martedì 13 dicembre 2011

Sindromi

Anche se è un bell'uomo, garbato e gentile, e pure  professionale assai, dal mio docteur, non ci vado quasi mai.
Solo quando non posso proprio proprio farne a meno.
Solo quando  il fastidio e il dolore diventano  imperscrutabilmente e assillantemente costanti.
[mi caco sotto dalla paura]
Il numero alla porta - un euro, un numero -  e la sala d'attesa.
Vedo materializzarsi migliaia di microbi, di batteri, di virus che allignano a un millimetro dal mio naso.
[respiro a bocca chiusa, respiro facendo entrare meno aria possibile]
Poi, dopo solo 4 visite,  entro,  con la ciorta e il sollievo di chi  mentre si avvia nell'ambulatorio,  vede comparire sulla porta l'imprevisto, lui,  l' informatore scientifico farmaceutico.
[poveraccio, una jastemmia moltiplicata per ogni paziente in attesa, la mia se la scansa, sto entrando. Tengono la pippa lunga, i rappresentanti]

"Carissima, da quanto tempo! Come va?"
Oltre a fargli una risatella in faccia, che gli vuoi dire se non dottò, non è per lei, ci mancherebbe, ma se sto qua, insomma.
"Ecco, questo strumento si chiama cauterio, facciamo presto presto, non si preoccupi, un attimo e passa tutto"
[cazzarola, minchia che dolore, e mò basta, marò e come cacchio brucia]
Comunque.
Sono grata come il leone a cui il topolino ha tolto la spina dal piede, e non posso non provare, alla fine,  una vaga sensazione di scuorno.
Ora anche verso il mio docteur devo giustificarmi, ehh,  che scusa.
Ci ho la sindrome di Tourette.
(chissà se anche nella sala d'attesa si è sentito il florilegio di maleparole)






1 commento:

  1. prima ti dice "carissima" e poi ti marchia a fuoco, questa è ipocrisia.
    almeno a giovanna d'arco l'han data alle fiamme senza troppe smancerie: ah, i dottori.
    (una volta sono riuscito a decriptare una loro ricetta, sai?)

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