Le coincidenze.
A volte sono davvero sorprendenti.
Negli ultimi 3 giorni ho letto due libri che, in un modo parziale e comunque in modo diverso, hanno a che fare con la lotta partigiana, con la Resistenza.
Niente di voluto o di cercato, davvero è solo il caso che me li ha posti davanti.
Ida, giovane sarda ospitata a Roma dalla sorella e lì bloccata dalla guerra, diventa staffetta, con la paura nel cuore e nei piedi, perché non c’è altro da fare.
E’ la protagonista del libro dell’esordiente Paola Soriga, Dove finisce Roma.
Francesca Edera De Giovanni è la prima donna partigiana uccisa dai fascisti, al muro.
E’ una delle sette “vite inestimabili” di cui racconta Pino Cacucci nel suo ultimo libro, Nessuno può portarti un fiore, ed è la vita che ho trovato più inestimabile.
Come quella di Ida.
Non sono eroine.
Dice Cacucci: “Forse ti farebbe sorridere, quel poco di retorica che accompagna tante lapidi, a te che sei diventata partigiana per voglia di vivere, e non di sacrificio.”
La Memoria è una cosa da vivere, non da ostentare.
(La voglia di vivere non si esprime con le chiacchiere)
Maledetto il popolo che ha bisogno di santi e di eroi (e di retorica e di parate e di celebrazioni).
E poi dorme.
A volte sono davvero sorprendenti.
Negli ultimi 3 giorni ho letto due libri che, in un modo parziale e comunque in modo diverso, hanno a che fare con la lotta partigiana, con la Resistenza.
Niente di voluto o di cercato, davvero è solo il caso che me li ha posti davanti.
Ida, giovane sarda ospitata a Roma dalla sorella e lì bloccata dalla guerra, diventa staffetta, con la paura nel cuore e nei piedi, perché non c’è altro da fare.
E’ la protagonista del libro dell’esordiente Paola Soriga, Dove finisce Roma.
Francesca Edera De Giovanni è la prima donna partigiana uccisa dai fascisti, al muro.
E’ una delle sette “vite inestimabili” di cui racconta Pino Cacucci nel suo ultimo libro, Nessuno può portarti un fiore, ed è la vita che ho trovato più inestimabile.
Come quella di Ida.
Non sono eroine.
Dice Cacucci: “Forse ti farebbe sorridere, quel poco di retorica che accompagna tante lapidi, a te che sei diventata partigiana per voglia di vivere, e non di sacrificio.”
La Memoria è una cosa da vivere, non da ostentare.
(La voglia di vivere non si esprime con le chiacchiere)
Maledetto il popolo che ha bisogno di santi e di eroi (e di retorica e di parate e di celebrazioni).
E poi dorme.
Maledetto il popolo che ha bisogno di santi e di eroi (e di retorica e di parate e di celebrazioni).
RispondiEliminaE poi dorme.
Condivido... Si pensa che retorica e celebrazioni possano avere la capacità quasi "magica" di svegliare i disattenti, i distratti e gli indifferenti; invece rischiano di rendere più profondo il sonno.
I valori vengono compresi soltanto quando ci si trova a viverli, e a vivere per difenderli.
Buon 25 aprile...
Condivido anche io!!!
RispondiEliminaNo comment ! Oggi ho solo una gran tristezza
RispondiEliminaDue belle letture in concomitanza di una festività importante per la Resistenza italiana....
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