venerdì 22 aprile 2011

Ottavia

"Se volete credermi, bene. Ora dirò come è fatta Ottavia, città ragnatela. C'è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è sul vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c'è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s'intravede più in basso il fondo del burrone.
Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d'elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con fogliame pendulo.
Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti d'Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che più di tanto la rete non regge."

Italo Calvino - Le città invisibili



Invece, appollaiati fin sopra la bocca del vulcano, sugli argini dei fiumi,  su declivi franosi, gli abitanti di qua pensano che il cemento armato  fissi la città alla terra, come una patella allo scoglio, come una zecca al quadrupede peloso.
La loro vita è più incerta che in altre città. Ma non lo sanno, perchè non sanno che più di tanto la rete non regge.

4 commenti:

  1. "non sanno che più di tanto la rete non regge": vero.
    Agghiacciante, ma vero. E meglio non si potrebbe dire.

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  2. oppure lo sanno e hanno deciso che è meglio non saperlo

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  3. in uno spettacolo interpreto Ottavia! :)

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