domenica 18 settembre 2011

Il lavoro rende liberi

"L'orario di visite ai degenti è consentito dalle ore 13:00 alle ore 15:00 e dalle ore 18:00 alle ore 19:00.
Ai degenti dell'Azienda Ospedaliera è garantita l'Assistenza Religiosa. E' anche garantita l'assistenza sociale in tutti i reparti."

A meno che il paziente non abbia bisogno di assistenza continua, si sottintende. Perchè in tal caso si chiude non un occhio, ma tutti e due. Anzi, la presenza continuativa del parente (ma che sia rigorosamente uno, e uno solo) è molto più che ben vista, e in caso di impossibilità ci si rivolga pure al servizio di assistenza a pagamento (nell'ospedale, 50 euro dalle 8 del mattino alle 8  di sera e altrettanti per il turno notturno)
Bisogna far salvo il lavoro degli infermieri, dar loro modo di lavorare.  
Tuttavia  mi vien difficile definire quale sia il loro lavoro, considerato che:
- dopo ripetuti inviti a misurare la temperatura, giunge, egli l'infermiere, e piazza un termometro in mano al parente del degente.
-  dopo che il parente del degente ha misurato la temperatura e rilevato che il termometro segna 39° , egli l'infermiere valuta la situazione e, sfinito dalle pressioni continue, consegna due tachipirine al parente dicendo "se il paziente non le ingoia, sbriciolatele nel cucchiaio e fategliele bere con un poco d'acqua"
-  dopo mezzora dal momento in cui il paziente è stata lasciato solo (a volte si è difettosi nel darsi  il cambio nell' assistenza parentelare - notte giorno di alternanze non stop per un totale di ore 72 - "la sedia a sdraio di giorno non si può tenere in reparto, la piegate e la mettete in quella stanzetta là") l'infermiere telefona al parente del degente invitando ad essere veloci nella sostituzione, perchè "il ricoverato  si agita e non putimm faticà"

Sbaglia chi dice che il lavoro (degli altri)  è una missione.
 Il lavoro non è missione, è lavoro. 
Appunto.

4 commenti:

  1. Ma s' po' vivere accussi'?
    Camma fà ?
    Pier

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  2. La situazione non è diversa in altri ospedali e in altri paesi.Io mi sono spesso (non sempre, per fortuna) scontrata con gli infermieri. Forse il loro lavoro è talmente alienante che una certa protervia con i pazienti( e i parenti) è la loro forma di difesa. Forse è la loro maniera di non cedere alla compassione e di reimporre le leggi della vita. Chissà ?

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  3. Storie di ordinario orrore.
    Per fortuna riscattate da altre storie popolate da infermieri più umani e meno screanzati e da medici che non si limitano a svolazzare per le corsie gettando appena un occhio sulle cartelle cliniche dei pazienti (sui pazienti l'occhio non arriva nemmeno, figuriamoci la parola).
    Non c'è di che stare allegri, comunque.

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  4. fotografia purtroppo molto reale e purtroppo molto diffusa, ma... MA gigantesco, conosco situazioni inappuntabili di gente che si fa il mazzo tanto e fa il suo lavoro in ospedale in modo ineccepibile, anzi di più.
    Questi tanti o pochi che siano meritano che qualcuno lo dica e non siano infilati nel pattume diffuso e del marciume che impera.

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