mercoledì 5 marzo 2014

La fine non è nota.

Da altri luoghi si soffia sul fuoco che non ha avuto manco il tempo di diventare  cenere  assopita.
Chi era Goeffrey Holiday Hall, l'autore del libro "La fine è nota", la cui identità mi ha intrippato il cervello?


C’è chi dice di sapere chi si nasconde dietro lo pseudonimo di G. H. H.
G. dice che è lui, non c’è alcuno pseudonimo.
(ma chi sia stato, dove abbia abitato, che lavoro abbia fatto per vivere, etc etc, comunque resta un mistero)
L.  sostiene che “è scritto sotto pseudonimo da mia zia Mariuccia di cui solo io conosco il nome” (ma L. è uno sfuttitore).
Altri dicono che sia Faulkner (Faulkner? Forse per Jessie la Matta, e le colpe dei padri che ricadono sui figli, e la gente delle montagne, ma mi pare più probabile l’ipotesi che sia zia Mariuccia)
D. sostiene che sia Nabokov, la cui confessione autografa sarebbe apposta su copia della  prima edizione  in possesso di un libraio inglese.
(urgono esame grafologico, ed esame del palloncino  al suddetto Nabokov al fine di verificare il livello etilico)

V. invece rimanda palla a questo sito:


Insomma, il ragionamento fila ma fino ad un certo punto.
La foto è autentica, ma davvero è la foto di qualcuno che vuole a tutti i costi mantenere l'anonimato?
Ah, bei tempi quelli in cui il nome e non la faccia ti connotava!
(aspè, fammi vedere la foto e ti dico se 'o saccio)
Oppure è un tiziolaqualunque, appiccicato lì, che lo sapesse o meno, cosa importa, magari un immigrato  proveniente dall'est Europa, che non spiaccicava manco una K di inglese, che non avrebbe potuto rivendicare il proprio diritto all'immagine manco se l'avesse voluto, altri tempi, quelli. 
Risalire al fotografo, Gene Moore, per carpire informazioni, pure mi pare una cosa complicata assai.
(I morti non parlano. E anche se non fosse morto, insomma)
E la nota biografica potrebbe essere benissimo un insieme di notiziole fuorvianti e menzognere. 

Dunque, altro che pezzi del mosaico. Si è sempre al punto di partenza. 
Boh. 
E l'intrippo continua. 




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