giovedì 6 dicembre 2012

Storia di A.


A.  è una mia collega.
Non è una  vecchia zitella acida, senza interessi al di fuori di.
(ha un marito ed è mamma chioccia)
Eppure il giorno libero lo  passa  a scuola,  metti che ci sia bisogno di una mano.
I ragazzini con disabilità più gravi li segue lei.
Fa progetti di teatro e non si risparmia: si industria come sarta per cucire i costumi,  lavorando a casa;  dipinge le scenografia nel garage di una parente assoldando figli e nipoti.
[Progetti pagati  forfettariamente 20 ore, e solo quelle pomeridiane trascorse con i ragazzi sono almeno il triplo]
Si prodiga così tanto che le si perdonano  quel “ma stamm facenn  la fila per il gabinetto?” in coda per visitare la tomba di Dante a Ravenna  -  in un viaggio scolastico di quelli fatti come sempre amor dei et pueris, 4 giorni  e  3 notti di responsabilità non stop senza neanche un gettone di presenza e senza neanche poter recuperare il giorno libero perduto -  e la dialettofonia.
.
Stamattina  è arrivata presto come al solito: il volto e le mani completamente  bruciati.
Niente più sopracciglia, ciglia, peli del naso.
Dalle ustioni sulle guance e sul naso,  siero e sangue colanti; le mani piene di vesciche.
(ieri sera la cucina ha fatto una vampata di fuoco)
Le è stato impedito  di entrare in classe, è stata costretta ad essere accompagnata in ospedale.
Oggi pomeriggio   era di nuovo a scuola.

Quella degli  insegnanti  è  una delle categorie professionali più a rischio di burnout.
(Il signor Ministro le dovrebbe sapere certe cose, prima di sparare cazzate sui professori  che non tengono genio di lavorare sei  o due ore in più, tanto che differenza fa)
Ci sono casi in cui si  trovano  manifestazioni di segno opposto alle sintomatologie da burnout:  eccessivo  attaccamento, presenzialismo,   vocazione missionaria.
Anna ne è un esempio.
(Caso psichiatrico anch’esso)

Stanotte farò dei brutti sogni, lo so.
(E immagino i  sogni dei ragazzini)

1 commento:

  1. Forse troppo presenzialista la tua collega, ma, certo la scuola (come ogni ente pubblico) sembra basarsi ormai quasi solo sulla buona volontà e il volontariato. E questo mi fa paura...

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