare  (o investire?) per l’acquisto di libri per la biblioteca scolastica, libri ADATTI  a coltivare possibili futuri lettori. 

Poi si dice e si strombazza. 
Eh. 

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