lunedì 9 maggio 2011

Carinerie

Ci vuole maniera, per stare in piazza. Dal commerciante che grugna e sbotta, che abbonda sistematicamente con il peso (un etto di bresaola - è un quarto, lascio?), che se ne frega della fila e serve ai compari, non ci vado, può pure tenere le pietre preziose al prezzo del sale, non ci vado.
Ma se c'è la cortesia, se ci sono i modi, allora allungo anche la strada.
Ce ne sono, di quelli con le belle maniere. Tanto belle da spiazzare.

Dice, a voce bassissima:
"Posso farle lo scontrino di 130?"
"Eh?"
"Le chiedevo se posso fare lo scontrino di 130 invece di 180."
"Mi scusi, ma perchè me lo chiede? Non dovrebbe fare queste domande, cosa potrei mai  risponderle?"
(penso: ti autorizzo a evadere le tasse, anche il garbo ha un prezzo)
"No, è che lo chiedo ai clienti affezionati".
Mi fa lo scontrino di 180.
Io gli sorrido. Lui meno.
Dubito che la prossima volta sarà tanto gentile.






4 commenti:

  1. E poi te lo chiedono anche con l'aria complice, come se ti facessero un favore. Ma va !

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  2. Più cittadini e meno servi.

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  3. Ma secondo te, dal momento che uno ha avuto regalato certi limoni paesani e perciò da un po' non ne compra, appunto perché sta proprio coperto a limoni, se la fruttaiola chiede "Signò, ma non li prendete più i limoni?", che cos'è? Cioè, è garbo, occhio di riguardo, carineria, oppure è essere traseticci?

    Saluti :)

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  4. Ha ragione Grazia, è questo l'aspetto forse più penoso della faccenda, questa complicità untuosa cui richiamano queste richieste. Brrrr...

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