Davanti all'ingresso, ai piedi dello scalone, quattro ragazzini giocano a pallone.
Il custode, ritto in cima , si accorge dei probabili visitatori, e fa cenno ai maradona in erba di spostarsi.
"ma addò putimm pazzià?" chiede invocando comprensione il più piccolino, dopo averlo raggiunto saltando a due a due i gradoni.
Il custode indica loro il piccolo slargo laterale.
E’ storia anche la costruzione disordinata e scomposta dagli anni ’50 in poi. Senza cornice, restebbe solo la città dei morti.
(ma almeno eliminare le erbacce che prolificano sui tetti antichi, e le lamiere e le parabole su quelli nuovi, eh, non sarebbe una iattura)
Il custode, ritto in cima , si accorge dei probabili visitatori, e fa cenno ai maradona in erba di spostarsi.
"ma addò putimm pazzià?" chiede invocando comprensione il più piccolino, dopo averlo raggiunto saltando a due a due i gradoni.
Il custode indica loro il piccolo slargo laterale.
Il MAV senza scolaresca al seguito - anzi senza seguire la scolaresca - è tutt’altra cosa.
Tempo per guardare, tempo per ascoltare (ohhhh, dai vasi escono le voci che recitano Plauto!!)
Mi è sembrato, il museo, pur nel passo lento e molle, molto più piccolo.
C'è un nuovo allestimento: la schola armaturarum, la casa dei gladiatori, crollata il 6 novembre 2010 a Pompei.
Strano, un museo archeologico interamente virtuale.
Lascia un retrogusto al sapore di Gardaland.
(ai ragazzini piace assaissimo)
Sento che nel museo ci vorrebbero anche le cose, i reperti. La ricostruzione virtuale della schola armaturarum e anche un gladio, o un frammento di affresco - ammesso che si trovi tra le macerie)
Le cose che non ci sono nel museo si reificano nel negozio interno sotto forma di "souvenir culturale" - statuine, cartoline, segnalibri, ma anche conserve dell'area vesuviana e pupazzetti postmoderni (???).
Peccato che il negozio sia aperto anche quando gli addetti alla cassa non ci sono, e la cassa non si può aprire, ma le cose si vendono lo stesso, non sia mai il visitatore se ne vada scontento.
Gli scavi di Ercolano sono a pochi passi. Oltre il portone d'accesso, prima della biglietteria, c'è un giardino pubblico, con fontane, gradinate, piazzali, e il fresco viale alberato (pini, oleandri, piante fiorite) che costeggia gli scavi è come un ponte tra l'antico e il nuovo. Lo sguardo abbraccia le rovine della città romana e le rovine della città contemporanea, rovina antica per rovina nuova, rudere antico per rudere nuovo.
Lascia un retrogusto al sapore di Gardaland.
(ai ragazzini piace assaissimo)
Sento che nel museo ci vorrebbero anche le cose, i reperti. La ricostruzione virtuale della schola armaturarum e anche un gladio, o un frammento di affresco - ammesso che si trovi tra le macerie)
Le cose che non ci sono nel museo si reificano nel negozio interno sotto forma di "souvenir culturale" - statuine, cartoline, segnalibri, ma anche conserve dell'area vesuviana e pupazzetti postmoderni (???).
Peccato che il negozio sia aperto anche quando gli addetti alla cassa non ci sono, e la cassa non si può aprire, ma le cose si vendono lo stesso, non sia mai il visitatore se ne vada scontento.
Gli scavi di Ercolano sono a pochi passi. Oltre il portone d'accesso, prima della biglietteria, c'è un giardino pubblico, con fontane, gradinate, piazzali, e il fresco viale alberato (pini, oleandri, piante fiorite) che costeggia gli scavi è come un ponte tra l'antico e il nuovo. Lo sguardo abbraccia le rovine della città romana e le rovine della città contemporanea, rovina antica per rovina nuova, rudere antico per rudere nuovo.
E’ storia anche la costruzione disordinata e scomposta dagli anni ’50 in poi. Senza cornice, restebbe solo la città dei morti.
(ma almeno eliminare le erbacce che prolificano sui tetti antichi, e le lamiere e le parabole su quelli nuovi, eh, non sarebbe una iattura)
Grazie !!!!
RispondiEliminaBello, come al solito, il tuo racconto.Retrogusto al sapore di Gradaland: dici benissimo,però appena esci trovi davvero gli oggetti, gli edifici,le strade degli scavi di Ercolano e ,almeno qualcosa di più ne sai.E comunque questa è la speranza.
RispondiEliminaMi spieghi,per favore, cosa vuol dire Mav? Museo Archelogico virtuale? Museo arte vesuviana ? Mo'abbiamo visto ? Meloni, affettato, vino ? .... Ti devo dire che io non ne posso più degli acronimi nei musei che ora vanno tanto di moda.Non ce n'è più uno che si chiami con un nome comprensibile:Madre, mambo, mart, mar, macro.....tu dimmi se si capisce cosa uno va a vedere. A presto
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaE avevo scritto un pastrocchio, mò rifaccio.
RispondiEliminaGrazia, MAV è Museo Archeologico Virtuale. Le installazioni e le riproduzioni virtuali non riguardano solo Ercolano, ma anche ville romane di Pompei, Capri, Baia.
(e i fanciulli s'incantano come in nessun museo tradizionale, forse già questo basta)
Che ridere che mi ha fatto Grazia con la sua insofferenza per gli acronimi e per i nomi "artistici" dei musei.
RispondiEliminaE il tuo racconto, come al solito, è bellissimo, talmente vivo e reale che ero lì, e ho visti quei ragazzini che giocavano. O almeno mi è parso.
Saluti affettuosi