venerdì 11 novembre 2011

Specchio, servo delle (altrui) brame

Si muovono veloci le sue mani, rapide, esperte, zruum zruum.
Tento faticosamente, come al solito, di seguire le parole del libro che mi ostino a tenere aperto mentre la parrucchiera mi inciarma 'ncapa.
Improvvisamente si ferma, lasciando le mani e la spazzola a mezz'aria.
Mi guarda.
Interrompo la finta lettura.
Si avvicina, mi punta gli occhi in faccia, stranita.
- Che è? - dico, guardandomi nel megaspecchio che ci contiene entrambe.
Indica con il manico della spazzola un punto, collocato approssimativamente sulla fronte.
- Che è? - ridico, allarmandomi.
[Un'ustione, una bruciatura, oddio, non ho sentito dolore, sono diventata insensibile ]
- Un capello bianco.
Mi osservo.
- Ehhh, figuriamoci, e che sarà mai! Uno solo?
- Ma è sul sopracciciglio!

Mi azzecco allo specchio. Cazzarola, ha ragione.
Un capello, quale pelo,lungo lungo, bianco quasi trasparente, la radice fissata al centro del sopracciglio.
E quando mi è spuntato??
Eppure, almeno tre volte al giorno, quando mi lavo i denti, nello specchio mi ci vedo.
(Vedere senza guardare, specchio senza brame)

3 commenti:

  1. Ahi, ahi, ahi! Il sopracciglio è traditore.
    Vedere senza guardare: ti capisco.Quando davvero mi guardo, ho un attimo, uno solo,di consapevolezza e, poi, velocemente torno a velare lo sguardo.Per me è molto meglio così.

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  2. Titolo della Recinzione di Barney: Il peggio deve ancora venire

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  3. qui si esagera!
    :-)
    spalluzza

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