sabato 17 ottobre 2015

Respiro, Winton Tim.

Oltre al gioco del camminare ad occhi chiusi che facevo da bambina, ce n'è un altro che faccio ancora.
Trattenere il respiro. Tanto, più a lungo che potevo, fino a diventare quasi blu. 
[una forma di controllo e di dominio sul corpo]
Ora solo quando sono in macchina e mi rompo le scatole in modo esponenziale. 
Dura pochissimo, chè nei polmoni neri di fumo la quantità di ossigeno che riesco a trattenere è davvero un soffio.   


"Arriva con Jodie.  Non c’è nulla che possano fare. 
La madre ha tagliato la corda, l’ha lavato e l’ha sistemato sul letto. 
“Non credevo che mi avrebbe fatto quest’effetto.
Che cosa? 
E’ il mio primo suicidio, mormora.
Già, non era un bello spettacolo. Però, non si tratta di suicidio.
Cristo, Bruce, hanno dovuto sfondare la porta e tirarlo giù. Il ragazzo si è impiccato. ”

E’ il primo capitolo del libro Respiro di Tim Winton.
Non è un giallo, non è un poliziesco,  ma il perché dell’asserzione di Bruce  - non si tratta di suicidio - lo si capisce solo alla fine. 

Dal ritrovamento del cadavere, Bruce comincia un’immersione nel passato, fin nell’occhio del ciclone dell’adolescenza, quando  l’incontro con un ragazzo di poco più grande,  Loonie,  e poi con Sando e Eva, cambiano il suo modo di “pensare” la vita.  
Giocare a chi trattiene di più il respiro sott’acqua. 

Cavalcare l’onda: il surf, ma non solo.
Era così strano, vedere degli uomini che facevano qualcosa di bello. Qualcosa di insensato ed elegante, che non avrebbe attratto l’attenzione o l’interesse di nessuno. A Sawyer, un paesino di tagliaboschi, operai e contadini, con solo un macellaio e un impiegato di banca. La gente era abituata a fare cose solide e pratiche, usando soprattutto le mani.

Fare qualcosa di straordinario,  sfidare la paura, il dolore, le leggi della gravità. 
Sfidare la morte  per avere il potere assoluto sulla e della vita.


… quando sei giovane hai la sensazione che la vita ti renda impotente, trascinandoti sempre indietro verso la stessa sequela di respiri, in un’eterna capitolazione alla routine biologica, e che il desiderio umano di assumere il controllo sia legato alla capacità di affermare il proprio potere  sul proprio corpo almeno quanto sulle altre persone.”

Non solo l’onda ha un punto di rottura. 


A margine.
Tim Winton,  scrittore australiano pluripremiato in patria e anche all'estero, è davvero poco letto in Italia .
[L'Australia è lontana. Invece l'Ammmerica sta dietro l'angolo.]  



2 commenti:

  1. Io, per dire, non l'avevo mai sentito nominare. In quanto al trattenere il respiro, l'ho fatto in piscina per un po'. Più per paura che per gioco. Prendo nota dell'australiano.

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  2. E lo pubblica Neri Pozza per giunta. Sono troppo ignorante.

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