lunedì 24 ottobre 2011

Di premi e votazioni


Serata fresca e piovigginosa,  androne di antico palazzo nobiliare, contenuta folla in attesa di partecipare all’evento, il premio letterario XWZ.

“Uè, ciao, anche tu qua!”
“Eh, ci sto con degli amici, dobbiamo votare il libro.”
“Ah, e dimmi, a te quale libro è piaciuto di più, quale scegli, a  chi dai il voto?”
“Veramente non li ho letti, ma c’è Mario che ce li ha raccontati, e allora  voto ******,  è il più bello, secondo lui.”
“…..”

A volte mi sento una talebana. Rigida, rigida.
Non posso tollerare, ma proprio non posso tollerare certi fatti.
Come si può scegliere e votare qualcosa che non si conosce, che non si sa, solo perché qualcuno dice che o sostiene che o convince che o soltanto perché piace a?
(il nonno dava alla nonna il foglietiello con il simbolo e il nome, e la nonna che teneva il diritto di voto, da poco, ma che importa, eseguiva docile docile)
Dai massimi ai minimi sistemi, l’intolleranza non cambia.
Come si può votare  ad un concorso letterario un libro per procura di gusti e appassionamenti?
Non ho letto i libri in concorso, non voto.

Il pubblico, dopo aver votato,  ascolta le relazioni della giuria tecnica. Le motivazioni che hanno portato all’attenzione dei lettori i libri finalisti. I panegirici.
Segue applauso bulgaro.

Mi sono sempre chiesta quali siano i criteri di selezione dei libri finalisti, dei libri candidati ai premi.
Un pozzo ed una sporta. Già solo la pagina di wikipedia   riporta 78 premi letterari italiani.
Per tacere dei concorsi riservati agli esordienti.
Che fatica bestia deve essere, solo per fare un esempio, per i 400 amici del premioStrega, uno dei più "prestigiosi" e "conosciuti", lavorare alla rosa dei libri finalisti!
Il regolamento prevede due tornate  durante le quali vengono selezionati i libri presentati dagli stessi amici, tutti “diversamente  (sic!) inseriti nel mondo della cultura”. 
Anzi, per amore di  verità e  di precisione, il regolamento prevede che ogni libro candidato a fare la parte del papabile debba essere presentato da almeno due amici del premio.
400 amici del premio diviso minimo2 sostenitori per ogni titolo = 200 libri da valutare se tutto va male.
Urca, ma che gigantesco impegno.
Un premio agli amici del premio.
[Malignamente penso ad accorpamenti,  gruppi di sostegno, oggi a me domani a te,  pressioni delle case editrici]

Si contano i voti, si tirano le somme, si proclama il vincitore. 
Relativamente, ovvio. 
Tutti i libri finalisti sono vincitori.

L'unica motivazione che mi tiene, è una parossistica bulimia cartacea. Son sempre libri in più da leggere.
Sono libri gratis, è vero (che tirchieria).
Ma  forse è meglio sceglierseli da soli.





2 commenti:

  1. Riflessioni interessanti.
    Forse i premi letterari si sono moltiplicati, nel tempo, perché sono aumentati anche i libri che vengono pubblicati (e le case editrici); e i lettori? Quelli forse latitano...
    Però la situazione è meno "nera" di quanto in genere si pensi; ho potuto constatare che, negli ultimi anni, sono aumentate le persone che seguono le novità letterarie e partecipano alle presentazioni pubbliche dei libri.
    Fai bene comunque a essere "talebana" (ma in realtà si tratta solo di coerenza, di giusta ostinazione nel voler far corrispondere i nomi alle cose...) su certe questioni.
    Ma aggiungo un'altra pennellata alla tua descrizione: ci sono anche critici musicali e teatrali (eccezioni, certo, ma ci sono) che scrivono sui quotidiani recensioni di concerti o spettacoli che non hanno mai visto; quindi non c'è limite al dominio del "falso d'autore" (già, perché poi quegli articoli li firmano pure!).

    RispondiElimina
  2. Pensavo alla differenza tra i libri scelti grazie ai suggerimenti anobiani e quelli che ho "dovuto" leggere per "obbligo" di giurato: abissale. Qualcosa che non funziona c'è di sicuro.

    RispondiElimina