lunedì 22 luglio 2019

Amsterdam: quattro giorni e cinque note. Birra, formaggio, fiori e biciclette.

L’Heineken è l’unica birra europea che compare nella hit delle dieci birre più vendute al mondo (le prime sono cinesi, inquietante più che sorprendente). 
Non mi va di andare fino ad Amsterdam per bere la birra che posso comprare al supermercato sotto casa.
(non è come  sorseggiare un bicchiere di Porto a Porto guardando il Duero)
Tanto meno mi solletica l’idea di fare l’Heineken experience, il tour interattivo sulla storia del famoso marchio, con degustazione finale (memento del museo della Mercedes-Benz a Stoccarda: bello,  ma dopo due piani su sei di  autocelebrazione le scatole mi giravano a 3000).
Meglio una birra artigianale, meglio se quella del birrificio situato ai piedi dell’unico mulino di Amsterdam, il De Gooyer, il più alto dei Paesi Bassi, integro seppur non funzionante (e neppure visitabile).
Amsterdam mulino De Gooyer

Al birrificio Brouwerij 't IJ -  [altro luogo di analisi fisiognomica:  la stragrandissima maggioranza dei consumatori ha meno di 30 anni] - fino alle 17 è possibile  degustare cinque diversi tipi di birra, serviti in bicchieri infilati in un vassoio di legno.

Brouwerij 't  Amsterdam degustazione birre
E’ possibile accompagnare le birre con stuzzichini come formaggio e salami o salsicce. 
Nel regno del Gouda, il formaggio  che  viene servito è belga. (???)
[ci sono tante botteghe che vendono spicchi o forme del formaggio rivestito di cera gialla. Sembrano più gioiellerie che negozi di alimentari. Ma quale gouda ho finora mangiato? Sono  come l’ americana e il parmisan. E comunque. Nei supermercati il gouda che viene venduto è come quello che si trova in Italia, e anche il gouda  d’oro non regge il paragone con il parmigiano reggiano. Ci son formaggi e formaggi]
Oltre al differente grado alcolico e alla meravigliosa gamma cromatica delle cinque birre, posso dire poco: tutte buone, troppo buone [allegria e leggerezza!] e meno male che soffia il vento freddo.

“Il Bloemenmarkt è l'unico mercato dei fiori galleggiante al mondo” – Wikipedia dixit. 
Immaginavo gli stand   appollaiati su chiatte in legno e barconi, ancorati alla banchina con funi e corde, i fiori riflettersi nelle acque del canale. E invece.

Mi chiedo come facciano a galleggiare delle piattaforme di cemento (perché tali mi sono sembrate “le chiatte galleggianti”) su cui poggiano gli stand, tutti chiusi verso il fiume da saracinesche (dopo la chiusura) o pannelli bianchi opachi (durante l’apertura). 
[il lato B]
Effetto container abbastanza squalliduccio.
La passeggiata dall’altra parte del Singel offre invece una visione estremamente colorata: tulipani di tutti i colori, bulbi di tulipani in svariate confezioni (e dubito, fortemente dubito che fioriranno), mulini e zoccoli in miniatura, calamite.
[il lato A]
Un concentrato di bancarelle di souvenir.


È molto più suggestivo cogliere la passione olandese per i fiori e per il verde passeggiando nelle strade meno battute dai turisti, dove i microcortiletti prospicienti le abitazioni traboccano di piante e fiori. (oibò, le categorie pittoresco v/s sublime risalgono dai meandri della memoria).

In verità, i microcortiletti non traboccano solo di piante ma anche di biciclette. Le biciclette sono dovunque: attaccate alle ringhiere dei ponti, ai pali della luce, agli alberelli, oltre che negli appositi stalli e negli smisurati parcheggi per bici.

Ce n’è uno accanto alla stazione centrale, multipiano, che è davvero esagerato. Mi chiedo come faccia il possessore di bici a riconoscere la propria, a ricordarsi dove cazzarola l’abbia messa. 
(ogni volta che vado all’ipermercato con l’auto, dopo la spesa, carrello pieno, faccio il giro delle piazzole innumerevoli volte alla ricerca della mia postazione, mai capita che mi ricordi  al primo colpo il posto esatto in cui parcheggio – riconoscere la bici tra un migliaio è per me mission impossible ).
L’idea che avevo accarezzato di noleggiare una bici per girare Amsterdam al modo degli olandesi è sfumata immediatamente, appena ho intuito quali competenze e abilità occorrano per non essere travolti o abbuffati di maleparole dagli altri ciclisti. 
Corrono come pazzi (frotte di pazzi) ed è vero che bisogna stare proprio attenti a non invadere le piste ciclabili perché dei pedoni se ne fottono altamente, ma persino   ai semafori si devono tenere occhi aperti, si passa quieti solo davanti alle auto ferme. Mi chiedo se il rosso non valga anche per le biciclette.
(e circolano anche dove sarebbe loro vietato, eh, il rispetto delle regole)

Andare in bici ad Amsterdam è molto meno romantico di quanto si possa immaginare.



Prima nota:
Il museo Van Gogh.

Seconda nota:
 I Amsterdam City Card

Terza nota:
Micropia e oltre.

Quinta nota:
Case, vicoli, canali e palazzi.

Nessun commento:

Posta un commento