domenica 5 maggio 2013

...che ne è del resto?

In principio fu una domanda.

“Se è così, se possiamo vivere solo una piccola parte di quanto è in noi, che ne è del resto? “
Sparata a bruciapelo, che ne pensi? 
E che ne pensavo. 
Spreco, niente -  risposi.
In realtà pensavo che la domanda fosse una strunzata . 
Si vive di fatto, non in potenza. 
Il resto sono solo pensieri. 
(non sono filosofa e certe volte ne farei volentieri a meno, dei pensieri.)

La domanda è una delle millanta che sono racchiuse nel libro “Treno di notte per Lisbona”. 
In genere non leggo mai un libro poco prima di averne letto commenti, giudizi, recensioni. 
Temo i condizionamenti. 
Vabbuò che mi basta poco per scordarmeli. 
Dopo una settimana già si  è definita una tabula rasa e quello che resta è la vaga sensazione che  mi piacerebbe o non mi piacerebbe leggere il tale libro. 
(dopo 15 giorni scompare anche quella)

Del libro da cui  aveva tratto la domanda mi  ha detto peste e corna, e poi  mi ha passato il pdf. 
“non devi mica ciucciartelo tutto, magari solo qualche paginetta per farti un' idea.
capace pure che ti piace, eh!, e che quello privo di zenzibbbilità narrativa so' io.”
Bel regalo, grazie, infinitamente grata.
Fossi capace di abbandonare un libro, mi resta sempre lo scrupolo di coscienza.
(ah, non sempre è facile esercitare i proprio diritti, Monsieur Pennac)
E allora, dopo averlo letto, * servendomi  da pagina 90  della lettura veloce (leggi un rigo e ne salti nove, senza perderti assolutamente niente), e avendolo trovato di una pretestuosità  abnorme, mi chiedo:
Sarò mai stata condizionata dal suo giudizio? Avrò fatto  bene a compensare la sua valutazione con un'abboffata di commenti entusiastici e mielosissimi? In che modo riusciamo a discernere  il buono dal cattivo,  in maniera  istintiva o perché non siamo altro che  sostenitori di miscugli di pregiudizi preconfezionati  a cui aderiamo per convenzione, per simpatia, per imposizione? Esiste il libero arbitrio? E il giudizio incondizionato?

Vabbuò.  E’ meglio se me ne vado a fare una passeggiata. 
No, una ruzzliata.  
No, una telefonata a quell’amica  che mi introna la capa di chiacchiere e mi libera dalle mie. 




* il commento qui.
http://poostiiilleee.blogspot.it/search/label/Treno%20di%20notte%20per%20Lisbona

3 commenti:

  1. Ecco, ad esempio:“Esiste Un mistero sotto la superficie dell’agire umano? Oppure gli uomini sono tali e quali ce li mostrano le azioni, così come esse si manifestano nella loro evidenza?"

    Risposta:"Stupido è chi lo stupido fa!" (Forrest Gump)

    Le domande filosofiche prestano sempre il fianco alle pernacchie.
    :)

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  2. Ho visto il film e l'ho subito dimenticato. Anzi, me lo sono scordata già mentre lo vedevo. Di leggere il libro, con tutte le domande accluse, non ho nessuna voglia. Penso che mi basterà la tua recensione Quanto alle questioni filosofiche, ha ragione Ruhevoll!...

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