lunedì 28 maggio 2012

Stips

Non capisco cosa ci sia da vergognarsi.
Sin dai tempi della dolce euchessina (marò, che vintagità), presentatori e presentatrici  tivvù hanno associato la propria faccia alla mano sulla panza e  ai relativi traslati, tanto è vero che, ad esempio, ora per me lo yogurt  che serve a combattere la stipsi, quello con bifidus actiregularis,  è biondo, ha i capelli lunghi e si chiama Alessia.
Epperò.
Posso comprendere che andare in farmacia per comprare non un rimedio blando e vago ma uno  meccanico di efficacia  immediata  possa essere per qualcuno un problema.
Vabbuò, ci vado io in farmacia, che sarà mai.
Se ci fosse stata meno gente che alla fermata della metropolitana, sarebbe stato meglio.
E ancora meglio sarebbe stato se il farmacista non mi avesse guardato ammiccante e chiesto:
“Classico?”
Come classico, che significa classico, come può mai essere un clistere?
Postmoderno, a pois, profumato, a forma di…
Mica avrà pensato  che…
(urca che zozzone)
Ecco.
Ora capisco  che ci si può mettere scuorno anche senza motivo.

3 commenti:

  1. peccato non ci sia il clistere postmoderno, mi sarebbe piaciuto contemplarlo e poi farne una "critica" sapiente.... :)

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  2. Pensa cosa è stato per me chiederlo in francese alla farmacia d'angolo. Già in italiano è un problema, ma qui nel paese dell'equivoco sul "bondage" (ti ricordi?), figurati...!

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  3. Ah, il linguaggio verbale! Se penso che viene insegnato per dare un nome preciso alle cose, mi sbellico dal ridere a vedere che casino di doppi sensi ne vien fuori quando qualcuno ci aggiunge una sua fantasticheria. Che poi i doppi sensi son sempre quelli eh, quindi altro che doppi, son fissi, monolitici.
    :)

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