Cambio,
cambio, ancora cambio sipario.
(e come mi
piace la varietà!)
Stavolta
escludo l’autosuggestione.
Il
paesaggio, da Pamplona alla costa, muta
in modo radicale.
Verde,
verde, ancora verde: monti ricoperti di
abeti, casarelle in stile altoatesino con tetti spioventi e soffitti bassi,
microfinestrelle con imposte di legno e fioriere ai davanzali.
E un cazz di
freddo.
A solo 20
chilometri dalla costa sembra di essere in Svizzera.
Pure l’Euskera,
la lingua dei cartelli e delle indicazioni stradali, è così diversa dallo spagnolo, così dura,
così “consonantica”, piena di K e di Z, da sembrare una lingua ugrofinnica.
(lo so, lo
so, è invece una lingua “isolata”)
San
Sebastian è una città grande.
La città vecchia non ha nulla del villaggio di pescatori che chiossape come si era delineato
nei miei pensieri.
Gli alti
palazzi, eleganti e signorili, mi danno l'idea di una colonia marina per benestanti signori
spagnoli dell’entroterra.
E a
proposito di colonie, molto in voga sono quelle infantili.
Campi
estivi, nella versione moderna.
Sulla playa
de la Concha, nonostante il cielo grigio
e la temperatura "freschetto
andante", davanti ai miei occhi vi sono almeno 4 blocchi di mocciosetti tenuti sotto rigido controllo da giovani animatori/educatori .
Un gruppo
compatto saltellante in acqua ( ma le bronchiti? i raffreddori?)
Un altro
sulle scale a scuotere piedini e infilare calzini e scarpette.
Non solo
sulla spiaggia, ma anche nei piccoli parchi che punteggiano la città ci sono
gruppi di bambini vocianti urlanti
scalmanati e ragazzi con fazzoletti rossi o gialli o verdi o magliette
monotinta che richiamano all'ordine con
voce rauca: Josééééééééééé, Mariooooo.
San Sebastian
è “cresciuta” come una città per ricchi,
je pense, e rimane tale.
Di delizioso
ci sono i pinchos, delle fette di pane con sopra appoggiata la
qualunque: polpo al sugo, pezzi di baccalà fritto, salumi, formaggi, pastrocchi
di verdure e uova, verdure grigliate,
salsiccette, calamari e ogni altra cosa commestibile possa venire in mente.
Ne ho visto uno con pancetta croccante, uovo
piccolissimo (di quaglia?) salmone affumicato e formaggio.
(non l’ho
assaggiato, troppo guazzabuglio)
La
bruschetta elevata alla massima potenzialità.
Pinchos |
Ma sfiziosissimo
e
unico è il principio dell’ape e
del fiore che governa la modalità di consumo del pincho: si entra in
un locale, si sceglie uno o più pinchos servendosi direttamente - dal bancone al piatto - , si paga il
corrispettivo dovuto per i pinchos scelti (da 1,30 euro a 5 euro per pezzo, a
seconda della “copertura”), si
accompagna con un bicchiere di birra o vino, e poi si continua provando i pinchos di un’ altra jatetxea e poi di un'altra ancora; lunghe teorie di
tabernas e di banconi stracolmi di pinchos si succedono nelle strade del centro
storico, soprattutto in Kalea 31 de Agosto.
Tambasiare
di taberna in taberna fino a che l’aperitivo
sostituisca il pranzo, la merenda e pure la cena.
Come l’ape
con il fiore, appunto.
Mundaka è un piccolo borgo situato
nella Riserva della Biosfera di
Urdaibai, all’estremità dell’estuario del fiume Oka.
E’ il
paradiso europeo dei surfisti.
Dicono.
Dei
principianti, sicuramente.
Acquattati
come patelle sulle tavole, ne ho visti tanti.
Di quelli che volano sull’onda,
manco mezzo.
Non ho visto
manco l’onda, la verità.
Mundaka |
Invece di
quelli che volano sulla tavola e basta, gli skaters, ce ne sono eccome.
Anche sui
muri.
Playa de Laidatxu |
La spiaggia
di Laidatxu è una profonda lingua di
sabbia che si insinua nella costa rocciosa.
(una costa frastagliatissima)
In poco tempo
la bassa marea scopre lunghe oasi di
sabbia, le due rive del fiordo sembra possano essere raggiunte a piedi senza
bagnarsi.
Di sera si va a raccogliere le ostriche.
Gli scogli
ne sono pieni.
Il mare entra
a Mundaka e Mundaka si protende sul
mare: passerelle, piattaforme, scalette, corridoi in metallo sono stati
costruiti in più punti della costa per permettere agevolmente il passaggio
in acqua.
Ma il mare,
mondo boia, è di un freddo gelido.
Sull’altra
riva dell’estuario c’è la spiaggia di Laida.
Playa de Laida |
Bellissima.
Chiusa da
Capo de Ogono, si accoccola la spiaggia
di Laga.
Ancora più bella.
Camperisti
liberi, molti gggiovani.
(cape pazze,
si capisce)
Qui ci sono
i anche i surfisti, quelli veri.
Al tramonto,
alle dieci di sera, sembrano gabbiani.
Playa de Laga |
Mundaka |
Piove.
Piove e le
previsioni non promettono nulla di buono.
(pioverà
anche domani, e l'altro domani ancora)
Dato
l'aspetto scandinavo di questa zona, e il verde verde verde delle alture, mi
chiedo se la pioggia non sia la costante, e non l'eccezione che come la nuvola
di fantozzi perseguita me dovunque vada.
E mannaggia, come si fanno le escursioni nei boschi con la pioggia?
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