giovedì 8 dicembre 2011

11 centesimi

Natale mi mette tristezza. 
La frenesia, le luci dovunque (anche sul grande albero, tronco e rami imbrigliati in una rete luminosa, che effetto strano il gigante senza chioma che sostiene il nero del cielo), l'aria forzosamente festosa, la corsa all'accattamento, gli ipermercati grondanti carrelli e piedi, mi indurrebbero a rinchiudermi nella tana e a non mettere il naso fuori dalla porta e dalle finestre.
Ma si deve andare a lavurà (fortunata).
Ma si deve anche magnà (la spesa, anche un minimo).
A volte si deve obbligatoriamente, così va la vita, cedere a pressioni ancora più poderose di quelle che vengono dal di dentro e trascinarsi dentro le rombanti gallerie commerciali, jingle bells a palla e aria stantia.
Ebbene.
Stavolta non c'era folla. Pochissima gente.
Però le pompe di benzina all'esterno erano prese d'assalto, così come quelle lungo la strada per arrivare a.
File chilometriche, manco si fosse tornati all'austerity del '70.
E questa cosa mi ha fatto ancora più tristezza. 
Quanto si  può risparmiare su un pieno, facendolo prima dell'aumento di 11 centesimi? Due, tre euro?
E domani? Non si prende più l'auto? Si conserva la benzina nel serbatoio per un anno o due?
E' come se, sapendo dell' aumento del costo delle sigarette, comprassi non una ma 10 stecche.
E poi? Bruciate quelle, smetto di fumare?
(magari)


2 commenti:

  1. ho maturato una visione cosmica di questa crisi economica con un saldo finale positivo, è un buon passo avanti tutto sto' tsunami!

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  2. Tristezza del Natale e dei tempi che stiamo attraversando. Non ho voglia di rientrare in Italia...

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