Cambio sipario.
Sull’autopista che collega Barcellona a Saragozza un cartello indica che ci si approssima al meridiano di Greenwich.
Un arco segna la linea immaginaria.
Eh, capita di emozionarsi anche per una cosa simile.
(Concretizzare le astrazioni, il passaggio dall’Est all’Ovest)
Così come repentino mi era sembrato il mutamento di paesaggio tra Francia e Spagna, tale mi è parso il cambiamento allontanandosi da Barcellona.
Tori che un tempo pubblicizzavano i vini Osborne, ora la Spagna intera.
Nelle piane, vitigni.
Tantissimi.
Ah, il tinto!
Poco prima di arrivare al campo base, un delizioso e ospitalissimo albergo a Francavilla di Navarra, per la prima volta vedo filari di viti preceduti da piante di rose: tutte fiorite, rosa, gialle, rosse, arancioni.
Penso che abbiano solo una funzione estetica, eppure mi chiedo perché proprio le rose, per quanto bellissime.
Un viticoltore lunigianense che invece la sa lunga, mi dirà poi che è usanza comune (eh, vedi a frequentare solo asfalto e plastica), e che la rosa funge da campanello di allarme per funghi e malattie, in quanto come la vite è soggetta agli stessi “pericoli”.
Il primo della fila è anche il primo a “cadere” (come i soldati).
Castildetierra |
Il passaggio dal caos moderno di Barcellona al silenzio esteso di Bardenas Reales è straniante.
Bardenas Reales è molto di più della sua immagine/pubblicità, è molto più del Castildetierra, una montagnella che sembra assemblata con la sacca del pasticciere, sormontata da un cocuzzolino (la ciliegina sulla torta.)
Un tempo, si dice, c’era una statua di Madonna, sulla cima).
Bardenas Reales |
Bardenas Reales è uno spazio larghissimo dove i rilievi sembrano sculture modellate con panneggi e tessiture: una meravigliosa opera d’arte naturale.
Non è neppure il deserto che immaginavo: l’acqua sgorga dal terreno rugoso come dal nulla, improvvisa, formando pozze, acquitrini, stagni, laghetti, fiumiciattoli.
Nei ruscelli sguazzano dei gamberi neri.
E la volta del cielo sembra davvero una volta, con le nuvole che si dilatano e allargano verso l'alto e si assemblano verso il basso, come se venissero inghiottite dall'orizzonte.
Impronte di animali nella crosta di argilla spaccata.
Non è possibile fotografare il mormorare del vento, nè i versi degli animali nascosti chissà dove, nei cespugli, tra le pieghe delle rocce.
Non è possibile fotografare l’ampiezza (nessun grandangolo per quanto professionale ci riuscirebbe), e il dilatarsi dello sguardo e del pensiero.
E’ un pò luna, un pò Grand Canyon, con il vantaggio che è molto più facilmente raggiungibile di entrambi.
Ecco, visitare le Bardenas Reales ha un qualcosa di laicamente mistico: difficile comunicare con le parole.
Quelle di un preadolescente sono state: “Mi piace questo posto, mi sento come Bear Grylls.”
Bardenas Reales |
Ero rimasto indietro con la lettura, ora che mi sono rimesso in pari devo dire che è divertente e piacevole il tuo modo di accompagnare il lettore lungo il tuo viaggio. Oltretutto hai scattato foto molto belle. A Barcelona ci sono stato pure io e anche in molti altri luoghi della Spagna, sù fino alle Asturie, ma non ero stato a Bardenas Reales e le foto mi hanno veramente incantato.
RispondiEliminaSe tornerò in Spagna voglio proprio passarci.
Un abbraccio!
Foto fatte con un cellulare o con una macchinetta da poco. E' il luogo, il luogo.
EliminaNessuna foto (anche quelle straordinarie, e ne ho viste di veramente bellissime) può restituire le sensazioni che si provano sul posto:)
Ricambio l'abbraccio:)
Bellissime foto, bellissimo luogo , non vedo l´ora di visitarlo ;)
RispondiEliminaconcordo, son piaciute anche a me, bellissime immagini
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