mercoledì 16 ottobre 2013

Controiatture

Lo avevo già visto da queste parti, negli ultimi anni, sempre con lo stesso effetto straniante. 
Non è certo la stessa cosa vederlo in azione  nella periferia urbana tra i palazzoni di cemento e il plexiglass piuttosto  che tra i vicoli del centro storico. 
Erano state le urla, gli strepiti, il clangore metallico di una mazza battuta, a spingermi alla finestra. 
Passava, con la sua mise trasandata, la giacca larga larga nera, certe scarpacce nere, i pantaloni neri così lunghi da fare plissè sulle caviglie, il cappellaccio,  l’ambaradan di corni appizzati sui baveri  e l’incensiere che dispensava fumo e puzza. 
Si fermava in ogni negozio,  dal merciaio, dal pasticciere, dall’assicuratore, dal tatuatore, dal giornalaio (e poi non ne vedo più dalla finestra), e immagino che nessuno gli abbia mai negato qualche spicciolo per  il suo straordinario servigio di scacciare il malocchio, la sfiga, la crisi. 
L’uomo della crisi. 
Oggi l’ho visto in piano, non dall’alto. 
Mai così da vicino. 
Era in un bar, a sciorinare  alluccando come un pazzo furioso scongiuri e controiatture,  mentre roteava la caccavella con l’incenso. 
E mannaggia alla morte che m’è venuto scuorno di entrare, posare l’ombrello grondante che nel frattempo ci stava l’iradiddio della pioggia, tirare fuori il cellulare nuovissimo che sicuramente fa anche le fotografie belle ma non so come si usa e avrei fatto sicuramente una quindicina di figure di merda contemporaneamente,  che almeno il particolare del cappellaccio avrei dovuto immortalarlo per sempre. 
Sul cappello stamattina si ergeva  fiera una tigre. 
Una tigre di peluche.
[Una tigre di peluche??]
Eh. 
Chiossape quanto fa la tigre nella smorfia. 
[ chiossape quali traslati simbolici tiene la tigre, che forse una ciucciuettola ci sarebbe stata meglio. 
Un poco di serietà, e che diamine!]

1 commento:

  1. Una tigre di peluche? Mi sembra troppo tenera per affrontare la crisi!

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