Il centro storico di Sighisoara è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
La città è famosa anche in quanto luogo natio del principe valacco Vlad Tepes l’impalatore, a cui si ispirò Bram Stoker per il suo romanzo Dracula.
Di draculesco e vampiresco Sighisoara non ha proprio niente, se non che prima del tramonto la cittadella si svuota, chiudono i negozietti, si defilano i turisti, e sembra di stare in un borgo morto.
Il centro storico – piccolissimo, si visita in mezza giornata, monumenti inclusi – è colorato, fiorito e gentile.
(fino a quando c’è luce, poi non so)
E’ bella la vista a 360° dalla balconata della torre dell’orologio.
L'edificio, che oggi ospita il museo di storia locale, pare che sia l'unico in tutta la Romania che abbia un orologio con le figure lignee che si muovono allo scoccare del mezzogiorno. Sono rappresentati i giorni della settimana ed altre figure allegoriche come la Giustizia e la Pace.
In via 1 dicembre (ce ne sono tante di vie e piazze 1° dicembre [1918], data che celebra una tappa importante del processo di unificazione e di indipendenza della nazione) c’è il monumento con la statua della lupa capitolina con Romolo e Remo, donato nel 1942 dalla città di Roma per celebrare le radici comuni.
Alla citta [senza l’accento] di Sighisoara Roma madre.
Ho pensato che quella lupa assomiglia più ad una scrofa che ad un canide.
E’ bella faticosa anche la Scara Scolarilor, una scala coperta lunga più di 170 scalini che conduce alla biserica Din Deal e anche al liceo.
Un passaggio che, una volta imboccato, impediva agli studenti di ammacchiarsi tra i vicoli della cittadella e nel boschetto e fare filone, oppure un atto di magnifica gentilezza che risparmiava agli scolari di inzupparsi fino al midollo in caso di pioggia o di sudare come maiali in caso di solleone?
Il mistero di Sighisoara.
Ad ogni modo, a Sighisoara val la pena bighellonare tra i vicoletti, su e giù seguendo il tortuoso disegno della cittadella, e poi affacciarsi al belvedere davanti al municipio, e guardare la città nuova che freccia lungo il fiume e la novecentesca Biserica Sfânta Treime, in stile neogotico, che è davvero molto fotogenica.
Prima di partire per Brasov, una sosta da Gigi per il mattutino covrigi alla vaniglia.
Facendo una deviazione dalla strada Sighisoara- Brasov, si arriva a Viscri, dove c’è un’altra chiesa sassone fortificata.
La strada è una mulattiera: niente asfalto, voragini da scansare ad ogni metro, mulinelli di polvere ad ogni girata di ruota.
Mi chiedo come faccia il principe Carlo d’Inghilterra a raggiungere la sua dimora rumena.
Viscri deve la sua fama non solo alla chiesa, ma soprattutto al fatto che il regale anziano rampollo lo ha eletto a villaggio del cuore, comprando e ristrutturando varie case contadine. *
In verità, non immagino né il principe Carlo né qualsiasi altra regalità passeggiare a Viscri – arrivare a Viscri - , che ha conservato un’impronta arcaico/agreste – galline, oche, cavalli, tronco scavato con fontanella, vecchiette che fanno l’uncinetto davanti casa, ma non tanto più di altri villaggi incontrati durante il tragitto.
[Però la sua chiesa sassone è molto più bella di quella di Bertan. Rende perfettamente l’idea di chiesa fortificata, e da sola vale la deviazione]
Probabilmente la mulattiera che collega il villaggio al resto della nazione ha contribuito al suo isolamento, ma i lavori stradali in corso rimedieranno ben presto, e lo trasformeranno in un’ attrazione turistica pari alla cittadella di Rasnov. **
E poco al di sotto il castello di Bran.
Al cuore e al marketing non si comanda.
“il cocchiere stava portando il calesse nel cortile di un gran castello in rovina, dalle cui alte, negre finestre non traspariva raggio di luce, e i cui merli crollanti si disegnavano frastagliati contro il cielo rischiarato dalla luna.[…]
Nella semioscurità, la corte pareva di notevoli dimensioni, e siccome parecchi anditi bui se ne dipartivano da sotto grandi archi a tutto sesto, forse sembrava più spaziosa di quanto non fosse in realtà.” - Bram Stoker, "Dracula".
Stoker non visitò mai la Romania. La descrizione del castello del conte Dracula nel libro di Bram Stoker è assai generica.
Ma cosa può attrarre di più il turismo di massa?
L’inquietante e tenebrosa casa del sanguinario vampiro Dracula o l’amena e agreste dimora della eclettica Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha, regina consorte di Romania?
L’inquietante e tenebrosa casa del sanguinario vampiro Dracula o l’amena e agreste dimora della eclettica Maria di Sassonia-Coburgo-Gotha, regina consorte di Romania?
E così si va a vedere il castello di Bran noto come castello di Dracula con la testa fervente di suggestioni, e oltre la grande spianata delle bancarelle di souvenir – denti vampireschi e caccavelle in legno, spille con la faccia di Vlad III e camicette coi ricami colorati - , oltre la biglietteria, oltre il ridente parco, oltre la rampa di accesso, oltre la porta del castello, oltre i tornelli controllo biglietto, e ci si ritrova in fila indiana con scolaresche e altre centinaia di turisti – immancabili i giapponesi – a sfilare davanti alle stanze in cui ha vissuto la regina Maria, a guardare le foto che la ritraggono in tutte le salse e le occasioni, a subire la sua agiografia.
Nel 2006 il castello è stato restituito ai suoi eredi (tre nipoti, figli della figlia minore prediletta), che lo gestiscono.
Al cuore e al marketing non si comanda.
Che posti interessanti! Mi piace il tuo blog, ti andrebbe di seguirci a vicenda?:)
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