martedì 3 maggio 2011

Eccetera e ...........

Era una buona tattica, credevo. Mi rompevo di scrivere e arronzavo il tutto schiaffando un eccetera un rigo sì e un rigo no.
Lo facevo soprattutto  quando non avevo altro da aggiungere, quando non sapevo  cosa avrei dovuto o potuto aggiungere, fino a  quando  la maestra del pleistocene non mi fece un cazziatone smisurato, una volta che gli eccetera erano quasi più delle altre parole (beccata con le mani nel vasetto di marmellata, sgamata, fine del gioco)

Eccetera per non dire, per non continuare, per sottendere.
Non si usa più adesso.
Fuori moda.
Troppo brusco, troppo netto, una chiusura troppo rigida (anche il suono è sprucido).
Ma le umane risorse sono infinite.
Prima di tutto, garbo. E non far mai capire che non si ha voglia di dire  e soprattutto che non si sa cosa dire.
Nello specifico, la risorsa infinita è costituita dai puntini di sospensione. Puntini sospensivi.

Ecco, ora ci si  ferma. Non si dice più, si sospende il pensiero,  quasi nvitando chi legge a cogliere le infinite suggestioni che il vuoto può trasmettere. Che  pensi quello che  vuole, che  diventi muto creatore di senso. (mannaggia all'ermeneutica)
Colpa di chi legge, se non riesce a pensare niente, i puntini sospensivi hanno  lasciato la porta aperta, tanti  sassolini neri lungo la strada - e infatti  non sono mai in numero di tre come la grammatica e i puristi dell'accademia della crusca prescrivono -  ma sono una scia lunga, a volte lunghissima, una traccia silente che vorrebbe sottendere chissà cosa chissà quanto chissà. (............... . . .  .   .     .

Il cazziatone ebbe il suo effetto (mazz e panelle fann 'e figli bell)
Da allora dico o non dico. So o non so. Non baro.
Detesto i puntini sospensivi.
Inorridisco di fronte alle catene infinite di sospensioni che si "ammantano" silenziosamente di profondissime verità.
Ineffabili pensieri.




6 commenti:

  1. Volevo scriverti qualcosa ma ........per ora......sospendo....forse........
    Omissioni : bella anche l'etichetta....

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  2. E io lo sapevo.
    Lo avevo previsto, Grazia :)

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  3. Pensavo di essere la sola ad essere insofferente di fronte alle sterminate distese di puntini disseminate spesso a coprire il vuoto pneumatico del pensiero.
    Ora mi so in ottima compagnia.
    Saluti!

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  4. La penso come te, con il distinguo delle eccezioni. Ci sono i casi in cui ci stanno anche bene; la loro allusività qualche volta può essere simpatica.
    La condizione è che il senso a cui alludono sia evidente per chi legge. In certe comunicazioni private, per esempio.
    Spesso rientrano nella categoria "reticenza" con l'aggravante dell'imbroglio. "Non solo non dico e ti lascio pensare quello che vuoi, senza farmi coinvolgere, ma ti induco a farlo, seguendo i sassolini che ti metto, senza indicare la meta".
    Il vuoto di pensiero è il movente meno grave. E ho detto tutto. Abolibili.
    Gil

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  5. Se c'è il vuoto del pensiero è meglio cioncarsi le dita, imho. Propriamente parlando:)

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  6. "Non usate puntini di sospensione, punti esclamativi, non spiegate le ironie. O elaborerete un brano nebuloso intessuto di timidezze, sobbalzi e sorrisetti di scusa. Anzitutto evitate l'uso dei puntini di sospensione per avvertire il lettore 'attento che ora la dico grossa!'. Puerile. Il condensato dei cattivi vezzi dello scrittore dilettante. E' buona regola parlare di ciò che si sa dire, chiaro e a bassa voce. Se direte cose importanti farà più effetto."
    Umbero Eco

    parole sante.
    (eccezionalmente, proprio se non si può fare a meno di sospendersi, che siano non meno e non più di tre)

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