Je m’accuse.
Sono un messaggero.
In tempo utilissimo, appena l’iniziativa prese il via, feci richiesta di diventare messaggero di #ioleggoperchè.
Ero mossa da un nobilissimo intento, cuccarmi i 24 libri della collana – pure se in edizione economica, pensavo, non potranno mai fare più schifo di quelli della storica collana millelire, e fa niente per i libri che ho letto o che possiedo già, i doppioni li porterò alla biblioteca scolastica.
Che delusione quando dopo pochi giorni il pacco di libri fu ridotto a 12 titoli, e che massima scazzatura quando a distanza di pochissimo ci fu data comunicazione che avremmo ricevuto sì 12 libri, ma riferiti a solo due titoli della collana, sei e sei copie, a discrezione della libreria presso la quale era previsto il ritiro.
Ecchemarina, se mi capitano sei copie di Acciaio di Avallone o sei di Oceano mare di Baricco che cavolo me ne faccio?
Davvero va a finire ch’ aggia fa il messaggero, e lasciare i libri in mano a chi, boh, li prende e li lancia nella munnezza, o mi butta le jastemmie che regalo per regalo sarebbe stato meglio un buono caffè o un biglietto della lotteria , o si fa rincorrere manco gli volessi dare una busta esplosiva, o si piglia il libro mi dice grazie e poi se lo va a vendere per 50 centesimi al banchetto dei libri usati.
Nonostante legga davvero e pure tanto e faccia molto più che messaggero nella quotidianità, penso che l’iniziativa di #ioleggoperchè - evento straordinario e unatantum - sia autoreferenziale assai.
Lettore chiama lettore, passo.
Lettore risponde a lettore, pronto.
Dubito fortemente che tanto burdello possa convertire i refrattari per natura o per cultura ad aprire e sciropparsi immantinente un libro, specie se donato ad capocchiam.
Vero è che l’entusiasmo è contagioso, e può pure darsi che spargendo centomila semi si ottengano una decina di piantine, però…
Je m’accuse e je m’acquitte.
Il libraio, introducendomi nello stanzino deposito in cambio di un abbraccio, mi ha fatto scegliere i due blocchi da sei copie: ho preso libri che potrei far leggere ai miei alunni, Il cacciatore di aquiloni e Come un romanzo, e li ho portati nella biblioteca scolastica, la cui dotazione, ad eccezione delle sparute copie che mendico ai rappresentanti , è stabile da anni.
Non ci sono fondi, non ci sono soldi da sprecare (o investire?) per l’acquisto di libri per la biblioteca scolastica, libri ADATTI a coltivare possibili futuri lettori.
Poi si dice e si strombazza.
Eh.
Brava! #io leggo perchè ci sono lettori come te!
RispondiElimina"Come un romanzo" è un capolavoro, secondo me: ottima scelta
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