sabato 17 novembre 2012

Come fai fai...


"Devo parlare con lei, signora. Ma non oggi, domani."
Lei è la madre di F.
F. è  una ragazzina difficile, e da un po’ è molto più irrequieta del solito.
(borderline, si dice)
Sua madre  non l’avevo mai vista in due anni.  
E’ venuta  a portare la torta per far festeggiare a scuola i 14 anni di sua figlia.
Il giorno dopo, la incontro.
Mi chiedo  come mai sia venuta.
(non credevo lo facesse)
Comincia dicendo : "'O saccio, chell ca mi vulite dicere. Se F. fa cose che non stanno bene, io dico hai ragione, devi sputare in faccia a tutti quanti." 
Continua a parlare per un’ora. 
Non di F., di lei. 
Ogni pensiero  è concluso  da una  sputazzata in faccia:  all’ex marito, all’ex compagno, alla madre, alle sorelle, agli assistenti sociali, al sindaco, ai politici. 
Al padreterno  poco ci manca, è religiosa  la signora, intervalla le sputazzate con citazioni bibliche. 
Mi dico che è inutile parlare:  il problema di F. è sua madre.
Soprattutto quando scopro che è in procinto di partire per l’Inghilterra. A cercare fortuna. Da sola.
(non so se sia più squilibrata o disperata)
“E F.? non c’è una zia, una nonna, una cugina, una vicina di casa che si prenda cura di lei?”  
La risposta è sempre che c’è da sputare in faccia.

F. resta da sola, con il fratello poco più grande che lavora e a casa non c’è mai e quando c’è a volte la mena. 
A 14 anni si prepara il pranzo, la cena, si lava le mutande e se si sveglia  di notte non ha nessuno che la scuota dai brutti sogni e se e se. 

Se non viene a scuola, come tutti i suoi compagni , chè quando c’è sciopero dei docenti c’è il filone degli studenti, si fa la giustifica da sola. 
Compila la pagina del  libretto e la firma. 
“Mamma a casa non c’è.”

Vorrei proteggerla, vorrei difenderla, vorrei prendermi cura di F.
Ma se faccio  relazione ai servizi sociali, F. non avrà neanche più neanche il suo letto in cui dormire e nemmeno le amichette di scuola con cui parlare al mattino.

Qualunque cosa si faccia, o si possa fare (qualunque cosa io faccia, o possa fare),  è sbagliata. 

2 commenti:

  1. Hai ragione: il rischio è di sbagliare qualunque cosa si faccia.
    Si rimane con un groppo alla gola e la voglia grande di proteggere F., portarsela via e abbracciarla stretta, stretta. Ma non serve, lo so.

    RispondiElimina
  2. Non è difficile cogliere che la pazzia (oggi lo chiamano disagio) delle madri (o dei padri) distrugge il futuro dei figli. Il peggio è che non si sa come aiutarli davvero.
    Storia tristissima, e purtroppo ne sento diverse da un'amica che è insegnante di sostegno.

    RispondiElimina