domenica 26 agosto 2012

Fenici, cozze e scogli.


Oggi avrei dovuto fare clic.
Tasto su off. 
Avevo deciso. E poi no, ho controdeciso. 
Anzi, non ho mai veramente deciso un corno.
Avevo deciso prima perché costretta da una situazione, ho deciso adesso perché costretta da un’altra situazione.
Chissà quanto conta davvero il potere della volontà nelle scelte, o non dipenda piuttosto dal contorno, dal contesto, dall’entropia del caizer che manda affancapa tutti i piani e i progetti.
[Chissà quanto dipende dalla paura del cambiamento]

Una è la fenice. 
Bella la fenice, muore e rinasce dalle sue ceneri. 
Non teme che il suo sfolgorante piumaggio possa restare per sempre un mucchietto di cenere grigia,  la catarsi del fuoco la rinnova e la rinvigorisce.
Lui lo faceva sempre, di punto in bianco, cancellava tutto,  scompariva, e poi ritornava, uguale ma diverso. 
Ho sempre guardato con una discreta forma di invidia questa capacità di annullarsi per risorgere.
(Mi difetta il senso dell’eternità)
L’altra è la cozza. 
Brutta, la cozza, azzeccata allo scoglio. 
Fuori dall'acqua, la superfice opaca ricoperta di grumi bitorzoluti la rende pietra su pietra. 
Ma basta un’onda (una carezza salata, uno spruzzetto, uno scherzetto), e il nero involucro riluccica. 
E dentro, pulsa l’osceno gonfio cuore giallo.
Staccata dallo scoglio  si apre si dissecca e muore.
Non risorge, la cozza, no.

Sono proprio cozza, non fenice.

3 commenti:

  1. Cozza o fenice, l'essenziale è che quel tasto tu non l'abbia premuto. Non mi piacerebbe una vita fatta di cancellazioni.

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  2. Concordo con Grazia! Ad ogni modo le cozze è meglio mangiarle prima che si dissecchino al sole, il loro cuore osceno è una prelibatezza. Mentre di una Fenice arrosto non saprei che farmene, soprattutto per la difficoltà di scoprire il giusto punto di cottura un attimo prima che s'incenerisca per poi risorgere... cruda!!!
    :)

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  3. Mi associo ai due amici sopra, io adoro le cozze!!! :)

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