mercoledì 25 ottobre 2023

La fredda estate nei Paesi Bassi. (1)

Comincia a far freddo.  A questo punto non resta che ricordare i mesi estivi,  luglio e agosto 2023, in Olanda. Un ritaglio d'autunno in mezzo ad una  lunghissima estate. 

Arrivare con l’auto direttamente nei Paesi Bassi, (epi)centro del viaggio di quest’anno, non sarebbe stata  una pazziella, una vacanza, ma una smazzata  (manco i camionisti). 

Diviso il percorso e  moltiplicate le tappe, il risultato è stato tanti viaggi in uno.  Paesi Bassi e verso e da i Paesi bassi:  Modena, Como e dintorni, Colmar e dintorni, Friburgo e dintorni.  



Modena non era prevista, è stata infilata pochi giorni prima della partenza  [la vita è breve, meglio coglier al balzo tutte le occasioni], per fare l’esperienza di un ristorante stellato (monostellato, il firmamento non è alla mia portata). 

Sotto l’afoso  solleone, con pochissima gente per strada, mi ricorderò dei portici, rifugio ombroso, della memoria partigiana incardinata sulla torre Ghirlandina, simbolo della città, la cui visita – mappata di scalini – è stata ripagata non esclusivamente dalla vista a 360°  ma da un sollazzevole venticello percepibile solo alla  quota dell’ultimo piano.

[e le zanzare, ma quello sono un flagello che non ha nazionalità né campanile]




Del  variegato piccolo assaggio di alcune località del lago Lario, Abbadia Lariana, sul ramo di Lecco, è stata una casuale e bella scoperta. 

Spiaggia semideserta, più anatroccoli che persone, acque trasparenti, alberi, aucelluzzi.  Pace. 

Sarà stato il giorno infrasettimanale, sarà stata la tempesta mattutina che ha scoraggiato le gite fuori porta, sarà che la fortuna qualche volta passa. 

Qualche volta. 

La visita di Villa Monastero a Varenna, programmata in anticipo,  zompa: parcheggi full.  E allora si infila l’alternativa: Fiumelatte, il fiume dal corso più breve che c’è. 

Infatti non c’è proprio. 

Asciutto, completamente secco. Anche a risalire verso la sorgente, in una stradulella dove l’incuria impera,  si coglie solo un leggero umidore della terra che la rende culla per zanzare. 

L’arrivo in anticipo al punto di imbarco auto  da Varenna per Menaggio offre  la possibilità di ingannare l’attesa facendo un rapidissimo giretto. Un tempo  era borgo di pescatori. Un tempo. 

La passeggiata sul ponte degli innamorati ha poco di romantico, nel frenetico andirivieni di turisti; l’immaginazione ha la meglio sulla realtà. 

Menaggio, sul ramo di Como, è affollata di auto, di persone, di alberghi e ristoranti. 

Argegno è un borgo meno caotico. Un bel colpo d’occhio da lontano, ma aggirandosi tra i vicoli stretti del centro storico la percezione è di trascuratezza. 

E’ stata un’ottima scelta aver preferito come base  un paesino delle montagne, nella Val d’Intelvi, piuttosto che uno dei rinomati paesi fronte lago. 


[La folla s’addice ai centri commerciali.]  

E’ a Cerano d’Intelvi che mi sono resa conto della impari lotta – cronopio v/s fama – tra l’ambizione a voler essere  montanara e le abitudini cittadine. 



Camminate?
Chiede Orso, l’oste allevatore.Il Sentiero delle espressioni è la meta. 

A 20 minuti, recita il cartello, inizia il sentiero. A 5 minuti da lì, con il fiato corto e innumerevoli inciampichi e ruciulamenti, il dietro front. 

Obiettivo fallito ancor prima di avvicinarlo, stante una ripida salita sterrata,  adatta agli zoccoli delle  caprette, a piedi addestrati e non  ai miei sandaletti.

Eppure è  un sentiero facile. Ma quali camminatori. Passeggiatori urbani.

Urbani e di pianura. 

Liscio il caffè? Ho pensato che l’alternativa potesse essere schiumato, macchiato, lungo. Gli anziani a colazione lo bevono con la grappa.

Mio nonno  qualche volta, quando non era troppo vecchio e io assai bambina,  aggiungeva l’anice al caffè.  Poi di caffè corretti dalle parti mie non ne visti più.

Como città non avrebbe meritato uno sguardo di sfuggita. 

Meglio poco che niente:  Villa Olmo e la passeggiata Gelpi, il verde – alberi, panchine -  che punteggiano la cittadina sono rilassanti anche se animati;  freschi, belli. 

Molto meno attraenti le file maestose sotto il sole cocente agli imbarchi per i traghetti: i nebulizzatori proprio sull’uscio della biglietteria mentre il serpentone umano si allunga per metri e metri mi sono sembrati quasi uno sfottò [il premio per aver tanto patito]





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