venerdì 9 marzo 2012

Zuppa d'occhi


A volte si va in  luoghi  squallidi e orripilanti solo  perché  celano  un ricordo, un’emozione, un sentimento, un tesoro nascosto.
Come quando si entra dentro il dedalo di strade germinate tra ininterrotte serie di palazzine anomime , dentro la pizzeria dal portoncino in alluminio anodizzato,  dentro la saletta con il tetto in lamiera ondulata, senza finestre, posizionata dietro il forno a legna.
E' lì - ogni volta al pensiero si accompagna l'ipersalivazione - che si magna la più roboante zuppa di cozze  mentalmente  concepibile prima di vederla dal vero (dal vivo).
Uno sperlungone fondo di metallo, in cui oltre al trionfo di cozze e vongole e maruzze e pomodorini (appena appena scottati, gnamm) si ergono una matronesca ranfa di purpo e lo scampo e il gamberone. 
E di sotto, annegati nel sughetto che potrebbe ben condire un chilo di vermicelli, dadi di pane fritto. 
Tutto abbondantemente spolverato da una  vampata di peperoncino (che non smorza il sapore di mare) per smaltire la quale occorre minimo un litrazzo di vino.

Di norma,  si è soliti dividere  la zuppa  (nei ristorantini fifì ne caverebbero una decina di porzioni ), soprattutto per far accomodare nello stomaco anche qualche altro sfizietto (fritturina all’italiana, pizza cotta nel forno a legna divisa in tranci).
Conscia del terribile dramma derivante dalla divisione del gambero e dello scampo,  e forte del fatto che nella saletta,   oltre me e la mia amica,  non c’è anima viva, oso proporre una magnata da sfondamento:  una spasella a capocchia, e vaffancapa  che non fa elegante - leccarsi tutte e cinque le dita poi.
[Quanto sono belle le amiche complici]

Nel mezzo dello strafogamento, spunta una faccia conosciuta .
“Uèèè, ciao, son mille anni che non ci vediamo, che fai qui?”
 “Sono con un’amica,  mangiamo qualcosa insieme “
(e meno male che non stavo con l’amante)
“ Sto facendo fare le pizze, poi le porto a casa  - e mentre strabuzza gli occhi aggiunge -  azz,  una zuppa di cozze intera per una?!??”
Ho mal digerito per  tutta la notte.
(Le cozze e il peperoncino e lo stomaco mio non c’entrano niente.
Valgono più gli occhi che le scoppettate, diceva la nonna mia)

5 commenti:

  1. La salivazione m'è aumentata a dismisura e gli occhi miei, pur non vedendo il piatto, sono assai bravi ad immaginarlo. Cozze, vongole, telline, arselle, gamberoni, cicale di mare, mazzancolle, scampi, lumachelle e chi più n'ha più ne metta! Sì, lo ammetto, ho una vera e smodata passione per tutto questo. Un amico mi ha addirittura raccontato che esiste una teoria scientifica che abbinerebbe la predilezione per i molluschi e i frutti di mare al gruppo sanguigno, con relativa identificazione delle aree geografiche di origine delle popolazioni da cui discendiamo. Non me ne importa granché della genetica, ma so che io ci vado matto per tutti i componenti di quella zuppa e sento l'irresistibile impulso di procurarmene qualcuno per stasera...

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    1. zero negativo. (dico per le statistiche a sostegno della teoria scientifica)

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    2. zero positivo
      spalluzza

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  2. La zuppa di cozze è bbuona assai.... :)
    alla faccia dell'intruso....

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  3. Di' la verità: tu sei Montalbano travestito da prof.ssa napoletana.
    (i gusti culinari so' quelli)

    Azz, so' anonimo. E mo' capisci chi sono... ;)

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