Non capisco cosa ci sia da vergognarsi.
Sin dai tempi della dolce euchessina
(marò, che vintagità), presentatori e presentatrici tivvù hanno associato la propria faccia alla
mano sulla panza e ai relativi traslati, tanto è vero che, ad esempio, ora per me lo yogurt che serve a combattere la stipsi, quello con bifidus actiregularis, è biondo,
ha i capelli lunghi e si chiama Alessia.
Epperò.
Posso comprendere che andare in farmacia per comprare non un
rimedio blando e vago ma uno meccanico
di efficacia immediata possa essere per qualcuno un problema.
Vabbuò, ci vado io in farmacia, che sarà mai.
Se ci fosse stata meno gente che alla fermata della
metropolitana, sarebbe stato meglio.
E ancora meglio sarebbe stato se il farmacista non mi avesse
guardato ammiccante e chiesto:
“Classico?”
Come classico, che significa classico, come può mai essere
un clistere?
Postmoderno, a pois, profumato, a forma di…
Mica avrà pensato che…
(urca che zozzone)
Ecco.
Ora capisco che ci si
può mettere scuorno anche senza motivo.
peccato non ci sia il clistere postmoderno, mi sarebbe piaciuto contemplarlo e poi farne una "critica" sapiente.... :)
RispondiEliminaPensa cosa è stato per me chiederlo in francese alla farmacia d'angolo. Già in italiano è un problema, ma qui nel paese dell'equivoco sul "bondage" (ti ricordi?), figurati...!
RispondiEliminaAh, il linguaggio verbale! Se penso che viene insegnato per dare un nome preciso alle cose, mi sbellico dal ridere a vedere che casino di doppi sensi ne vien fuori quando qualcuno ci aggiunge una sua fantasticheria. Che poi i doppi sensi son sempre quelli eh, quindi altro che doppi, son fissi, monolitici.
RispondiElimina:)